Siamo tutti meloniani e nordiani.
Siamo tutti meloniani e nordiani.
Affermazione o domanda?
No, non tutti e non sempre.
Crediamo in uno stato liberale e laico e, chi ci vuol ben ci segua.
Ci sono stati diversi giudizi sui primi passi del Presidente Meloni.
Non tutti positivi, anche da parte di chi la sostiene. Per alcuni ci sono altre priorità, sta sostenendo gli evasori col pos si pos no, avrebbe dovuto occuparsi degli ultimi. Cosa che per altro, chi se ne doveva occupare, la sinistra che ha governato nell’ultimo decennio, non ha fatto.
E per questo ha perso le elezioni. E ha lasciato l’Italia in queste condizioni. Certo, gli ultimi anni non sono stati di vacche grasse. Ma, anziché sostenere, o quantomeno, non ostacolare o danneggiare, chi tenta di rimettere le carte intavola, sparpagliate dagli ultimi avvenimenti negativi, non fanno che mettere i bastoni fra le ruote. L’ideologia è dura a morire. Solo alcuni gruppi che provengono da una sinistra illuminata e che potrebbero essere l’ago della bilancia, hanno dichiarato che faranno opposizione costruttiva, senza appiattirsi sul governo e non approvando tutto ma solo quelle proposte che, senza pregiudizi, ritengono utile e vantaggiose per tutti.
Così come hanno fatto aprendo alla proposta del Guardasigilli. Con approvazione unanime.
Tutto da approfondire, tutto da smussare, perfezionare e modificare naturalmente. Con una serie di emendamenti. E’ sceso dunque in campo sia per rimarcare i propri interventi, sia per dimostrare di non avere cambiato, o solo “annacquato” le sue idee liberali e garantiste.
Che cosa ha detto il ministro Nordio sulla riforma della giustizia e quali sono state le prime reazioni dei media? Molto positive.
Si è sentita , come di consueto, una voce dissonante, di uno che è fatto apposta per essere polemico e contrario. Da sempre. Non faccio nomi perchè sono certa che è sotto gli occhi di tutti. Si vabbè, magari a qualcuno è sfuggito. Marco Travaglio che ha dato a Nordio, nel suo editoriale, del “cosiddetto ministro della Giustizia” abbandonatosi a “nuovi anatemi a grappolo contro il mestiere che faceva (così almeno pare) fino all’altro ieri: il magistrato”.
Certo , ci vorrà tempo. Garantismo e certezza della pena. La riscrittura dell’abuso di ufficio richiesta dai sindaci, che pretenderà un mese di tempo. Tre mesi circa per la custodia cautelare. Separazione vera delle carriere, intervento nel sistema penitenziario, riforma delle intercettazioni. In sintesi estrema il programma per i prossimi cinque anni.
Qualcuno dice che è ovvio e piacerà a tutti. O quasi.
Che cosa si sarebbe inventato di nuovo, dunque, il Guardasigilli?
Semplicemente l’intenzione reale di portare avanti, con grande determinazione,
un programma che tutti hanno sempre gradito, previsto, promesso, ma che nessuno ha mai messo in atto.
Intanto Meloni deve difendersi da scriteriati, sicuramente malati di mente e quindi pericolosi che minacciano pesantemente lei e la sua bambina.
Ma non basta. Davanti alla Scala, che si prepara per la consueta prima di Sant’Ambrogio, si prepara una protesta, legittima forse ma composta da persone di ogni risma, dai contestatori dei centri sociali, ai collettivi, ai sindacati, ai lavoratori del teatro e altre categorie, fra cui anche medici per i presunti tagli alla cultura e alla sanità.
“Almeno la signora Meloni deve restare a Roma. Qui non è la benvenuta”. ” Meloni fuori dalla Scala”. Incredibile ma vero.
La signora Meloni?
Questo capita quando si è giovani, si dà molta, troppa, confidenza e, mi si consenta, si è donna?
Il Presidente del Consiglio della Repubblica italiana, suona decisamente in modo diverso.
Le istituzioni vanno rispettate, sempre e comunque.
Anche mentre si protesta, anche se, forse, per giuste motivazioni. Ma certo non perché, secondo i manifestanti, proverrebbe dal “fronte della gioventù”.
E’ stata eletta a maggioranza da cittadini liberi e democratici. Ha ricevuto l’incarico dal Capo dello Stato e la fiducia dal Parlamento.
E tanto basta per essere considerata la figura eccellente e più rappresentativa di uno dei poteri dello Stato. L’esecutivo.E per questo deve essere rispettata.
Overbooking nel Palco reale. Il Presidente del Consiglio in seconda fila. Il protocollo prevede che il Capo dello Stato e queil Capo del Governo non devono stare vicini. Al momento, mentre scrivo e l’opera è in onda, alle 18,05, dopo il Canto degli italiani e l’inno alla Gioia di Beethoven, europeo, non è dato sapere. Nel palco reale non l’ho vista.
Non fa bene a nessuno quanto sta accadendo in questi giorni. Né a maggioranza né a opposizione.
Francamente, non ho votato Meloni, nonostante ne riconoscessi le qualità. Ho voluto rispondere alla mia essenza liberale. Ma ero certa che il centro destra in cui ho militato da quando faccio politica, avrebbe vinto.
Ma dopo due mesi di governo in cui ha girato mezzo mondo, sempre ricevuta con tutti gli onori, e accolta con simpatia, quasi sempre parlando perfettamente la lingua del paese in cui si trovava, mi ha ulteriormente conquistato. Ammetto che non avevo molta fiducia sulle sue capacità di relazione all’estero. Mi sbagliavo.
Ha fatto una manovra imperfetta? Certo, perché anche lei e il suo staff sono esseri umani e hanno fatto quel che hanno potuto in un paese allo sbando.
Lei non è la fatina dai capelli turchini con bacchetta magica e i suoi ministri non sono il mago Otelma.