“Mercurio o Hermes” disegno inedito a penna su carta e acquarello di Lazzaro Tavarone (1556 -1640?)

Lazzaro Tavarone nacque a Genova nel 1556.
I genitori non dovettero faticare a scoprire la sua inclinazione alla pittura e cercarono di assecondarla. Non avevano molte possibilità materiali ma erano dotate di parecchia intelligenza pratica e lo dimostrarono affidando al pittore più noto che in quel tempo potesse trovarsi a Genova, Luca Cambiaso.
Lazzaro Tavarone, chiamato Pittore Solitario perché non ebbe allievi illustri ricevette anche l’epiteto di l’Affrescante perché fu la sua più grossa attività quella degli affreschi, ma ebbe anche una capacità notevolissima di disegnare appunto bozzetti per affreschi.
Presentiamo qui un inedito disegno dell’autore, che ben corrisponde all’insegnamenti del maestro, che raffigura Mercurio dei latini o Hermès dei greci.
Il Tavarone sulla scia del Cambiaso e dal Bergamasco, praticava lo studio del nudo come preparazione delle figure dei suoi affreschi. Il suo interesse per il disegno dal vivo, contemporaneo a quello dei Carracci, è evidente in questo foglio che presenta una figura virile giovanile ammantata, illuminata da destra imposizione di profilo che estende la gamba destra e piega il braccio destro sul petto con le ali ai piedi e sul berretto o pètaso e che tiene nella sinistra il Caduceo come uno scettro.
Bianco con il manto azzurro con gran panneggio che il tocco energico fa di differire considerevolmente dallo stile del Bergamasco e i panneggi angolosi accento non l’affinità del Tavarone con il Fiasella piuttosto che con i contorni arrotondati e ondulati di Bernardo Castello.
Nell’opera del nostro autore, che ebbe una lunga carriera, che fu un artista molto prolifico, le mani di questo di disegno estrinsecano con certezza indubitabile l’eredità del maestro che ricorda l’attività giovanile “di prima maniera di gigantesco disegno” attestata dal Soprani ancorchè le dita hanno tutte le caratteristiche cuboidi del Cambiaso (vedi Ercole e il leone di Luca Cambiaso articolo di Bruno Barbero).
Mercurio appare, come merita, con la regalità del Dio

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I disegni fatti prima sulla pergamena, poi tracciati sulla carta “bambagina” con penna che in origine era di canna poi di penna d’oca, mentre frequentemente di corvo, gallo e cigno, secondo a A. Arvelino nel Trattato dell’architettura (1464) furono considerati “il principio e il fondamento di ogni arte”.
Mercurio romano, Hermes greco, dio del commercio del guadagno e anche protettore dei ladri o interprete e messaggero degli dei, deriva il suo nome dalla mercanzia a Mercilus o meglio Merciur Cura o forse Medius Currens o Medius come inventore della parola interprete dei pensieri degli uomini.
Era rappresentato nell’iconografia iconologia come un giovane virile, agile come vali al suo berretto o Pètaso ed ai talari con il Caduceo in una mano ed una borsa dall’altra.
Inventò la lira e piantò l’ulivo. I greci narrano che la catena d’oro che gli usciva di bocca si attaccava le orecchie di chi voleva condurre, significa che incatenava gli animi e i cuori con la dolcezza della sua eloquenza. Dio dei ladri si dice che avesse in involato il tridente a Nettuno, le frecce ad Apollo la spada a Marte le tenaglie vulcano e il cinto a Venere, e mentre Giove rideva di cotali furti gli rapì il suo scettro, gli avrebbe persino rapito la folgore, ma intoccandola il ladro si scostò le dita.
Il Caduceo rappresenta un raggio solare, Mercurio è il pianeta più vicino al sole è quello che percorre il suo giro intorno al sole in un minor tempo ed è anche un semi metallo detto comunemente argento vivo così chiamato per la sua volatilità, che noi i medici ben conosciamo per le sue proprietà e i suoi difetti, del quale, forse, misurando la pressione arteriosa ho un paziente, con lo sfigmomanometro elettronico, sentiremo la mancanza.

Renato Giusto




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