La scienza allevia dolori non debella malattie

In natura le cose sbagliate non esistono; mentre nella civiltà umana non esistono di giuste in eterno: è tutto provvisorio.
Ciò che oggi sembra scientificamente perfetto, quando l’errore salirà a galla e diventerà visibile, sarà facile capire che si sta danneggiando pianeta e umanità.
Il mondo non può arricchirsi di cose sbagliate, se non dove e quando è ricco di persone sbagliate. E affidare riparazioni, manutenzioni o modifiche alle stesse persone che hanno sbagliato è un costoso e tragico “passatempo”.
Il mondo della Cultura produce guasti formando soggetti specializzati nella produzione di cose che oggi sembrano buone. Ma se domani risultassero veleno per l’umanità o per il pianeta nessuno potrebbe eliminarle per due ragioni: perché lo specialista come ogni altro umano ha necessità di produrre per vivere e perché non ha la cultura per produrre altro, essendo specializzato per fare solo quel tipo di danni.

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Se si costruisce un sistema sociale con troppe cose e persone sbagliate, si aggiunge danno al danno tentando di riparare i guasti, perché è quasi certo che sono indotti da carenza culturale e/o carenza finanziaria.

Per un secolo il mondo della cultura della politica e del mercato italiano ha indotto i cittadini a comprare e usare auto inquinanti e a costruire “case a torso nudo o in canottiera”, sotto la supervisione dei poteri pubblici e pagando tributi a vagonate per progetti, autorizzazioni, collaudi, manutenzioni e uso.
Ora le auto vanno rottamate e le civili abitazioni dovranno togliersi velocemente la “canottiera” e a costi stratosferici indossare il “CAPPOTTO”.
Casa e auto che all’umanità costano la vita, comprate anche da pochi giorni con mutui trentennali, diventeranno fuori legge tra pochi anni. Non potendo essere né usate né vendute così come sono avranno valore sotto zero.
Per l’Europa non sono più ecocompatibili. E se si vorrà ripararle nei tempi e nei modi stabiliti dalla UE, in Italia si rischierà una catastrofe socio economica senza precedenti storici.
Insomma, è inutile girarci intorno. All’apice di tutti i problemi del mondo c’è uno solo. L’istruzione, diversamente da come pensano i più, non è il vaccino contro la dilagante e universale pandemia dell’ignoranza, che ci affligge tutti, ma il virus. Laurea e Master non uccidono ma mettono all’ingrasso il virus dell’ignoranza, perché la specializzazione è una forma (questa sì scientificamente perfetta) di sequestro del cervello.
Blocca ogni capacità tempestiva, intelligente e “SOSTENIBILE” di cambiamento, ogni qualvolta una scoperta scientifica, dopo un secolo di “onorato servizio” si dimostra sbagliata:  assassina del bene comune.
Non per niente il bravo Henrik Ibsen diceva che: “Il progresso non è altro che brancolare da un errore all’altro”.
E se è meglio feriti che morti: scienziati, politici, industriali e banchieri che hanno sbagliato la ricetta di casa e auto, provvedano di tasca propria, altrimenti il collasso dei sistemi sociali sarà garantito.

Franco Luceri da il rebus della cultura

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