Senza governo dei “MIGLIORI” ora ne usciremo vivi?
I paesi democratici ricchi di “cervelli”, hanno la fissazione di affidare ai “migliori” le istituzioni culturali, burocratiche, politiche e finanziarie. E come sta “migliorando” a cannonate la vita dei popoli progrediti, grazie a l’ultima generazione mondiale di “MIGLIORI”, a memoria d’uomo, mai nessuno è riuscito a fare “meglio”. Speriamo che ora in Italia, il primo Premier Donna, ce la faccia a cambiare passo.
Invece di insaccare le istituzioni e i CTS, dei “migliori” parolieri disponibili per produrre parole, (leggi, decreti, regolamenti e scartoffie) e lasciare a quelli ritenuti “peggiori” l’eroica fatica di tenere in vita l’intero popolo producendo salari e ricchezza tassabile nell’imprenditoria, faccia alla rovescia.
Impieghi da produttore di ricchezza nel mercato e nelle professioni “CHI SA FARE”, ed escluda i “parolieri”. Che esentati da qualunque mansione concreta è probabile facciano meno danni a chi si spacca il cervello in funzione del bene comune.
Che sia stato per secoli il locomotore culturale a trainare l’umanità sulla via del progresso democratico è assolutamente certo. Ma trainando trainando, siamo passati dai quattro “cavalli” intellettuali all’origine, a milionate di “socrati e pitagori” solo in Italia. E il rischio che un tale spreco di “im” “potenza intellettuale” possa accompagnarci “delicatamente” verso l’autodistruzione non è per niente remoto.
Nella storia dell’umanità, mai nessun popolo è arrivato al capolinea perché governato da stupidi o incapaci. Chi crede questo, viene indotto a impiegare nelle istituzioni le migliori teste d’uovo. Invece, più che governanti capaci, servono GOVERNANTI ONESTI, perché i popoli soccombono solo per la criminalità dei potenti.
La stupidità e l’incapacità di burocrati e politici, ai geni di adattabilità dell’imprenditoria italiana in primis, non tolgono né il sonno né l’appetito.
È la criminalità “a norma di legge” dei poteri e dei potenti a condannare al fallimento gli imprenditori e alla disoccupazione i lavoratori.
Persino le multinazionali soccomberebbero ovunque se non avessero nella delocalizzazione la possibilità di sfuggire a l’assalto alla diligenza congiunto: di banchieri, esattori e onestissimi fornitori di “disservizi”, (vedi attuali aumenti di luce e gas).
In Italia la metà della corrente elettrica proviene da fonti rinnovabili e costa un quinto del prezzo del gas. Ma ai consumatori viene fatturata come fosse tutta prodotta col gas.
Come comprare un costoso pane di semola, col 50% di crusca, che al panettiere costa un quinto della semola e venduta al prezzo di semola gli rende una barca di soldi.
La truffa che si sta consumando adesso in Italia sulle forniture di luce e gas, non ha precedenti storici.
E il sistema economico italiano, (già devastato da pandemia e guerra) arranca ormai quasi da malato terminale, e rischia di tirare le cuoia in pochi mesi, se le “MIGLIORI” sanguisughe EUROPEE E MONDIALI, al nascente governo Meloni impediranno di cucire una toppa sul buco del collasso economico imminente.
Franco Luceri da il rebus della cultura