Verzi

Dopo 28 puntate di Trucioli dedicate alla “favola” di Verzi 
Loano si scopre Il “paese della (il)legalità prima di tutto”
Ma su La Stampa niente nomi, per ora sono tutti “ignoti”

Dopo 28 puntate di Trucioli dedicate alla “favola” di Verzi 
Loano si scopre Il “paese della (il)legalità prima di tutto”
Ma su La Stampa niente nomi, per ora sono tutti “ignoti”

Loano –  Pubblichiamo l’articolo che La Stampa ha riservato alle note vicende edilizie della frazione Verzi di Loano (vedi in fondo). Siamo ormai alla prima resa dei conti, pare di capire. Ci aspetteranno altre paginate.

I lettori di Trucioli che hanno avuto pazienza, interesse e scrupolo, per 28 settimane avranno letto cosa ha scritto a puntate Gilberto Costanza.  Ognuno si sarà fatto un’idea della completezza di informazione e libertà di informare. Senza bavagli e riverenze. E con qualche “nemico” in più. Ma anche qualche “amico” che ha aperto gli occhi. Ci segnala. Parla. Confida.

A volte è utile conoscere meglio chi ci amministra. La sua stoffa, la sua storia, la caratura. Per capire, ad esempio, come è potuto accadere il “caso Verzi”; persino  nell’indifferenza, nel semisilenzio durati anni. Tra meriti e demeriti, a seconda dei punti di vista, di chi ha il dovere di informare l’opinione pubblica, i lettori, i cittadini.
Oggi abbiamo davanti l’articolo de La Stampa. Con un’impressionante elenco di fatti e misfatti. Tra etica pubblica e dignità di chi fa politica come  spirito di servizio.

A prescindere dall’accertamento di reati. Dalle personali responsabilità. Dall’esistenza o meno di una presunta associazione a delinquere (“sconosciuta”?) nel più grave scandalo politico-amministrativo-urbanistico della storia loanese, peraltro raccontato e documentato, per quanto possibile, ai lettori di Trucioli.

Il sindaco di Loano, da 22 anni al servizio della comunità locale e ora provinciale – come il suo vice sindaco, ancora più di lungo corso in quanto da “ragazzino” già sedeva in consiglio comunale sotto l’insegna della nobile Democrazia Cristiana – ha dichiarato il 27 maggio scorso a La Stampa, a proposito del progetto governativo di abolizione di alcune province: “….Sono del parere che al giorno d’oggi trovare qualcuno con la voglia  di mettersi al servizio della propria comunità e di fare le veci di un amministratore pubblico, sia sinonimo non solo  di un grande impegno sociale, ma anche di un personale ed economiabile senso del dovere….I propositori di queste  soluzioni potrebbero dare prima il buon esempio e, dopo, eventualmente chiedere…”.
Legga se ha qualche secondo libero, il sindaco da primati, cosa ha dichiarato Emma Marcegaglia all’assemblea annuale della Confindustria, presente il premier Berlusconi:I costi della politica in Italia non hanno paragoni con altri paesi europei. Dà occupazione a troppa gente ed è l’unico settore che non conosce nè crisi, nè cassa integrazione”.
Loano fa per caso eccezione? Non è cosi?

Altra lezione del sindaco di Loano, della copiosa rassegna, ma risalente al 7 ottobre 2004, da La Stampa, a proposito della finanziaria dell’allora governo Prodi: “…Questa scelta di imporre risparmi ai Comuni è figlia del fatto di avere ministri che non hanno amministrato un solo giorno  un Comune. Dovrebbe essere obbligatorio aver fatto il pubblico amministratore per un paio di legislature a chi vuole andare ad amministrare il Paese,..”. Forse già pensava al sogno di futuro parlamentare? All’ottimo punteggio della sua pagella di sindaco. Oppure ai successi di Scajola senior? Alla “statura” dei suoi “colonnelli” savonesi, imperiesi, genovesi?

Lezione di buon governo, di corretta gestione della cosa pubblica.  Ma la storia di Verzi è opera di chi? A chi bisogna dire grazie?

Le colpe politiche (se c’è dell’altro vedremo) sono del sindaco Vaccarezza, dell’ex sindaco ed attuale vice Cenere, degli assessori che si sono avvicendati nell’ultimo decennio? Di funzionari e tecnici “addomesticati”? Di un piccolo branco di cattive canaglie?

A Loano bisogna prendere atto che i cittadini-elettori hanno premiato gli amministratori pubblici che praticano “la legalità prima di tutto”. Un sistema  di potere e clientelare che potrebbe essere ora sconvolto.

L’impunità non è mai stata un’assicurazione a vita. Neppure nei regimi totalitari.

Con l’augurio (umano) che resti lontano, nonostante tutto, il tintinnio di manette (R.S.)  

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