La sindachessa di Albenga

Dove ha studiato storia delle religioni la Sceriffa di Texana memoria?
Fino ad Abramo la storia è identica. Il ceppo del monoteismo ebraico
 
IL LORO DIO
Dal coprifuoco al crocifisso. Dalle acque del Neva il corpo mistico dell’identitità ingauna. E il consigliere Tullio Ghiglione si esibisce…

Dove ha studiato storia delle religioni la Sceriffa di Texana memoria?
 Fino ad Abramo la storia è identica. Il ceppo del monoteismo ebraico

 
IL LORO DIO
Dal coprifuoco al crocifisso. Dalle acque del Neva il corpo mistico dell’identitità ingauna.
E il consigliere Tullio Ghiglione si esibisce…

La sindachessa di Albenga, Rosalia detta “Coprifuoco”, sta imperversando, completamente digiuna – o forse  dimentica- dei diritti dell’uomo raccolti e proclamati dalla nostra Costituzione, con provvedimenti, ci auguriamo,  per ora, solo minacciati contro i cittadini immigrati. Tali atti farebbero scempio, oltre che dei grandi principi civili che devono reggere una qualsiasi minima democrazia, anche del buon senso. 

Non solo l’esimia signora, novella Sceriffa di Texana memoria cinematografica, ostacola l’erezione di un centro culturale  e di preghiera islamico, in una città dove, tra l’altro,  l’apporto dei lavoratori immigrati è divenuto portante dell’economia locale, ma, addirittura, pretende che, allorquando i cittadini immigrati si inginocchiano sul suolo pubblico, per pregare nelle forme della loro religione, debbano corrispondere –previa autorizzazione del Comune- la tassa di occupazione del suolo pubblico

E’ noto che l’occupazione,  per dare adito alla tassa, deve essere continuata o permanente e non occasionale, ma su questi elementi certamente la Comunità Islamica saprà difendersi con i propri legali.

Ciò che, peraltro, balza agli occhi e che è stato subito evidenziato già sulla stampa, è la disparità di trattamento rispetto alle altre occupazioni temporanee e precarie del suolo pubblico, per esempio quelle che riguardano le manifestazioni religiose della Chiesa cattolica.

Ma di questa disparità, come di tutte le altre, si pasce il verbo dei berleghisti che negano il principio di uguaglianza e, con un salto indietro nel più profondo buio medioevale, masticano e sputano  veleno demagogico a nutrimento  dei loro seguaci.

   Nel rilevare giustamente quanto sopra, il consigliere comunale di Albenga Tullio Ghiglione ha detto ( “La Stampa” 22-5-2010 pag. 65): “ …Bisogna prendersela con quelli che delinquono, non con chi lavora, prega o vuole aprire un kebab. Noi andiamo a messa la domenica, loro vanno a pregare il loro dio  (sic!! e scritto minuscolo) il venerdì. Non ci vedo nulla di male”.

   Ora, che noi atei si debba fare lezione minima di storia delle religioni a coloro che si dicono credenti è veramente un fatto umiliante. Ma possibile che una persona come il consigliere Ghiglione non sappia che Dio è uno e lo stesso, evidentemente, per tutte e tre le grandi religioni monoteiste, appunto ? Ma non sarà che la Sindachessa, anche lei, creda che gli islamici adorino un altro dio, un loro dio ?  Chi? Apollo, Marte, Mercurio , Bacco, Bhrama, la dea Kalì…?

   Ma come, non sapete, egregi rappresentanti del popolo, che dal ceppo del monoteismo ebraico si articolano anche le altre due grandi religioni monoteiste : il Cristianesimo e l’Islam? Che fino ad Abramo la storia è identica per tutte e tre le religioni ? Che le differenze fondamentali consistono nella rivelazione per il Cristianesimo (Gesù) e per l’Islam (Maometto) mentre per l’ebraismo (il fratello maggiore, come lo definì Papa Woitila)  il Messia deve ancora arrivare e Dio è l’indicibile ?

Ma insomma lo volete capire che quando gli islamici pregano Dio pregano anche per voi che credete, a parole, nell’unico Dio ?

  Anzi, semmai, occorre osservare che una gran parte dei cristiani, i cattolici, hanno avuto ed hanno  bisogno di tutta una serie di uomini e donne, spesso divinizzati, quali intermediari (sante e santi), il che non avviene per le altre due religioni monoteiste, in questo  molto più ortodosse e fedeli al dettato biblico fondamentale .

  Come è noto i dirigenti leghisti sono soliti organizzare, con rito paganeggiante (facciamo però torto ai  riti pagani, che  erano una cosa seria)  ridicole adunanze in riva alle fonti del Po, con le loro inventate bandierine, tanto per creare asserite tradizioni inesistenti. Non sarà che, dimentica delle sue origini, la Nostra voglia ora rilanciare, magari da Bastia, una novella assunzione delle acque del Neva per trarne il corpo mistico dell’ identità ingauna ?

  No,  la prima cittadina ha esternato la seguente dichiarazione: “Ho fatto mettere il Crocefisso nell’aula del Consiglio Comunale, perché credo che sia giusto mostrare il simbolo della nostra religione, che illuminerà dall’alto i lavori dell’amministrazione.”

   Non torneremo sull’argomento del Crocifisso nelle sedi pubbliche (vedasi Bellamigo: “El Cachorro”- 5/1/2010), vorremmo solo opporre alla apparente e proterva affermazione di fede cristiana della sullodata Sindachessa alcune osservazioni.

   Quell’uomo –perché era anche uomo, o no ?- è stato impalato ad una croce per aver  predicato e operato in materia religiosa, in contrasto con la dogmatica ufficiale; in breve non gli è stata riconosciuta la libertà di predicare, di pregare  e di operare in questa materia a modo suo, anzi tale comportamento è stato ritenuto un delitto di blasfemia degno di morte dalle gerarchie religiose ufficiali.

    “Non le pare, o prima cittadina albingauna, che la sua posizione contro la religione islamica sia più assomigliante a quella dei farisei accusatori di Gesù che non  a quella del Crocifisso ?  Perché la sua è una battaglia contro la libertà religiosa, libertà  scritta a chiare lettere non solo nella nostra Costituzione, che come pubblico ufficiale  della Repubblica, le piaccia o no, deve rispettare e far rispettare, ma che è anche la causa per la quale l’uomo Gesù è stato crocifisso.

   Se veramente pensa che da quel simbolo di tortura e di morte inventato dagli antichi romani e sul quale, prima di Gesù, sono stati impalati anche  Spartaco e gli altri seimila  schiavi ribelli, le provenga una qualche illuminazione, stia pur certa che essa non va nella direzione della persecuzione religiosa cui Ella intende dedicare alcuni atti significativi della propria amministrazione, ma va esattamente nella direzione opposta.”

   Sacro e umano simbolo il Crocefisso, certo, se non viene imposto, ma il messaggio che scaturisce da esso è di libertà e di salvezza senza distinzioni, per tutti e per chi prega Dio in un modo o nell’altro, “Poiché la grazia di Dio Salvatore s’è mostrata per tutti gli uomini” (San Paolo- Lettera a Tito 2-11).

     BELLAMIGO

             

             

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