Il “buongoverno” della democrazia è mutato in democratura?
Dall’uomo scimmia a l’uomo scemo, “la montagna della cultura ha partorito un solo minuscolo topolino”.
A colpi di cambiamenti gattopardiani, la politica continua da millenni ad adattare burocrazia, giustizia, mercato e finanza, alla immodificabile finalità cavernicola dello sfruttamento dei poveri per l’arricchimento dei ricchi.
E Victor Hugo immortalò così questa patologia politica mondiale:
“è dell’inferno dei poveri che è fatto il paradiso dei Ricchi”.
E non ha fallito solo la cultura. Anche la religione ha sprecato millenni promettendo la soluzione del rompicapo povertà, ma ottenendo a livello planetario una esplosione di poveri.
I ricchi potrebbero anche nascere acefali, con una rapa al posto della testa, ma la formula vincente per l’arricchimento l’avrebbero sempre e solo loro perché provvisti di portafoglio.
Pagando, corrompendo o minacciando possono comprarsi tutte le grandi teste della cultura e della politica che gli servono per progettare, legalizzare e portare a buon fine (a spese dei poveri) qualunque crimine sociale, finanziario e/o ecologico, funzionale alla loro folle accumulazione di potere personale e corporativo.
Che si chiamino progressisti o conservatori; i tassisti della politica con i cervelloni della cultura al seguito, sono autorizzati ad occupare “da passeggeri” la Rolls Royce degli Stati democratici (eternamente col serbatorio asciutto), dovendo lasciare libero il posto di autista ai benzinai: ai fornitori di carburante finanziario che pretendono di guidare il carrozzone Stato verso il “buon governo” del profitto garantito ai grandi padroni, fame ai lavoratori e padroncini, e avanzi alla classe media, che in Italia, almeno da mezzo secolo, si offre o si svende da utile idiota ai Paperoni per non retrocedere nella povertà.
E così, secolo dopo secolo siamo arrivati a questo livello di barbarie, persino nelle “migliori” democrazie Occidentali, (Italia in primis), perché i cittadini continuano a chiedere allo Stato, (cioè all’istituzione che vive dei loro tributi: quindi a se stessi) una quantità di diritti che singolarmente nessuno (che non sia un genio della truffa o del furto) può pagarsi di tasca propria.
Ma li pretendono ugualmente “a cambiali“, dimenticando che poi, per il debito pubblico e gli interessi passivi, quei diritti, prima ancora di essere fruibili come diritti, si convertiranno in doveri tributari e disservizi burocratici ammazza Popoli e ingrassa Paperoni.
Ed è per questa via che le democrazie politiche occidentali si sono convertite in democrature finanziarie e industriali socio-eco-assassine.
Da Platone ad oggi, i saggi, i ricchi e i potenti hanno avuto a disposizione 24 secoli per fare della democrazia il paradiso dei poveri che sono una schiacciante e immodificabile maggioranza, (perciò legittimati ad auto governarsi) ma ne hanno fatto un inferno dantesco.
L’esigua minoranza dei Ricchi è interessata a consegnare e a conservare la democrazia nelle mani dei poveri, a costo di esportarla a cannonate, perché i poveri, accumulando debito pubblico per correre verso il miraggio dei diritti senza doveri, si autoschiavizzano, impoveriscono e ingrassano i Paperoni.
Se in mano al popolo sovrano (ma reso culturalmente autolesionista) la democrazia non si fosse dimostrata miracolosa per garantire l’ossessiva accumulazione finanziaria ai “poveri bilionari”, l’avrebbero già assassinata e sepolta.
Nel mondo le attuali democrazie sono tenute scientificamente in pugno da poche decine di “fornitori di carburante finanziario” per gli Stati disponibili ad indebitarsi, e continuano ad essere per i popoli “un salto dalla padella alla brace”: dalla dittatura politica assassina, alla “democratura economica” che deruba i popoli e li uccide due volte: rendendo assassina la natura e fallito lo Stato.
E se la mia povera opinione non Vi avesse convinto, provate a rimanere scettici pure con Luciano De Crescenzo, che ha descritto così il “progresso” mondiale:
“La stupidità è il motore del mondo. I politici, gli uomini di marketing, i religiosi, i personaggi dello spettacolo, campano tutti, chi più chi meno, sulla stupidità umana.
Non basta? De Crescenzo non convince? Allora provate con MARIO DRAGHI:
“Un Paese perde sovranità quando il debito è troppo alto”, perché a quel punto “sono i mercati che decidono”, e ogni decisione di policy “deve essere scrutinata dai mercati, cioè da persone che non votano e che sono fuori dal processo di controllo democratico”.
E che la forza mostruosa del denaro avrebbe abbattuto la politica democratica come la diga del Vajont, lo avvertì e descrisse così anche Bettino Craxi:
“Dopo di noi, il regime violento della finanza vi farà a pezzi. Dietro la longa manus della cosiddetta globalizzazione si avverte il respiro di nuovi imperialismi, sofisticati e violenti, di natura essenzialmente finanziaria e militare”.
Come dire: “democrazia riposa in pace”
Ad impoverire Italia e italiani, ci sta pensando scientificamente la democratura mondiale.
E che Dio ce la mandi buona!
Franco Luceri da il rebus della cultura