Ercole e il leone di Luca Cambiaso

Uno delle problematiche più intriganti relativa la pittura genovese del 500 è costituita dallo studio delle facciate dipinte, da affrontare prevalentemente sulla base dei documenti auto che sui resti pervenuti ridotte nel numero e scarsamente leggibili.
Per quanto riguarda i moltissimi affreschi andati irrimediabilmente perduti soccorrono fortunatamente le numerose attendibili fonti documentarie, archivistiche e letterarie, cui possono essere confrontati i disegni conservati nei fondi pubblici nelle collezioni private, che possono rivelarsi talora schizzi preparatori, talora copie postume
Anche Luca Cambiaso, il massimo pittore genovese del 500, si è dedicato, in particolare agli esordi della sua attività, a questo tipo di produzione artistica, come riferisce il biografo Raffaele Soprani (1674). Due importanti ritrovamenti resi possibili dai restauri di facciate compiuti per Genova 2004 hanno di recente incrementato la conoscenza di questo aspetto della sua pittura.
In questa sede vogliamo invece riferirci a un’opera che al momento pare irrimediabilmente perduta: gli affreschi con “le forze di Ercole” che gli fece il palazzo del signor Sinibaldo Doria presso la chiesa di San Matteo”
Appare certo fossero dipinta chiaroscuro come le storie mitologiche affrescate sulla facciata del palazzo Grimaldi della Meridiana dal bergamasco Aurelio Busso (1540-45).
Subito dopo questo lavoro Luca Cambiaso dipingeva Episodi di storia romana sulla facciata di palazzo Saluzzo in strada Lomellina e, in collaborazione col padre Giovanni, alcune sale tuttora esistente nel palazzo di Antonio Doria all’Acquasola (ora dalla prefettura), la cui facciata veniva invece dipinta da Lazzaro Calvi.

Il tema delle fatiche di Ercole ritorna anche in questo lavoro: il soffitto di un salotto è affrescato con Ercole che combatte le Amazzoni.
Si conoscono diversi disegni da mettersi in relazione con quest’ultimo affresco, tra cui una Amazzone a cavallo (Vienna Accademia Albertina) e una figura di Ercole (St Gallen,  già raccolta Wessner). Parecchi altri disegni con fatiche di Ercole, in varie collezioni pubbliche (Madrid Prado; Firenze, Uffizi; Parigi, Louvre) e private non sembrano pertinenti agli affreschi della Prefettura e, probabilmente, non possono essere messi in relazione neppure con quelli perduti del palazzo di Sinibaldo Doria, in quanto parrebbero eseguiti nella piena maturità del pittore piuttosto che nel periodo giovanile. E quindi è con particolare soddisfazione che pubblico in questa sede un disegno con Ercole e il leone di Luca Cambiaso (Genova, Rubinacci 24-03-04 numero 260), riferibile all’attività giovanile “a quella prima maniera di gigantesco disegno” attestata da Soprani, che potrebbe costituire una rara memoria delle Fatiche d’Ercole dipinte sulla facciata del palazzo di Sinibaldo Doria presso San Matteo.
La stessa redazione inchiostro su carta bruna parrebbe evocare affreschi a grisaglia, com’erano quelli segnalati dal Soprani e come risultano quelli dipinti da Lazzaro Calvi negli spazi tra le finestre sotto il cornicione del palazzo già di Antonio Doria, più o meno contemporanei.
Questo stile disegnativo giovanile, caratterizzato da figure voluminose, spesso viste di scorcio, dalla muscolatura michelangiolesca esagerata e dai tratti un po’ angolosi, è molto simile anche nei disegni riconosciuti da M. Newcome e Nicolosio Granello e a quelli probabilmente da ricondursi al padre Giovanni Cambiaso.
In seguito, sotto l’influenza di GB Castello, il Bergamasco, Cambiaso sviluppa composizioni più sciolte e aggraziate, più morbide e maggiormente modellate, mentre soluzioni a figure cubiche, benché divenute comuni nella produzione più tarda, trovano origine in un metodo ereditato dal padre Giovanni.

Renato Giusto

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