I polli e i diritti

La situazione che stiamo vivendo, è evidente, causa una enorme frustrazione. Un mix di ansia, rassegnazione, incertezza, disagio.
Tutto questo non aiuta certo a ragionare in modo equilibrato, ammesso che ne siamo capaci.
Più che altro accentua certe inclinazioni distorte degli esseri umani, e i social le amplificano.

Io non mi capaciterò mai di come ci sia questa tendenza generalizzata a pensare per rozze semplificazioni, a sfogare facili umori. E soprattutto, mi scoraggia che anche quando si prova ad articolare un discorso più complesso, non si venga quanto meno ascoltati.
Da sempre i sistemi di potere usano il trucchetto dei capri espiatori, dei facili bersagli, per distogliere dalle vere responsabilità e impedire che il malcontento popolare si coalizzi contro di essi. Non è oscuro complottismo, è sociologia consolidata.
Non è certo una novità, si nutre dei meccanismi mentali insiti nell’essere umano, che tende sempre a trovare facili scappatoie ai propri umori, piuttosto che soffermarsi e razionalizzare, ma è incredibile quanto funzioni adesso, nell’era dell’individualismo consumista. Prima ci hanno isolati ben bene, spinti a pensarci come delle monadi dedite all’autosoddisfazione, recidendo pian piano tutti quei legami, di amicizia, familiari, di gruppo che ostacolavano tutto questo, o al più, rendendoli funzionali al meccanismo.

Poi hanno iniziato a governarci come un gregge, di cui incanalare istinti e malesseri verso obiettivi innocui o distraenti.
Ecco, scommetto che a questo punto, alla parola “gregge”, molti di coloro che leggono iniziano a sollevare barriere mentali e ad allarmarsi… complottismo, sovranismo, no vax…
Appunto, questo fa parte dei riflessi di Pavlov che ci stanno inculcando. Abilmente, fanno sì che le argomentazioni corrette e con qualche fondamento si perdano nel marasma e vengano screditate a prescindere. Alimentano o lasciano crescere indisturbate le proteste folcloristiche e sostanzialmente innocue, o almeno, non pericolose per il sistema e il potere, a costo di qualche danno (effetti collaterali che a volte, perdendone il controllo, diventano tragedie), combattono con tutti i mezzi poco evidenti ma molto efficaci ciò che invece potrebbe davvero colpirli.
Quindi, la vecchia metafora dei capponi di Renzo nei Promessi Sposi che, mentre venivano portati al macello, si beccavano ferocemente fra loro, è più che mai valida, attuale ed esemplificativa.
L’esempio più vicino che non cessa di stupirmi, più volte da me citato, è quello della pulizia cittadina. Dovremmo tutti essere consapevoli, da anni viene denunciato, che la partecipata cittadina è stata gestita male, depauperando un patrimonio di tutti, che ne paghiamo tasse e conseguenze. Dovremmo pretendere immediato accertamento di responsabilità e inversione di rotta. Avremmo dovuto andare da tempo picchiando su pentole e padelle davanti al Comune, come è stato fatto in posti dove ancora persiste una parvenza di unione popolare (vedi Carrara), e dove appunto qualcosa è stato ottenuto.
Invece no.  Le norme anti cani in centro della precedente giunta, per esempio, per loro stesse arbitrarie, limitate e strampalate, hanno suscitato indignazione degli animalisti. Ma non, attenzione, a pretendere un servizio di pulizia decente in centro e in periferia. No: la vera causa della sporcizia sono gli immigrati, sono gli umani che sporcano, non le nostre care bestioline, si leggeva. Con conseguenti reazioni furibonde, accuse di razzismo, eccetera. E vai così, di discussione sterile.
Sono all’ordine del giorno simili polemiche deliranti, su qualsiasi argomento.
Ma il peggio, purtroppo, lo stiamo toccando in pandemia con la diatriba sui vaccini.
I no vax fanno le vittime e si sentono trattati come appestati, dimenticando ogni genere di insulto becero, per par condicio, che loro riversano sui vaccinati.

I fautori del vaccino ammantati di scienza trattano con disprezzo, come ignorante, chiunque avanzi dubbi. Dimenticando che ahimè, sono gli stessi scienziati che continuano a sparare dichiarazioni contraddittorie, ampiamente enfatizzate dai media a scopo click bait, creando confusione.
Non sono certo una fan di Monti, lungi da me, ma quando ha detto che l’informazione su certi temi andrebbe controllata, suscitando indignate reazioni e grida alla dittatura, un fondo di ragione l’aveva. Su un argomento così delicato come la pandemia sarebbe meglio far parlare numeri e statistiche oggettive, bollettini rigorosamente controllati e asettici, non dar voce a chiunque, pur titolato, un giorno dica che ne siamo fuori e il giorno dopo che andrà tutto malissimo, messo a confronto, in inutili dibattiti televisivi, con soubrette stagionate e cantanti acerebri.
La necessità di mantenere un atteggiamento sobrio, responsabile ma fiducioso nelle persone, dovrebbe prevalere sullo “spettacolo” montato su ansia e dolore.
Conte ci provava, almeno. Il suo successore, manifestamente, se ne frega. Privo com’è di umana empatia, con il suo sorriso sottilmente sinistro ci spiega che la colpa di tutto è dei no vax.
Le argomentazioni dei quali, d’altra parte, almeno quelle enfatizzate dai media, sono puro delirio.
Così, ecco servito l’ennesimo scontro fra polli.
Chi va in piazza straparlando di dittatura sanitaria, chi si indigna per palesi manifestazioni di ignoranza e difende scienza e buon senso.
Mentre il vero mostro, ossia lo strapotere delle ragioni economiche, continua imperterrito a creare lavoro precario e boicottare qualsiasi misura sociale compensativa, a preoccuparsi del profitto e della crescita a scapito di tutto.
Mentre scuola, sanità, trasporti pubblici non hanno ricevuto, in questi due anni, le misure necessarie, continuando a percorrere il sentiero verso lo sfacelo, e ora si progettano, coi fondi in arrivo, nuovi sprechi e regali ai soliti. Mentre il vero problema è che non si doveva puntare tutto e solo sul vaccino.
Contro tutto questo occorrerebbe coalizzarsi e chiedere cambiamenti, indipendentemente dall’avere buchini nel braccio o meno (io ho vaccino più booster, tanto per informare).
Dovremmo ricordarci che abbiamo diritti, tutti quanti, quei diritti sacrosanti che ormai ci hanno abituato a considerare privilegi insostenibili, giusto per mantenere i privilegi di una minoranza. E rivendicarli, con forza e senza dubbi, questi diritti fondamentali, polverosi e perduti. Ritrovando il senso della collettività, della solidarietà e della lotta comune.
Invece, confusi nelle nostre incertezze e dediti ai nostri facili ma sbagliati bersagli, continueremo a inveire al nulla e a lasciare che il pubblico scempio continui.
Il vero mostro, la vera dittatura, ossia il liberismo senza regole, potrà vivere sonni tranquilli, fino alla prossima emergenza da gestire con i soliti metodi distraenti.

Milena Debenedetti

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