Note a margine degli Xenia: Xenia I, 3

Xenia I, 3
Al Saint James di Parigi dovrò chiedere
una camera ‘singola’. ( Non amano
i clienti spaiati ). E così pure
nella falsa Bisanzio del tuo albergo
veneziano; per poi cercare subito
lo sgabuzzino delle telefoniste,
le tue amiche di sempre; e ripartire,
esaurita la carica meccanica,
il desiderio di riaverti, fosse
pure in un solo gesto o un’abitudine.
Il poeta pensa che se andasse a Parigi, andrebbe al Saint James.
Non formula neppure un’altra ipotesi. La dà come una scelta obbligata.
Lo stesso se andasse a Venezia: sarebbe nel “tuo” albergo.
Che lì come nella capitale francese non amino i clienti spaiati ( anche nelle tante situazioni del quotidiano e non solo nel front office di una reception, spaiato è molto peggio che solo ), lo costringerà a prendere una stanza singola: un’ulteriore pietra sul confine tra passato e presente.
Però almeno, per un insopprimibile pellegrinaggio laico, andrebbe subito a visitare ( nascostamente cercando ) lo sgabuzzino delle centraliniste, il posto pubblico dove si parla in privato nell’urna della cabina; e dove esse, anonimi gestori, alla Mosca sarebbero idealmente andate bene come destinatarie di una telefonata di ripiego sottovoce, per il semplice gusto di conversare in tono ovattato e segreto del più e del meno, se fosse fallita quella ad un intenzionale destinatario, il cui telefono avesse squillato a vuoto o dato occupato.
“Subito” è un avverbio che va collegato due versi dopo a “e ripartire, esaurita la carica meccanica”, perché è frutto di essa: immediatamente, insomma, giunto in albergo, egli è spinto a reimmergersi nello stesso ambiente che lo aveva visto con la moglie.
E’ una rivisitazione del luogo e una visitazione postuma e immaginaria della moglie in quel luogo.
Loro, “le tue amiche di sempre…”, sono anche le responsabili dell’unico verso irregolare: un endecasillabo ipèrmetro.
Gli altri sono endecasillabi regolari, di cui ben 5 sdruccioli, ostici da individuare; talché, se ce ne fosse il caso, stanno in modo lampante a dimostrare una rara abilità sul versante dell’inventio metrico-lessicale.
Ma quello che soprattutto colpisce è l’elevatissimo numero di enjambement, 7 su 9 ( il decimo verso ovviamente, essendo l’ultimo, non può fare enjambement ), che vanno a comporre un testo con parole più calcate di altre.
L’ambientazione è in due alberghi raffinati ( sappiamo con certezza che quello di Venezia era il “Danieli”, apprezzato dalla moglie per quel tanto di kitsch che un poco lo abbassa e in questa kenosi glielo fa sentire più “suo” ) di due città raffinate, presenti tuttavia per l’esclusivo spazio della citazione.
Con pochissimi tratti Montale riesce a creare un impatto vagamente crepuscolare: tra malcelato disappunto del receptionist e tentativo di imitazione orientaleggiante, sembra parli di alberghi di provincia, dimessi come lo è il suo stato d’animo.
La parentetica ( Non amano / i clienti spaiati ) che per definizione ha un’autonomia limitata, qui è posta invece in maniera inconsueta isolata tra due frasi. In tal modo, vale per entrambe.
Il poeta si sente a disagio, inutile e spaesato come fosse l’unica lama rimasta delle due necessarie per le forbici, o l’unica ganascia delle tenaglie, o, di più, visto il contesto offerto dai due Xenia precedenti, l’unica lente degli occhiali; oggetti, tutti, sensati solo nella simmetria, e al di fuori di essa nulli; estranei e patetici anche a se stessi.
Infine, trascorsa la carica meccanica, si lascia andare al “desiderio di riaverti” ( “ripartire” infatti è da intendersi transitivamente, col significato di far ripartire, riattivare ).
Far ripartire, dunque, il desiderio della replica di un gesto o di un’abitudine testarda che interrotta egli sogna ( senza speranza, ma lo stesso sogna ) gli resusciti, ripescandola dal passato per una manciata di istanti, la vita.