Il rapporto “uomo-uomo” e “uomo-natura è guasto?
Davanti a questa immagine, con l’intestazione, “Il pianeta è anche loro non solo nostro”, ti viene il sospetto che l’autore sia un tantino impedito, a spacciare una ovvietà da asilo nido, come l’ultima grande scoperta de l’Umanità. Ma è proprio l’esatto contrario. Per la cultura attuale, questo concetto è più ostico che ovvio.
Nel disperato e fallito tentativo di rendere pacificamente produttivi i rapporti fra individui e fra popoli, costantemente insanguinati dalle guerre, gli scienziati si sono scordati di rendere tali anche i rapporti fra gli uomini e il resto degli esseri viventi, e peggio, fra noi umani e il pianeta che ci ospita.
Tanto è bastato a fare degli uomini, la più feroce razza predatrice del Mondo, così superficiale, ottusa, ingorda e spietata, da diventare devastante per la biodiversità, per la buona salute del pianeta e per la pace mondiale.
Con una scienza così approssimativa e autolesionista, da illudersi di poter adattare il pianeta a l’uomo, anziché l’uomo al pianeta, non siamo più in grado di sapere se la distruttività umana ha raggiunto o superato il punto di non ritorno.
Io non ho la più pallida idea se sia scientificamente possibile una “inversione ad U” della cultura umana genocida, per ripensare e ricostruire il rapporto uomo-pianeta e uomo-uomo, se non umano almeno compatibile.
Ci sentiamo padroni del mondo e forse siamo solo inquilini morosi di un immenso condominio, tanto complesso e imponderabile per la nostra mini intelligenza, che il grande Claude Lévi Strass, ritenne giusto ipotizzare che “Il mondo è cominciato senza l’uomo e finirà senza di lui”.
Come dire, siamo l’unica razza animale, che pur aspirando da millenni a crescere e moltiplicarci in pace; da qualche secolo, grazie a l’intensiva istruzione di massa, ci siamo in-voluti in specie culturalmente modificata, tanto ottusa, rapace e devastante, da rischiare l’autosfratto dal condominio Terra
Franco Luceri da il rebus della cultura
Caro Luceri, ti invito a leggere il mio commento all’articolo di Valentina Vangelisti, in linea con le tue osservazioni. Oltre naturalmente al mio stesso articolo, che conclude la trilogia Il Soliloquio dell’Anima.
Grazie per i tuoi interventi, asciutti eppur sempre pertinenti.
Grazie signor Pellifroni, anche io la leggo con molto interesse e condivido gran parte del suo pensiero. Ma se anche trovassi qualcosa che non condivido, ho sempre e comunque un sacro rispetto delle sue opinioni diverse dalle mie perché la ritengo intellettualmente onesto.
Della trilogia il soliloquio dell’anima non ho perduto un rigo, perché è un lavoro ricco, profondo ed eccellente.
Non perdiamoci di vista Buona serata fl.