L’involuzione culturale italiana: dagli analfabeti protagonisti, agli intellettuali comparse

Dio è venuto fra noi per mostrarci che il mondo possono cambiarlo solo i poveri, in quanto maggioranza democratica votante e protagonista. O non è in grado di “miracolarlo” nemmeno LUI che in croce c’è finito già per difendere i poveri dal cannibalismo dei ricchi.
Ma in Italia, il mondo della cultura è strenuamente impegnato in finalità filantropiche alla rovescia.

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I nostri intellettuali, stravolgendo la realtà, hanno sempre definito i ricchi paperoni del mercato e della finanza, come “poteri forti” che dettano legge, pur essendo nelle democrazie una insignificante minoranza politica.
E io come un autentico cretino per 36 anni ci ho creduto e scritto che gli invincibili e Intoccabili nemici dei poveri sono le multinazionali pigliatutto e la finanza strozzina a prescindere.
Invece, le poche decine di trilionari mondiali che passano per cannibali dell’umanità, in massa, non sarebbero abbastanza autonomi nemmeno per grattarsi il naso; se i “cervelloni” della cultura al loro servizio, non gli curassero l’appetito: gli affari sporchi, luridi e assassini, e la qualità e quantità delle proteine, rendendo giuridicamente sfruttabili: interi popoli (Vedi Italia) e interi continenti (Vedi Africa).
E al punto in cui sono ridotti i poveri del mondo, che oggi muoiono più per la concentrazione di ricchezza che ieri per la povertà diffusa, due domande sorgono spontanee:
1) o gli umani poveri sono una razza speciale di “scemi del villaggio” decerebrati e resistenti a qualunque tentativo di insegnamento e perciò condannati a nascere e morire ignoranti, sfruttabili e poveri, persino dove la ricchezza straripa. (Ma poi qualcuno dovrebbe spiegarci perché senza scuole, prof. e lauree, il mondo era pieno di geni che per millenni ci hanno regalato capolavori immortali.)
2) oppure “i sottuttoio della cultura”, con le loro “notevoli” capacità formative, informative e amministrative, sono una razza speciale di benefattori (al migliore offerente) per “poveri” cannibali miliardari di buon appetito.
Da degni compagni di merende di banchieri e industriali, gli “intellettuali” formano e informano popoli con la “giusta cultura” per essere sudditi impotenti e inoffensivi della classe politica disonesta, nonché sfruttabili dal mondo economico e finanziario rapace e guerrafondaio.
Giusto per capirci, grazie all’istruzione obbligatoria, nelle aule scolastiche e a seguire, nelle redazioni, il mondo della cultura trasforma gli analfabeti protagonisti, in laureati comparse, che corrono felici a consegnarsi agli sfruttatori, scambiandoli per “salvatori”.
Senza una maggioranza capace di autogovernarsi concretamente, le democrazie e le costituzioni più belle del mondo servono solo alle minoranze rapaci di saggi, ricchi e potenti, per gli affaracci loro.
Si riuscirebbe a cambiare la politica economica da assassina a salvifica, solo maturando i cervelli dei poveri e degli sfruttati che in democrazia sono la maggioranza votante e se bene istruita, protagonista.
Ma a questo mondo, i veri pedagogisti amici dei poveri e non servì dei ricchi, finiscono in croce peggio del Padreterno, perché ai cannibali dell’umanità servono solo popoli resi dormienti e inoffensivi, dal moderno “CULTURAME” spacciato per cultura.
Franco Luceri da il rebus della cultura

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