Vado Ligure e Savona Fronte del mare

Potrebbe sembrare un titolo ironico, invece racchiude le stesse chiavi di dilazioni e tradimenti che abbiamo visto nella realtà relativa agli sviluppi della politica manifestatisi in quelle punte di iceberg quali la piattaforma per terminal container ed il rigassificatore Alto Tirreno in entrambi i comuni di Vado Ligure e Savona.
Leggo l’articolo dello scorso 2 c.m. dell’Ing. Roberto Cuneo e quanto postato da me su FB nell’Aprile 2012.

Questo presenta dei buoni punti condivisibili, ma resta i fatti passati e attuali; le posizioni prese ed un dialogo difficile tra le parti.
Riassumiamo in brevissimo che il terminal container non ha prodotto secondo le aspettative, contro un impatto visivo fortemente caratterizzato da aspetti industriali controcorrente alle scelte del Comune di Vado Ligure e della sua cittadinanza che già sofferenti delle crisi industriali economiche dei precedenti anni guardava ad una scelta di tipo turistico accessibile e meno elitaria di comuni come Albissola Marina, Bergeggi e Spotorno. In quel tempo, 2012, appunto, vi era un idea progettuale per l’utilizzo del pontile terminal rinfuse dell’Italiana Coke. Tale idea progettuale, almeno nella sua idea progettuale di base considerava la conversione del terminal rinfuse in pontile adibito a terminal GNL. Una installazione industriale come quella di Panigallia (SP).
L’onestà intellettuale e professionale, mi impone di evidenziare che l’impianto onshore di Panigallia insiste su una area turistica di grande rilievo ed interesse, quella del Comune di Portovenere che si colloca in una fascia medio alta di certo.
A mia memoria (nei trascorsi 50 anni) il mercato immobiliare dell’area Portovenerina, non ha avuto quelle che possiamo definire sofferenze, ma bensì ho potuto personalmente constatare uno sviluppo in termini di nuove costruzioni.

Rigassificatore  di Panigaglia

In termini di sicurezza industriale (Salute Ambiente e Sicurezza) nell’impianto di Panigaglia non si sono registrati incidenti o incidenti significativi rilevanti. Qui è bene chiarire le differenze tra le accezioni. Una rappresenta un evento che conduce o quale conseguenza danni a cose, persone e ambiente; mentre l’altro è rappresentato da un evento non prevedibile che potrebbe condurre a danni a persone, cose e ambiente e dove le misure di prevenzione non sono state applicate.
Era logico pensare allora nel 2012, che con un accresciuta competenza e tecnologie di sicurezza un simile impianto offshore in quel di Vado Ligure, potenzialmente, sarebbe stato più sicuro e non come divulgato in allora dalla Monica Giuliano una bomba in città.
Questa divulgazione ha attecchito sul territorio e ha prodotto la scelta negazionista a favore della costruzione a mare del terminal container.
Veniamo ad oggi. In uno scenario con similitudini ci troviamo di fronte all’argomento Rigassificatore Alto Tirreno. Tre soggetti principali: Economia, Politica, Cittadinanza dove rispetto al 2012 si consumano quei tradimenti e dilazioni detti all’inizio. Rivedere le proprie posizioni, i propri convincimenti è cosa giusta, ma non sempre è detto che sia anche buona.
Pare evidente che la decisione di trasferire la FSRU da Piombino a Vado Ligure sia decisione di natura squisitamente politica e che economicamente si possa semplificare in una speculazione. E tutto orchestrato da due dei tre soggetti principali. Infatti la Cittadinanza non è stata ascoltata prima della decisione. Ovvio che non sia restato altro da fare che costruire un Fronte del NO con le sue azioni.
Tuttavia ad oggi il cursus della realizzazione progettuale continua. A fronte di una insincera presentazione del progetto, lacunoso e discutibile in alcune delle sue parti da un lato e dall’irrigidimento sulla posizione del NO, ho timore personale che l’impianto verrà spostato nell’area prospiciente il litorale di Vado Ligure e del quartiere Fornaci di Savona e ben visibile anche dal prolungamento a mare e dalla fortezza del Priamar.

Golar Tundra

Ora prendiamo in considerazione alcuni dei dati più recenti: la Golar Tundra ha processato GNL per circa 1,8 miliardi di mc verso una sua capacità potenziale di 5 miliardi di mc annui. Aziende come ENI pur a detta loro investendo in soluzioni a minore impatto ambientale (biocarburanti), proseguono la ricerca con successo di giacimenti petroliferi e gassosi (Saipem 10000 per ENI in canale di Sicilia) (Estrazioni in Mozambico, Egitto e Costa d’Avorio), riportando profitti economici e bilanci in crescita. Viene lecito pensare che la transizione energetica non si realizzerà nei termini di tempo presentati alla gente comune, perché non è la gente comune a prendere queste decisioni, ma solo a subirle.

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Diventa importante perciò comprendere aldilà di un prodromico NO, dove sia possibile una soluzione che consenta alla Cittadinanza di partecipare attivamente e direttamente a queste scelta a scapito della Politica e della speculazione economica.
Io credo possibile un confronto onesto e aperto tra i tre soggetti principali, la cui pregiudiziale sia la costituzione di una Commissione Straordinaria Regionale in luogo di un Commissario Straordinario e che la commissione sia costituita in modo equitario da componente politica e rappresentanza della cittadinanza, fungendo da arbitro e sorveglianza sulla questione rigassificatore.
La CSR avrebbe il compito di ascoltare ed esaminare tesi e dati per giungere ad una decisione finale, senza precludere una possibile terza via che io personalmente ritengo ci possa essere.
E’ necessario chiarire un errore fondamentale Rischio = Pericolo Non è vero! Il Fuoco è intrinsecamente pericoloso in quanto brucia; se mi avvicino rischio di bruciarmi; se mi proteggo adeguatamente non mi brucio (prevenzione) il rischio è diminuito.
Detto ciò occorre un esercizio di onestà intellettuale e scientifica per affrontare l’argomento e sulla base di un esperienza professionale ben oltre i 30 anni, mi sento di affermare che ipotizzando la necessità, l’utilità e sia anche l’aspetto speculativo del progetto ci sono spazi per una terza via che tenga conto di una riduzione dell’impatto ambientale (processo della clorinatura dell’acqua), dell’impatto socio-economico (interessi correlati alle attività turistiche e ai patrimoni immobiliari esistenti) e della prevenzione in termini di sicurezza.
La Golar Tundra, non come qualcuno afferma nave non idonea; poi s’immagini dovesse aver bisogno di fermo in cantiere o di sostituzione è possibile il collegamento di altra unità. Per cui seppur vi fossero delle mancanze tecniche è possibile intervenire con adeguate modifiche.
Per gli altri aspetti anzidetti, ambientale e socio-economico che qui prenderebbero troppo spazio e necessitano di supporti grafici, mi sento di sostenere una variazione sostenibile che ho in bozza riservata.

Vincenzo Cuomo Comandante (Captain (nautical) Master Mariner \ Advisor presso Saipe

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