LA BANDIERA DEI TRE COLORI

LA BANDIERA DEI TRE COLORI
E’ SEMPRE STATA LA PIU’ BELLA
(E, ad Arcore, sintesi del colloquio riservato tra Berlusconi-Scajola)

LA BANDIERA DEI TRE COLORI
E’ SEMPRE STATA LA PIU’ BELLA
(E, ad Arcore, sintesi del colloquio riservato tra Berlusconi-Scajola)
 

  Oggi, giovedì 17 marzo 2011, è una brutta giornata per il leghisti e i legaioli delle varie risme. Tutta l’Italia, da nord a sud, salvo alcune meschine isole verdastre, è imbandierata con il tricolore della nostra Repubblica democratica, la cui Unità è costata lacrime e sangue e ha riscattato il nostro paese da secoli di servaggio.

              “Noi siamo da secoli calpesti e derisi

         Perché non siam popolo, perché siam divisi”.

Così recita una strofe dell’inno di Mameli, il generoso ed eroico ragazzo caduto per la Repubblica romana.

  Ma loro no, poveracci, loro non festeggiano: i Bossi, i Trota e trista compagnia aggregata, se ne vanno a bere una birra (magari austriacante) per evitare di salutare la bandiera e l’Unità.

  Loro vogliono ricreare gli staterelli, la Padania, la Tuscania, la Latinia, la Borbonia e altre scempiaggini del genere.

  Nel loro delirante e penoso statuto si prevedono “nazioni” a iosa. Noi, a Loano, ci avremmo i verzini, per esempio, antica schiatta agricola spesso in lite ancestrale con il capoluogo per via dell’acqua. Sulla base del fatto che in tale frazione paramontana si ripetono quasi per tutti quattro o cinque cognomi, si potrebbe ipotizzare una secessione “nazionale”, tenuto anche conto della variazioni dialettali che contraddistinguono gli abitanti del luogo.

Anche perché, come ha dimostrato a più riprese nei suoi interventi su “Trucioli”, il ragionier Gilberto Costanza, da valle salgono ai declivi verzini assalti continui di improvvisati agricoltori che, con ansito moderno, erigono casali ampiamente arricchiti da piscine ed altri servizi di notevole progresso per le cure dei novelli lavoratori della terra. La terra, si sa, è bassa e le schiene subiscono ampie e faticose costrizioni.

Ma la Nazione Verzina certamente si muoverà sulla base del dettato leghista e per gli invasori si prospettano tempi d’assedio.

E però, dobbiamo spezzare una lancia a favore del Ministro Maroni, da noi molto malvisto, come è noto ai nostri quattro lettori, il quale, leghista della prima ora (Marcia su Roma Ladrona, con conquista del Viminale e folgorazione sulla via di Damasco) ha levato l’indice – non il medio, si badi- contro l’immigrazione dall’Africa, battaglia inumana e inutile. Egli ha sciolto d’imperio il Consiglio Comunale di Bordighera per infiltrazioni mafiose.

Forse ( non sappiamo se sia vero) lo doveva fare prima. Però lo ha fatto. Avete visto il leghisti della amena località in TV? Completamente spiazzati, con le loro cravattine e i fazzolettini verdi, hanno balbettato parole di disagio, quasi scusandosi: una lacrimevole rassegna di insipienza politica.

    Ma, a dimostrazione dell’arroganza della destra Far West, ecco sopraggiungere la dichiarazione del Sindaco di Bordighera che ha impugnato davanti al Tribunale Amministrativo Regionale il provvedimento.

Ma come? proprio voi che vi dichiarate in continuazione vittime dei “giudici comunisti” (mai visto uno) vi rivolgete alla Magistratura invece di muovervi, se ragioni ne avete, sul piano politico?

     Ma qualcuno c’è anche da voi che pensa alla politica: l’onorevole Scajola. Egli non ha ancora spiegato nulla circa il famoso milione della casetta al Colosseo. Però, insomma, adesso finiamola con questo esilio. Tutte le leve del potere ponentino ( e non solo) gli sono rimaste in mano e però non quelle formali . “Ecco che cosa succede, da quando non sono più ministro!”

    E’ andato dal Capo e, da fonti precarie, abbiamo avuto una sintesi del colloquio svoltosi più o meno così:

Caro Silvio, adesso basta! ridammi le funzioni che mi spettano. Ho pagato troppo. Mi sono dimesso ben due volte per fatti che, rispetto a quelli che ti riguardano personalmente, sono semplicemente ridicoli. Allora tu, con le tue imputazioni, avresti dovuto dimetterti venti volte. Si parla di un milione o poco più, messomi davanti senza nulla a pretendere…”

“ Cosa c’entra, dopo un po’ avrebbero preteso, stai tranquillo…”

“ Del senno di poi son piene le fosse, caro Silvio. Io non ho fatto nessun piacere a questo Anemone e non sono nemmeno imputato di alcunché. Intanto in Liguria e nel ponente, senza di me, gli interessi del PDL vanno a ramengo e la Lega cresce a nostro scapito. Lo vuoi capire, sì o no?”

     “Va be’, ci devo meditare con calma, non vedi come sono ridotto? Vorrei prendermi alcune settimane di ritiro nel Convento dei frati trappisti. Ma anche lì ci sono dei dipinti con Madonne bellissime che mi fanno venire dei pensieri…”

“A semmô ben ciappài” ha esclamato Scajola e se ne è andato.

 

Leghisti padanici vi diamo la buona notte. Ecco la ninna-nanna:

E la bandiera dei tre colori

È sempre stata la più bella,

noi vogliamo sempre quella

noi vogliamo la libertà !

 

    BELLAMIGO

 

 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.