Il compagno Caviglia in rotta di collisione…
Il compagno Caviglia, vice sindaco di Savona, in rotta di collisione…
IL PUM E I MAGNIFICI TREDICI
E ad Albenga, con Alessandro Andreis, una segreteria di “autonomi”
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Il compagno Caviglia, vice sindaco di Savona, in rotta di collisione…
IL PUM E I MAGNIFICI TREDICI
E ad Albenga, con Alessandro Andreis, una segreteria di “autonomi”
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In “Omaggio alla Catalogna” Orwell racconta che, durante la guerra civile spagnola (1936-1939), presentatosi per combattere nelle Brigate Internazionali, dichiarò di appartenere al POUM , un piccolo e variegato partito socialista di estrema sinistra con addentellati anarchici (un po’ come il nostro PSIUP del 1964). La pronuncia della sigla del partito, simile ad una schioppettata, fece sobbalzare sui loro scranni i burocrati comunisti che non accettavano, per principio, i movimenti alla loro sinistra e li ritenevano solo fonte di indisciplina,disordine e infiltrazioni nemiche. Ora noi leggiamo, sulla nostra vivace cronaca savonese, come il compagno Caviglia –vicesindaco di Savona – sia entrato in rotta di collisione con la maggioranza della terza commissione comunale che ha chiesto di rinviare il voto sui parcheggi sotterranei a Monticello e piazza Mameli, in attesa di definire il PUM (sarebbe il c.d. piano di mobilità). Intendiamoci, Caviglia non ha nulla a che vedere con i burocrati comunisti di vecchia o recente datazione e diversa denominazione che hanno spesso trovato spazio e ripompaggio nelle fila berleghiste (vedasi, come esempio massimo, l’onorevole Bondi). Egli è stato e rimane un socialista della zona centrale del vecchio PSI, percossa ma non inaridita dalle vicende della cosiddetta prima Repubblica. E però, perché è saltato su dinanzi alla sigla PUM? Il consigliere Strinati lo ha guardato fisso e ha dichiarato “PUM”. No ! basta con le minacce ! le parole sono pietre. Vadano a strinare qualcun altro. Siamo con lui , vadano sottoterra tutte queste maledette macchine vogliamo una Savona vivibile . Resisti, compagno Caviglia (sappiamo che lui non si offende a dirgli “compagno”, non è mica un pidino ).
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A proposito di pidini, ci solletica una notizia albingauna sulla gestione del Partito Democratico, ove il giovine segretario Alessandro Andreis ha proposto di uscire dalle vecchie modalità chiamando alla Segreteria altri dodici membri (absit iniuria verbis ), formando così una segreteria a tredici.
E’ una proposta che, innanzi tutto, dimostra uno sprezzo del pericolo notevole. Per quanto sappiamo, infatti, gli ambienti politici sono generalmente affetti da deprecabili pregiudizi, derivanti da antiche superstizioni, uno dei quali è costituito dal rifuggire il numero “tredici” in qualsivoglia consesso o riunione. Piuttosto, fino alla sua sostituzione, si finge che un deceduto sia ancora in vita dandolo solo come “assente”. Perbacco, Andreis! tredici e autonomi da ogni vecchia conformazione partitica . In sostanza l’avere militato in un partito costituisce una “diminutio capitis”. La questione è pesante. Avere militato in un partito prima del PD produce una macchia che rende il soggetto poco credibile, poco affidabile: “Lei, signor X ha già fatto politica nel partito Y ? No, guardi, si accomodi , prima vengono quelli puri che la politica nei partiti non hanno mai fatto . La sua esperienza? Non ci faccia ridere, abbiamo bisogno di persone nelle quali tutti possano riconoscersi. La gente sa assai di Gramsci, Nenni,Togliatti, De Gasperi, Moro, Foa e Berlinguer. Ha bisogno di votare senza sospetto per chi non ne sa nulla e si occupa dei problemi concreti. Se vuole, possiamo delegarla alla raccolta delle firme.” Aria nuova , giovani che, nel solco della Pubblica Istruzione Gelmini, ignorano la storia delle formazioni partitiche che hanno fatto la Resistenza, hanno fondato la Repubblica, hanno scritto la Costituzione, hanno combattuto per la sopravvivenza della Democrazia. Ma chi sono questi “politici cresciuti nei partiti della prima Repubblica”? Una razza vecchia. Tutto bene , bravi, o magnifici tredici. Il PUM vi aspetta anche ad Albenga, per combattere degnamente la sindachessa berleghista “Coprifuoco” che vi è cascata addosso. E, però, rileggendo con attenzione la lista dei membri (compagni, no! per carità!) abbiamo visto che, in fondo, spunta il nome di Franco Vazio. Ma come? Non è uno di quelli di prima –nel senso dei maggiori responsabili del prima? Un consiglio: questo nome cassatelo. Prenderete due piccioni con una fava: eliminare il numero tredici (non si sa mai…) e realizzare una dato che, nella mentalità comune spoliticizzata, vi renda coerenti con i presupposti affermati. Auguri ! (e non veniteci a dire che questa parola porta scalonnia. Ma no, tranquilli, è una superstizione !)
BELLAMIGO |