…Le ultime dalla chiesetta del monte Ornato

Quel triste simbolo sopra la città
La Chiesetta sul monte Ornato

Vorrei spendere qualche frase su un argomento all’ordine del giorno: la decisione della giunta di non partecipare al bando per i fondi regionali di messa in sicurezza del territorio, relativamente al monte Ornato, dove si trova la venerata quanto trascurata chiesetta di N.S. degli Angeli. 
Vorrei parlarne, appunto, sia perché non se ne parla mai abbastanza, sia perché è bene siano fissati alcuni punti fermi, per evitare narrazioni distorte o parziali. 

Perché sia chiaro: è uno di quei casi evidenti in cui l’amministrazione savonese di scuse o alibi non ne ha manco mezzo, ed è bene rimarcarlo. La giunta afferma che per mancanza di risorse non riesce a predisporre il progetto e partecipare.  Invece il tempo c’era e le risorse erano reperibili. È un caso che stride, per contrasto evidente, con altre dichiarazioni e impegni nonché impiego di fondi pubblici su opere discutibili. Due pesi e due misure, dove il filo conduttore (in genere bipartisan) è sempre: occorre che ne abbia enorme e immediato vantaggio qualche privato. Se no niente.
Ne avrete letto, in questi giorni, sui media locali. Spero che i savonesi abbiano provato perplessità e dispiacere, ma se considerassero tutto probabilmente si aggiungerebbero frustrazione e rabbia. 

Perciò è bene ripercorrere brevemente la storia. 

Della chiesetta, del suo dolce panorama e delle lugubri mire speculative in agguato ne scrivevo già nell’aprile 2015…LEGGI

 Da allora non è che ce ne siamo stati a sospirare e piangere componendo elegie nostalgiche: abbiamo fatto tutto il possibile per aiutare i comitati che cercano di salvaguardare quel bene comune, tutto quel poco che si poteva, come opposizione, per suggerire, proporre, ricordare, impegnare. 

L’ultimo è il punto dolente: impegni, appunto, disattesi. 

Per questo, pur apprezzando la compattezza attuale della minoranza nel protestare contro la decisione di rinunciare al bando, rivendichiamo il nostro ruolo attivo e tutt’altro che di “quelli del no” e mugugnoni come ci vorrebbe qualcuno. 

 Anche perché chi è ora minoranza non è che quando era maggioranza, inteso come partito, non come persone, si sia speso più di tanto, eh…

Dunque, ripercorriamo la breve cronologia. 

Il nostro primo ordine del giorno per chiedere di preservare la chiesetta e l’ambiente naturale intorno, contro incuria e vandalismi non casuali, è del 22 marzo 2016.

Con “ammirevole” senso di democrazia e ruolo istituzionale, i consiglieri di maggioranza, già impegnati in campagna elettorale, se ne escono al momento di mozioni e odg, facendo mancare il numero legale su importanti argomenti. Idem nel successivo consiglio del 14 aprile 2016. Non viene presentato né discusso.

Lo ripresentiamo in uno dei primi consigli della nuova amministrazione, il 22 settembre 2016, e viene approvato all’unanimità.

Ma un ordine del giorno, lo ricordiamo, non ha una grande efficacia, è solo una dichiarazione di intenti. E infatti nulla segue.

 Veniamo a sapere in seguito che un gruppo di tecnici vicini all’associazione GPN10 che si batte per salvaguardare la chiesetta ha elaborato un progetto di messa in sicurezza del territorio e di adeguamento antincendio, che potrebbe rientrare benissimo in quelli finanziati totalmente con bandi regionali appositi.  Che questo progetto è stato presentato a vari esponenti di amministrazione e uffici, ricevendone più o meno blande approvazioni, che sono stati anche segnalati i bandi a cui partecipare, ma nessun impegno concreto.  E un primo bando va in scadenza, ma si presuppone verrà riaperto a breve, dunque sarebbe bene essere pronti. 

Decidiamo di attirare l’attenzione con una mozione. Una mozione, questa volta, ossia un impegno per la giunta. Siamo nel dicembre 2017. Attenzione: 2017. Ed era già un po’ che il progetto faceva il giro degli uffici.  

 Approvazione all’unanimità, tranne un consigliere che dice di essersi sbagliato a votare. Solo, i consiglieri di maggioranza chiedono che se ne possa parlare, magari una commissione dedicata… Nessun problema.

Passa un altro anno, e nulla di concreto accade. Sempre e solo approvazione generica, rimandi a questo o a quello. 

Giustamente i proponenti del comitato si chiedono cosa si debba fare perché una mozione venga rispettata. 

Ce lo chiediamo anche noi, e il 20 dicembre 2018, quando è passato un altro anno, presentiamo interpellanza riguardo il destino di mozione e impegni. Riceviamo risposte generiche ed evasive. Pare che trasformare un progetto di privati in pubblico e idoneo alla presentazione al bando sia impresa titanica, peggio che decifrare il lineare B o scrivere un poema in sanscrito. 

Non vi viene un lieve, lievissimo, impercettibile sospetto che si tratti di pretesti? 

Nel frattempo con molta calma qualche consigliere di maggioranza si attiva raccogliendo firme per chiedere la famosa commissione, e che finalmente il progetto sia illustrato in una sede pubblica e istituzionale.

Ciò che accade dopo è vergognoso. Continui rimandi e cavilli. 

Infine, e quasi con malagrazia, l’argomento viene aggiunto a una commissione sul s. Giacomo. Non mi dilungo perché ne ho già parlato in coda a un precedente articolo, chi vuole può… rileggerselo.

 

Aggiungo solo che la sparizione del vicesindaco Arecco e dell’ing. Delfino non è propriamente un bell’esempio istituzionale, nei confronti di tutti, consiglieri, cittadini, proponenti e soprattutto tecnici autori del progetto convocati, verso i quali si è mancato di un minimo di rispetto. 

L’epilogo si sa, la rinuncia a partecipare al bando, come era prevedibile. L’unica consolazione, magra, è che per una volta si sia dovuta dare risposta ufficiale, anziché rimbalzare i proponenti con mille scuse.

Sarebbe stato più corretto e dignitoso essere chiari subito, evitando questa agonizzante presa in giro. O forse i veri motivi erano troppo imbarazzanti per enunciarli?

Ecco dunque dove finiscono i propositi ambientali di questa amministrazione, nel nulla. 

Ecco come evapora il solito argomento della mancanza di fondi, smentito qui dai fatti. 

Ecco come viene rispettata l’iniziativa e la buona volontà dei savonesi. 

Non sappiamo se si tratti dei sospetti più che fondati di annosi interessi diversi su quella collina, che il progetto conservativo avrebbe contrastato, di semplice inazione burocratica, inefficienza o insipienza o un misto di tutto. 

Questo è il desolante risultato. 

 Milena Debenedetti  Consigliera del Movimento 5 stelle

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