GLI SPOTORNO ‘I GAMBADÜA’ (quarta parte)

Prima parte                       seconda parte                             terza parte

Mio padre la finanzia e trova il locale – Via Moscova 40, Milano – e mia madre è al timone, la dirige con il suo entusiasmo …e chi può dirle di no?
E infatti non glielo dice neppure Felice Casorati, uno dei Maestri del ‘900, a Torino un ‘dittatore estetico’. Chi meglio di lui? E mia madre, forte di bellezza e incoscienza va a Torino e bussa alla sua porta.
Le viene ad aprire la moglie, Daphne Maugham, una ‘british’ di Torino a cui chiede di parlare con il Maestro…che l’accoglie.
E’ nata un’amicizia. E dopo mesi, il 20 aprile del ’54, Felice Casorati inaugura la Galleria Spotorno (per la quale mia madre scrive a mano 500 biglietti invito), con l’opera grafica mai esposta.

Lettere di Andreotti e Nuvolari

All’Accademia di Brera passa la voce che ‘La Galleria Spotorno dà spazio ai giovani’… e non si pagano neppure i francobolli per gli inviti. È così. Artisti e studenti dell’Accademia si mettono in
fila, dal mattino, con le cartelle sottobraccio.
Entrati in galleria, lasciano cadere sul pavimento tempere e disegni…i telai costano troppo.
Sul pavimento rimane solo lo spazio per saltare da un’opera ad un’altra. Terminati i ‘salti’, inizia il colloquio dei ‘silenzi’. Mia madre, se non è convinta, usa sempre l’aggettivo ‘interessante’. Il peggio che possa capitare ad un artista!”
“Ora una cosa importante riguardo all’amicizia con Felice Casorati, e chiudo questa carrellata, che magari riprenderò per altri fatti. Qualche anno dopo l’apertura della Galleria, mio padre, come Presidente della Federazione Sportiva, propone un monumento in onore di tutti i caduti nelle corse automobilistiche. Aderiscono ministri competenti, autorità civili e militari. È l’anno 1949 e scelgo due lettere (riproduzioni), le più brevi e importanti: Nuvolari (che va sempre di corsa…) e Andreotti (riguardo al quale un giornalista ha detto ‘È l’unica volta che vedo Andreotti dare e non prendere denaro…’). Sorge però un problema: mio padre, che pure lo ha ideato, non ama i monumenti. Mia madre ripete ‘Un dipinto non è sufficiente!’ La soluzione viene da sola, si fa per dire, ma ci son volti dodici anni per trovare l’accordo. Un grande pannello in ceramica: ter- za via tra pittura e scultura. L’idea è una novità. Enrica Spotorno ha risalito quelle scale a Torino e convince Casorati”.

L’opera è un grande mosaico in ceramica di cm 500 x 400 ca. di Felice Casorati, che grazie ai miei genitori, dal 1961 accoglie all’ingresso i visitatori del Museo dell’Auto di Torino, il MAUTO, per esposizione di auto d’epoca. Il più importante d’Europa”.
Ci fermiamo.
“Di me, che qualcuno mi ha definito ‘benefattore’ per quanto fatto, specie negli ultimi anni a e per Celle … – mi dice Gugi ne parliamo la prossima volta”.
Guglielmo Spotorno Note raccolte da Pierino Ratto

Tra i tanti ‘passati’ nella Galleria Spotorno, il ‘peggio’, non è capitato ad un non proprio giovane artista. Non s’è sentito l’‘interessante’ alle sue ‘tele’, dai pigmenti tutti suoi particolari. E non sciorinate per terra bensì ognuna su telai, esposte per ‘Mostra personale’ di Raffaele ‘Raffelìn’ Arecco!

CONTINUA nel prossimo numero de  A Civetta

da A Civetta

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