UNA VULGATA DA SFATARE ‘LA CROCETTA FATTA SALTARE DAI CELLESI!’ (Quinta parte)

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UNA VULGATA DA SFATARE ‘LA CROCETTA FATTA SALTARE DAI CELLESI!’
Per verità! Per Celle, per i cellesi e i pochi ‘çellaschi’ d’allora rimasti! E per la Storia!
Testimonianza nel N. 26 di chi scrive: ‘Io c’ero!’

Come si vede, anzi si legge, è chiara la disinformazione di quanto realmente avvenuto, di cui è testimone chi scrive. ‘Scoppio’, non ‘bombardamenti’! Non ‘serie di mine poste presso la collina’ e non ‘potente mina installata da mani italiane !!!’ ma decine di nicchie scavate dai tedeschi nella galleria e stipate di tritolo. Nessun ‘tafferuglio o rappresaglia’ solo due spari di un cecchino, per un morto ed un ferito! Silenzio per altro per coprire (?) come in effetti la Crocetta sia stata lasciata sola ad andare incontro il suo terribile
destino!

– Eccesso di sicurezza e fiducia nei tedeschi da parte delle autorità e popolazione cellesi, con i quali, pur essedo divenuti ‘nemici’, per tutto il periodo dell’occupazione era corsa reciproca correttezza e buona collaborazione senza nessun screzio di qualsiasi genere?
Anzi, per rapporti personali tra maggiorenti, comitati e autorità cellesi con i Comandanti tedeschi, avvenivano trattenimenti di svago congiunti nel salone delle Scuole Elementari G. Risso (ora Scuole Medie), e pure tempi del cinematografo: di giorno per i tedeschi e di sera per gli italiani. Ai quali tedeschi, sia detto e ripetuto, Guardie di Frontiera di seconda chiamata e non SS, stante l’andamento della guerra, importava solo di riuscire a raggiungere la Germania e le loro famiglie. E totali le assicurazioni di non temere per la Crocetta pur di non creare guai. Qui aggiungendo che se fosse stato per questo contesto, forse la Crocetta si sarebbe salvata…
– Invece è venuta da ‘fuori’ una mano, anzi un dito premuto due volte, a far saltare di brutto questa specie di accordo-assicurazione, e con esso la Crocetta!

– Impreparazione, disorganizzazione a livello locale e provinciale?
Superficialità o situazione sfuggita, con deriva di attività autonome… volute da più in alto…(dai documenti dell’ANPI e di altre organizzazioni non risulta un minimo cenno al riguardo, pur essendo l’evento più disastroso della zona nel periodo della guerra ..!!!) Addirittura paradossale, per l’ironica tragica tempistica – la mattina del Giorno della Liberazione! – e per le poche (non) modalità, a dir poco strane… Questo pur senza voler incolpare alcuno poiché il momento era comunque grave e di grande tensione e pericolo, ma l’avvenuto è quello che si è narrato: con nulla di fatto dopo i due spari. E dunque scoppio, se non propriamente voluto, non certo sgradito da certe aree patriottico-ideologiche dedite ad accentuare, aggravare, anche ferocemente, atti e fatti onde poter maggiormente colpevolizzare la parte avversa (Via Rasella docet, con decine di altri tragici fatti, maggiori e minori, di sangue e di distruzione per tutta l’Italia, specie nel nord. E la stessa galleria di Savona ‘Valloria’ alle 10:30
dell’8.5.1945, a guerra finita, con ben 59 morti e 27 dispersi). Allo scoppio della Crocetta nessuno tra i cellesi. Solo uno tra i tedeschi: lo sfortunato Tenente Winckler che sperava di rivedere presto moglie e figli come riferito dal personale della stazione dove era di guardia…
Questi i fatti, o meglio, i ‘non-fatti’, stante che dopo lo sparo, l’uccisione di uno dei due tedeschi di guardia ed il ferimento dell’altro nulla è stato fatto o/e tentato per salvare la Crocetta! Lasciando campo libero per collegare e dar fuoco alle micce dei detonatori nelle nicchie e far saltare la pove-
ra Crocetta con la sua Chiesetta.
Esplosa, disintegrata, annientata, cancellata per sempre!
Unico reperto rimasto, trova to nel fondo del tratto di mare di fronte, la campana: che batte i rintocchi dal campanile della chiesa dell’Assunta ai Piani.
E ora passiamo agli inquietanti fatti, connessi allo scoppio della Crocetta se non addirittura causa provocatoria…

Chi ha sparato e ha fatto scoppiare il ‘rifugio’?

Veniamo al punto che ha animato lo scrivente per la presente iniziativa, a sfatare che siano stati dei Cellesi far saltare la loro Crocetta!
E che aprono lati oscuri.

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Qualche giorno dopo l’uscita del primo numero del nostro periodico (N. 26 APR-GIU 2015) mi giunge la telefonata dell’amico Michele Manzi, valente storico per diletto, a dirmi “Guarda che chi ha premuto il grilletto è venuto da Savona – shock intrattenibile! – Ti manderò alcune righe di come l’ho saputo”. Eccole: ”Parlando sulla questione dell’esplosione della Crocetta, Carlo Russo (avvocato e politico D.C., parlamentare e ministro, e a quei tempi facente parte del C.L.N.) fu meravigliato che si imputasse l’uccisione del tedesco ad un cellese. Lui disse che si trattava di un partigiano non di Celle facente parte di un battaglione di posta sulle alture che aveva il compito di seguire la ritirata tedesca in questa zona della Liguria, e di questo ne era certo perché lo stesso subì un processo successivamente (non per questo episodio) e fu assolto. Mi disse il nome di battaglia, corrispondente a quello di un albero, che per ovvi motivi non scrivo”.
Notizia stravolgente quanto creduto da tutti fino a ieri! E che da oggi liberava i cellesi dall’onta della responsabilità dello scoppio, facendo ammenda ai nomi sempre susurrati dei presunti autori, e non più sentirsi dire che ‘il male i celle si se lo sono fatto da soli’! Ora sappiamo, da fonte sufficientemente attendibile, che della Crocetta si interessavano anche a livello provinciale, C.L.N. o/e altri enti regolari o meno. Non si sa. E nostro malgrado, vien da dire, stante l’av venuto. Ma si sa, d’aver mandato da Savona un tiratore. Che ha sparato, senza far altro, e combinato il
guaio! Lui solo, ’lupo solitario’ ad agire in propria autonomia? Solo o con compagni, e quanti? Magari unitisi ai cellesi discesi da Sanda sullo slargo prospiciente il Convento?

CONTINUA

Pierino Ratto da A Civetta



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