LO STATO ETICO

The government never lets a crisis go to waste
[Il governo sa sempre sfruttare le crisi a suo vantaggio]

[Premessa. In questo articolo quasi tutte le immagini mostrano freddi grafici. Del resto, trattando di movimenti monetari, non avevo altra scelta per avallare quanto scrivo. Ma penso che il testo scorra in maniera accessibile anche a chi non abbia dimestichezza coi numeri. Invito pertanto a vincere la prima ritrosia, in quanto siamo alla vigilia di un cambio radicale dello scenario monetario; e tutti noi, esclusi forse i miliardari, ne saremo coinvolti].

Nel concludere il mio articolo, apparso sul numero precedente di Trucioli Savonesi [VEDI], accennavo all’executive order 14067, firmato il 9 marzo 2022 dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sottacendo il suo potenziale attentato alla già traballante libertà che i governi occidentali concedono al loro cittadini. Per tacere di quelli orientali.
Prima di procedere col discorso, facciamo un breve flash degli eventi che hanno maggiormente inciso sui paradigmi monetari.
La crisi finanziaria del 1907 funse da solido argomento per l’istituzione della Federal Reserve nel 1913, la cui dichiarata funzione fu il mantenimento del potere d’acquisto del dollaro. Un obiettivo miseramente mancato, come può evincersi dal grafico seguente.

Il successivo mutamento dello scenario si ebbe a Bretton Woods nel 1944, quando gli USA, in quanto maggiore potenza economica mondiale, imposero il dollaro come moneta di riserva e di scambio internazionale, garantito dalle riserve auree di Fort Knox, al tasso ufficiale di $ 35/oncia. Forti di questo status ufficiale, che elevava il dollaro a moneta mondiale riconosciuta, gli USA si dettero a stamparne in quantità sproporzionate alle loro riserve auree, in perfetto stile falsario, spadroneggiando nel mondo come i suoi unici padroni. Il rovescio della medaglia, è il caso di dirlo, fu una crescente richiesta di conversione dei troppi dollari circolanti in lingotti d’oro, assottigliando le riserve auree americane. Si verificò qualcosa di simile a quando nel gioco del poker si arriva al fatidico “vedo”, per scoprire le carte dell’avversario.
Ciò portò infatti a quello che venne definito il Nixon shock del 1971: una brutale dichiarazione di insolvenza, superata con l’imposizione del dollaro anche senza garanzie auree, ma con la minaccia e l’uso patente o latente della forza. Ne seguì, come prevedibile, una perdita di fiducia nel dollaro, che quindi accelerò ulteriormente la sua discesa come riserva di valore, e quindi di potere d’acquisto: vedi grafico seguente.

Certe decisioni, permesse dalla forza anziché dal diritto, si ritorcono col tempo contro chi le prese. Il debito pubblico statunitense ha superato il tetto dei $ 32 trilioni; mentre il debito privato ha continuato a crescere, arrivando a superare i $ 17 trilioni. Una spirale che mina la credibilità internazionale degli USA [VEDI]

Non essendoci comunque altre valute con alle spalle una potenza economica paragonabile a quella americana, il dollaro continuò ad essere usato come riserva di valore, al pari dell’oro, dalle banche centrali mondiali.

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Parallelamente, tuttavia, il governo USA si fece prestare dalla Fed quantità crescenti di dollari, aumentando a dismisura il suo debito pubblico (v. grafico sopra) di oltre 30 volte! I cittadini americani non furono da meno, grazie alle compiacenti carte di credito/debito, spendendo ben più del proprio reddito e ponendo le premesse per la crisi finanziaria del 2007-2008 e, in prospettiva, la prossima ventura.

Un effetto collaterale del possedere la valuta comunque più ambita fu quello di poter comminare arbitrariamente sanzioni economiche alle nazioni (rogue states: stati canaglia) dissenzienti dalle regole fissate e fatte valere da FMI e Banca Mondiale, create a Bretton Woods proprio come stampelle dell’egemonia del dollaro. Gli USA finirono con l’abusare anche di questo potere, mettendo recentemente all’angolo la Russia e congelando, anzi sequestrando, $ 630 milioni depositati in banche americane.
Questa però fu la goccia che fece traboccare il vaso, in quanto mise in allarme tutte le altre nazioni, che si sentirono parimenti minacciate e quindi stimolate a trovare una via d’uscita dall’asservimento al dollaro americano. Questa diffidenza fu devastante per i signori del dollaro, accentuandone drammaticamente la caduta nell’ultimo anno, con un effetto simile a quello del Nixon shock di mezzo secolo prima, come emerge dal grafico qui appresso.

Le banche centrali si stanno disfacendo del dollaro come valuta di riserva, tornando a privilegiare l’oro, in un replay di quanto accadde prima del 1971.

Se gli USA riuscirono a frenare le ambizioni di Saddam Hussein e Gheddafi di accettare o creare valute alternative al dollaro, uccidendoli entrambi e invadendo i loro Stati, non potranno di certo ripetere gesti simili contro un coacervo di nazioni praticamente non assoggettabili militarmente, come la Cina, l’India e la stessa Russia, anche se ci stanno provando, tramite la Nato.
Naturalmente il governo americano è ben consapevole di quanto sta accadendo ed è giocoforza il suo correre ai ripari, per non perdere lo scettro monetario, con tutto ciò che ne conseguirebbe ai livelli economici, sociali, militari. Ma esistono ripari ad un debito crescente se non limitando le spese? Questo è il dilemma che il mondo di oggi tenta di risolvere senza intaccare il cancro di base: il consumismo come stile irrinunciabile di vita.
Siamo pertanto verosimilmente alla vigilia di un nuovo mutamento paradigmatico delle regole monetarie, e quindi degli assetti di potere, su scala mondiale, a cominciare proprio dal gigante americano.

“La de-dollarizzazione (fuga dal dollaro) è reale e veloce. Le nazioni stanno riducendo le proprie riserve in dollari 10 volte più in fretta che nei due decenni precedenti”. Peter Onge, The Economist

Nel mio precedente articolo ho posto in evidenza i vari executive order dei rispettivi presidenti attraverso tutto il ‘900; e ho fatto solo cenno all’ultimo di essi, il 14067, firmato il 9 marzo 2022 da Joe Biden. Si tratta dell’ingresso a gamba tesa del governo per regolamentare il mercato delle criptovalute e difendere –per l’ennesima volta- il dollaro dalla sua pericolosa deriva verso l’inconsistenza. (Per inciso, non vedo un nesso logico diretto tra causa e previsto effetto). Come nei precedenti “editti”, le motivazioni sono sempre lodevolmente tese all’interesse del popolo americano. In realtà, ogni crisi, prodotta da precedenti miopi misure, viene utilizzata per limitare le libertà individuali ed introdursi nella sfera privata dei cittadini, ultimamente in nome di una presunta e pretestuosa “sicurezza” (un termine poco presente prima di un altro grande spartiacque a livello mondiale: l’attacco alle Torri Gemelle dell’11/09/2001).
Nei circa 18 mesi intercorsi dal succitato “editto”, governo, Fed, primarie imprese tecnologiche, grandi banche d’affari e top manager del calibro di Elon Musk, Bill Gates, Mark Zuckerberg, Jeff Bezos e simili abitatori del Gotha, ne hanno congiuntamente architettato il programma attuativo, sintetizzabile nell’emissione ex abrupto del dollaro digitale, in sostituzione del dollaro attuale (dollar recall). Ma non si tratta della semplice versione pubblica delle attuali criptovalute private. Si tratta di una vera rivoluzione. Dall’alto.

Jeff Bezos e Bill Gates. Al pari di altri loro simili quanto a ricchezza, costoro si sono già premuniti contro gli esiti perversi dell’avvento dei CBDCs in sostituzione del dollaro. Al contrario di noi VNP, il loro problema è cosa farsene di decine di miliardi di dollari: dove investirli, o come spenderli per trarne il massimo profitto, o piacere personale. O stanno forse giocando col fuoco? Con un governo sempre più prossimo al soviet, nessuno potrà dormire sonni beati

I soldi che si trovano sui conti correnti saranno d’imperio tramutati in dollari digitali (CBDCs, Central Bank Digital Currencies), nel volgere di una notte, di un weekend o di una vacanza (non dimentichiamo che la Fed fu istituita il 23 dicembre 1913; e il Nixon shock ebbe luogo il 15 agosto 1971). Si tratta di una differenza cruciale, in quanto la Fed, al di sopra persino del fisco, avrà libero accesso ai conti correnti di tutti i cittadini, con la facoltà di gestirli a proprio insindacabile giudizio. Di ogni persona, attraverso il suoi soldi digitali, la Fed avrà un quadro completo, essendo a conoscenza di come spende, o riceve, il denaro.
Non solo: di ciascun cittadino saprà tutto (e a questo riguardo noi italiani siamo già vittime sacrificali), ma avrà anche il potere di interdire pagamenti di merci o servizi contrari alla politica nelle sue varie forme: comportamentale, sanitaria, ambientale, e così via. Per fare un esempio banale, se tu sei sovrappeso, o addirittura obeso, alcuni cibi o comportamenti ti saranno preclusi, ad es. bloccandoti il pagamento di un cibo non considerato idoneo alla tua salute, all’atto di pagarlo alla cassa di un negozio o di un supermercato. Qualunque tuo movimento, anche minimo, di denaro, sarà monitorato e, se del caso, interdetto dalla banca centrale. Tutto questo, al solito, a tutela della salute tua, di quella collettiva e di quella ambientale. Si instaurerà, insomma, una inedita dittatura socio-sanitaria e ambientale, come preconizzavo su queste pagine qualche anno addietro, e di cui il Covid ha fornita l’occasione per una prova generale.

I trapianti di organi umani, salutati sulle prime come una grande conquista della scienza, si sono trasformati in molti casi in merce, più o meno legale, con tanto di prezzi: un ghiotto mercato per le mafie transnazionali. Molti migranti, specie minori soli, sono una preda ambita dai trafficanti di organi. Un orrore sottovalutato

Viene qui fatto di riflettere sulla situazione di chi, vessato in questo modo dallo Stato attraverso la sua longa manus finanziaria, venga ridotto alla nullatenenza. Un individuo simile non serve più allo Stato, in quanto non più tassabile né sanzionabile; quindi, è solo un peso. Se i suoi beni esterni sono svaniti, rimangono però i suoi organi. Se questa può suonare come una conclusione atroce, si consideri che in paesi come la Cina dai condannati a morte si estraggono gli organi per usarli al più presto nei centri di trapianto. Questo potrebbe essere il primo passo verso un ampliamento della procedura, applicandola anche ai carcerati di lunga detenzione (a quanti di loro vengono espunti o quanti di loro vengono uccisi per i loro organi?) [VEDI] e infine a chi è stato spogliato di ogni bene. Già oggi la Cina è meta di persone in attesa di trapianto di un organo, come denunciato dal chirurgo Ignazio Marino [VEDI]. Come si vede, di passo in passo, l’essere umano può scadere verso l’irrilevanza, da persona a semplice insieme di organi, con tanto di cartellino prezzo.

Questo è il sigillo registrato dell’executive order 14067 citato nel testo. Scopo dichiarato: garantire alle valute digitali uno sviluppo responsabile. E quale miglior garanzia di farne una pubblica? Tuttavia, non [mi] è chiaro perché il dollar recall(abrogazione del dollaro) venga sbandierato come stratagemma per il mantenimento del dollaro come valuta di riserva mondiale. Un rimedio tardivo? Una pia illusione?

Una lista di oltre 110 medie e grandi banche USA, tra le quali colossi come JP Morgan Chase, Citigroup, Wells Fargo, Goldman Sachs, hanno aderito al programma pilota Fed Now, considerato il cavallo di Troia dei CBDCs. Numerose altre banche centrali, d’altronde, stanno già studiando o varando divise digitali. E la BCE non è certo rimasta a guardare, essendo già ad uno stadio avanzato della sperimentazione al riguardo.
Ciascuna valuta vorrà passare al “digitale pubblico”, in nome della regolamentazione del digitale privato (criptovalute), facendosi forza della diffusa illegalità di quest’ultimo, che ben si presta a riciclaggio di denaro sporco e per le pratiche più turpi. E, mentre professano di voler rimediare ad una stortura, i governi accumulano potere, ossia tramutano la libertà dei cittadini in una progressiva sorveglianza. E nel gioco non possono mancare i veri reggitori della politica, ossia il summenzionato clan degli ultra-ricchi, che da ognuno di questi provvedimenti, non solo escono indenni, ma addirittura ancora più ricchi.
Il mesto risultato di tutte queste mosse, fatte all’insaputa dei cittadini, che le apprendono all’atto stesso della messa in opera, sarà la deriva delle cosiddette democrazie occidentali verso le ferree oligarchie orientali, dove la libertà, anche a causa dell’abnorme numero di abitanti in spazi vieppiù ristretti, non può che essere un lontano ricordo o un miraggio.

P.S. WallStreetItalia del 23/07/2023: Riforma fiscale, cosa potrebbe cambiare. Il nodo dei prelievi forzosi 
 Come si vede, anche l’Italia non vuole essere da meno degli USA nella marcia verso la totale abolizione della privacy banco-monetaria.

Marco Giacinto Pellifroni  23 luglio 2023

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