Diamo un calcio al calcio

Permettere a società virtuose di competere con mezzi propri, sportivamente, con un minimo di educazione in più farebbe bene a tutti. Porterebbe anche vantaggi alla nazionale che per ben dodici anni non vede palla, europei ultimi esclusi, vinti perché l’avversario pensava più alle leggi quacquere del ‘700 britannico che a stare in campo.

Permettere a società virtuose di competere con mezzi propri, sportivamente, con un minimo di educazione in più farebbe bene a tutti. Porterebbe anche vantaggi alla nazionale che per ben dodici anni non vede palla, europei ultimi esclusi, vinti perché l’avversario pensava più alle leggi quacquere del ‘700 britannico che a stare in campo.

Un miliardo di euro per il Calcio di serie A.

Il governo pare stia stanziando una cifra del genere per salvare società per azioni che, decotte, stanno per fallire. È un’indecenza? Sì, lo è. È la droga del “ panem et circenses”, ma non solo. Le note società con ricapitalizzazione annuale e massicce perdite per centinaia di milioni di euro che faticano a pagare gli stipendi dovrebbero, secondo il loro pianto greco essere ascoltate dal Governo che avrebbe da destinare altrove questi soldi e lasciar perdere, senza più l’aiuto degli arbitri e della moviola, le non virtuose società . Falliscono? Amen. Milioni di tifosi si daranno pace. Corbellati come sono ,da TV e Media vari, di tutti i ceti possibili, potranno trovare soddisfazione altrove; i più raffinati, giocando la Domenica a Subbuteo. Magari corrompendosi a vicenda in un eterno dantesco girone. Un miliardo di euro possono servire ad altro.
Permettere a società virtuose di competere con mezzi propri, sportivamente, con un minimo di educazione in più farebbe bene a tutti. Porterebbe anche vantaggi alla nazionale che per ben dodici anni non vede palla, europei ultimi esclusi, vinti perché l’avversario pensava più alle leggi quacquere del ‘700 britannico che a stare in campo. Succede, nulla di che. Il football italico non pianga se stesso, il presidente Meloni non infierisca come cornucopia gettando soldi a chi ne ha fatto mercimonio: non farà il bene del circo della pedata, né degli italiani, né del suo governo che a quanto pare dietro si celano inconfessabili tifosi.

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E’ vero, sarà un pianto per le curve, le tribune, i parterre, ma ne gioverà lo Sport che non dovrebbe essere preso a calci come lo è oggi da mediocre valore e da mediocri addetti ai lavori.
Chi vincerà i campionati avrà poca importanza, ma avremmo un’idea diversa di questo circo usato per altri fini. I soldi correranno ugualmente così come deve essere per le società d’azioni. Ma almeno si potrà vedere gente più presentabile sia pur il mondo stia vedendo di peggio.
Gloria alla nuova e desiata libido sportiva, dunque: che abbia nuova vita! Che non si venga gabellati oltre: rinunci il governo ad accondiscendere a piagnistei e prefiche, che fino ad ora, è come pare ancora persisterà, davanti agli occhi di amabili doddi, alle società capaci di prendere e a non dare. Una prece, o una pedata, fate voi.

Enrico Martelloni  da PENSALIBERO

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