OTTO MARSEUS VAN SCHRIECK

Il quadro che prenderemo in considerazione questa volta è quello di un autore fammingo-olandese che però visse in Italia molti anni perché estremamente apprezzato dalle corti romane e fiorentine e quindi lasciò molta produzione di suoi quadri in Italia.
OTTO MARSEUS VAN SCHRIECK, Sottobosco con piccoli animali, olio su tavola cm. 33×23.

PUBBLICITA’

Provenienza: Asta Boetto, Genova 01/12/1992, lotto n. 436 (come ‘Natura morta con ramarro). Due tavolette di rovere unite da parchettatura antica. Sul retro antica etichetta ovale di carta ‘Otto Marseus 2727 AR 250 F° e vecchia fotocopia di expertise. Comice in finta tartaruga e intagli d’epoca dèco.
Il quadro, che preferiamo indicare come Sottobosco con piccoli animali, raffigura le sponde di un piccolo ruscello con rocce ricoperte da licheni, foglie lanceolate, funghi rossi e piccoli fiori, in cui agiscono un ramarro, una chiocciola, un serpente che tenta di ghermire una piccola farfalla azzurra, un’altra farfalla più grande (una cavolaia?) che sta per posarsi su uno stelo fiorito.
Si tratta di un’opera del tutto caratteristica di Otto Marseus van Schrieck (Nimega, 1619-Amsterdam, 1678), che occupa una posizione assai importante e particolare tra i pittori di nature morte olandesi. Marseus rappresenta per lo più piccole porzioni di bosco e si cura di renderle in ogni dettaglio: un sottobosco fitto, un microcosmo nascosto nell’oscurità nel quale ‘intrattengono, gli uni vicini agli altri rane, rospi, serpenti e lucertole che lottano per la sopravvivenza. Marseus conosceva molto bene il comportamento di questi animali; si sa che allevava personalmente rettili e serpenti (N. Schneider). Il mondo figurativo di Marseus non è ovviamente alieno da riferimenti religiosi, secondo l’ottica della pittura protestante, anzi è il significato religioso che spesso determina la scelta e la compresenza delle diverse specie animali. Nel presente caso ramarro e serpente, ‘animali impuri’ secondo la bibbia (fra gli animali che corrono rasenti al suolo….questi siano per voi impuri, chiunque li tocchi quando sono morti sia impuro sino alla sera Levitico 11, 29 segg.) attentano alla vita della farfalla, da epoca antichissima simbolo di Psiche, e successivamente simbolo cristologico della resurrezione in quanto il bruco risorge a nuova vita quale farfalla dopo l’apparente morte come crisalide.
L’attenta cura dei particolari e la minuziosa resa dei vari elementi animali e vegetali del sottobosco riportano direttamente alla mano del maestro: sappiamo del resto che Marseus, a differenza di molti olandesi, realizzava le sue opere senza aiuti; non esistono pertanto opere della bottega di Marseus ma opere autografe e opere di imitatori. Certamente nessun imitatore poteva arrivare alla stupefacente resa dei licheni sulla roccia (quasi una firma di Marseus; li ritroviamo infatti in primo piano vicino al rospo nel suo capolavoro, la Natura morta con insetti e anfibi, del 1662, Braunschweig, Herzog-Anton-Ulrich-Museum, come pure in molte tele e tavole delle raccolte fiorentine), o alla illusione ottica del riflesso della luce sulle gocce di rugiada sopra i mirtilli, nei pressi della lumaca.
Marseus ebbe una lunga e fruttuosa permanenza italiana, tra Roma e Firenze. Sembra fosse a Roma nel 1648 assieme al collega più giovane, Matthias Withoos.

Successivamente, forse su invito di Leopoldo dé Medici, che lo conobbe a Roma secondo la testimonianza dell’Houbraken (1 718-21, 1753, Il, p.187) si trasferì a Firenze, per trattener-visi a lungo come affermato dallo storico olandese: è certo però che egli era di nuovo in Olanda (forse visitando prima la Francia e l’Inghilterra) nel 1657.Stabilitosi ad Amsterdam, prese moglie e vi dimorò sino alla morte (M. Chiarini, 1989). A testimonianza del soggiorno fiorentino restano numerosi quadri nelle gallerie pubbliche della città, catalogati da Marco Chiarini. Va sottolineato peraltro che i contatti con la corte medicea proseguirono anche dopo il ritorno in patria del pittore. I Medici, e in particolare Cosimo Il, nipote del cardinale Leopoldo, erano ovviamente interessati soprattutto all’aspetto scientifico della rappresentazione di insetti e piccoli animali; raccolsero infatti un’importante collezione di dipinti di soggetto botanico e zoologico nella villa detta “la Topaia” presso Castello, nella quale trovarono luogo anche alcuni quadri del Marseus.
Lo scrivente concorda con M. Chiarini sul diretto riferimento a Marseus di tutti i quadri catalogati presso le collezioni pubbliche fiorentine, da 43. 128 a 43. 144, con la eccezione del n. 43. 136, Piante, farfalle e rettili, che pare riferibile a Matthias Withoos (Amersfoort, 1627 – Hoorn,1703). Il n. 43. 145, Piante, animali e insetti, è invece certamente opera di un imitatore della cerchia di Maseus. Non concorda con l’attribuzione a Marseus del Paesaggio con piante, lumache e farfalle del Museo Civico di Vicenza (C. Limentani
Virdis, D. Banzato, 1990 p. 138), per la pre-enza di un brano di paesaggio con figu-e che sembra estraneo allo spirito dell’artista. Per questa tela suggerisce un confronto con un Paesaggio con armenti, firmato da Cornelis Bega (Haarlem, 1620 – 1664), passato all’Asta Finarte n. 908, Milano 18-10-1994, n21.Renato Giusto

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.