La sinistra italiana negli anni

Chi non è di sinistra da giovane è senza cuore, ma chi non è di destra da vecchio è senza cervello
Wiston Churchill

Siccome anch’io ho un cuore, anch’io in gioventù sono stato di sinistra; ai tempi miei i veri giovani di sinistra, come il sottoscritto, leggevano interamente il Capitale di Marx, erano innamorati di Che Guevara e di Mao Tse Tung e, dulcis in fundo, qualcuno con le idee un tantino confuse, tifava pure per le brigate rosse.

La storia poi ha insegnato che di teoria non si vive, o perlomeno ci vivono ( bene) solo quelli che la narrano, ma all’atto pratico il popolo ha bisogno di cose concrete e allora le teorie, che non hanno mai funzionato, sono state per lo più gettate alle ortiche in tutto il mondo

Deng Xiaoping

Nel 1976, alla morte di Mao, in Cina era scoppiata la guerra di successione al grande rivoluzionario e in questa guerra ideologica, chiamata rivoluzione culturale, tutti facevano la gara a chi era più rosso, se non che vi era anche un piccolo uomo (di statura) ma grande di intelletto di nome Deng Xiaoping che ebbe l’ardore di dichiarare “ non importa se il gatto è rosso o nero, l’importante è che mangi i topi”.

Deng  Xiaoping corse il rischio di essere condannato a morte dalle guardie rosse, che erano le guardie dure e pure dell’ortodossia del comunismo cinese, capitanate dalla vedova di Mao Jiang Quing, ma alla fine la spuntò lui e nel giro di 40 anni , attraverso le sue riforme economiche di stile occidentale, la Cina è quasi diventata la prima potenza economica mondiale e si appresta a diventare anche la prima potenza politica; in questi giorni, anche per via della pochezza degli attuali leader occidentali, specialmente europei, lo sta dimostrando.

E Berlinguer

Enrico Berlinguer, al pari di Den Xiaoping, aveva ben capito che per redistribuire le risorse bisognava prima produrle e, anticipando i leader degli altri partiti comunisti occidentali, iniziava a dare una svolta pratica e moderna all’allora Partito Comunista Italiano, partito che a quel tempo rappresentava proprio la classe attiva e produttiva del Paese.

Un bel giorno Berlinguer disse che “La forza propulsiva del comunismo è terminata” e “noi ci sentiamo più protetti nel patto Atlantico “, che a quel tempo era un patto esclusivamente difensivo, e con grande difficoltà per via dei duri e puri nostrani che non volevano accettare un cambiamento rispetto al vecchio radicalismo comunista, iniziava il percorso per portare il vecchio PCI a pieno titolo al governo del Paese.

Purtroppo, con la morte prematura di Enrico Berlinguer, il partito è rimasto nelle mani di tanti piccoli leader che, nel tempo, si sono pure mescolati con i vecchi arnesi democristiani, perseguendo l’unica strada che poteva tenere tutti d’accordo e cioè il clientelismo, attraverso il quale occupare ciascuno il proprio pezzetto di potere.

I vari leader delle varie correnti del partito, pur di accaparrarsi un pezzo di quel potere, hanno abbandonato i principi basilari di come si deve governare correttamente un Paese moderno, per perseguire un unico obbiettivo e cioè l’occupazione di più poltrone possibile sullo stile dei precedenti vecchi marpioni della Democrazia Cristiana di stampo meridionale, attraverso il becero clientelismo, che di fatto non solo ha portato il debito pubblico a livelli inimmaginabili, ma ha anche intaccato la mentalità del senso del dovere e della meritocrazia, quel senso del dovere delle classi produttive settentrionali che avevano portato l’Italia a diventare la settima potenza economica mondiale.

PUBBLICITA’. Il primo che riuscirà a capire il nesso della frase in francese con l’immagine avrà diritto ad un bicchierino di Barolo Chinato omaggio con i complimenti dello staff.

Buttati alle ortiche i sani principi del dovere e della meritocrazia iniziava il periodo dei diritti e dell’uguaglianza “tout court” e della cancellazione del principio del merito e della responsabilità, a tutti i livelli.

A partire dagli anni ‘80 le maggioranze formate da vecchi marpioni democristiani con gli aspiranti tali, provenienti dal PCI, man mano e con vari passaggi negli anni a venire, iniziavano a gestire insieme la politica, formando a loro maniera i dirigenti futuri, ma soprattutto si preparavano a mettere le loro mani sull’economia, mentre contemporaneamente creavano un unico contenitore-partito di governo che è l’attuale PD.

La vecchia classe operaia produttiva che rappresentava lo zoccolo duro della sinistra, che aveva enormemente contribuito a creare un’immensa ricchezza per il Paese, ricchezza nazionale che negli anni ‘60 permetteva all’operaio di comperarsi la Fiat 500 con sei mesi di stipendio, di comperare la casa, col mutuo, in cui vivere e magari pure la casa in campagna, pur mandando i figli (plurale) meritevoli all’Università, man mano diminuiva, mentre per contro le classi parassitarie stile DC aumentavano. Il fatto che la CGIL di oggi, sindacato dei lavoratori, sia composta per lo più da pensionati ne è la conferma.
Non si costruivano più infrastrutture o non si finanziavano più quelle iniziative atte a favorire lo sviluppo ulteriore del Paese, ma l’alleanza sottile fra la sinistra democristiana e gli ex comunisti nutriti ambedue del sentimento dell’invidia sociale, con l’ombrello dei sindacati, si prefiggevano lo scopo unico di dare tutto a tutti in cambio del consenso e naturalmente facendo debiti a carico delle future generazioni.

Naturalmente il consenso lo si ottiene elargendo diritti e prebende e questo è stato il motivo che ha portato il nostro Paese ad essere il Paese più indebitato in proporzione al PIL dei Paesi occidentali, con un trend sempre più inarrestabile; l’avvento poi sul palcoscenico politico del Paese delle 5 Stelle, che sono lo sgabello “rococò” del PD, ha ulteriormente amplificato il fenomeno, portando il debito pubblico a un record spaventoso.

Se oggi la sanità non funziona come dovrebbe, se la scuola è sempre più carente , se le strade sono piene di nullafacenti e se basta un piccolo incidente su una qualsiasi arteria per bloccare per ore l’intera logistica di intere regioni, lo si deve alla mancanza di programmazione che dura ormai da decenni e non per colpa dell’ultimo governo di turno come vorrebbero fare credere certi giornali.

Il PD, ha ereditato il peggio della peggiore Democrazia Cristiana, quella di stampo assistenziale e a volte pure connivente con certi ambienti del malaffare dell’Italia meridionale, certamente non è più quella del trentino Alcide De Gasperi che con la sua linea operosa aveva portato un Paese perdente, distrutto dalla guerra e con economia prevalentemente agricola a diventare la settima potenza economica mondiale, e nemmeno quella del compianto Enrico Berlinguer.

Ormai il PD è un partito che, per competere con il movimento delle 5 stelle e gli altri partitini di sinistra nell’acquisire consenso nella grande fascia degli elettori assistiti dallo Stato, sta sempre dalla parte sbagliata, cosa che non fa bene al Paese, perché un opposizione seria e corretta ha un ruolo importante in democrazia in funzione del bene comune del proprio Paese, come cercherò di dimostrare prossimamente.

Silvio Rossi (FEDERALISMO Sì)

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