Crisi irreversibile della vecchia sinistra italiana

Ora si è arrivati alla fase finale. Dove però si ripete un vecchio e obsoleto rituale congressuale con primarie ormai senza valore alcuno. Con un rischio molto vicino di una possibile scissione. Uno spettacolo tutto vintage.

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Mentre il M5S succhia i voti con una scelta meridionalista assistenzialista e una prassi moralista e giustizialista.
Non è solo la sconfitta elettorale alle politiche e l’ultimo scandalo europeo a determinare una pesante e forse irreversibile crisi della vecchia sinistra italiana. Tutto ha inizio da molto lontano. L’Italia del dopo guerra è stata l’unica nazione europea ad avere un fortissimo Partito Comunista, con stretti legami con il potere di Mosca. Questo ha condizionato per anni la politica nel nostro Paese.
E neanche dopo la caduta del muro di Berlino e dell’Unione Sovietica il problema è andato a risolversi. Vi sono stati solamente cambi di nomi, ma mai una scelta socialista o socialdemocratica. Per arrivare alla fusione a freddo tra ex comunisti ed ex democristiani che ha generato il PD. Anomalie italiane.
Ora si è arrivati alla fase finale. Dove però si ripete un vecchio e obsoleto rituale congressuale con primarie ormai senza valore alcuno. Con un rischio molto vicino di una possibile scissione. Uno spettacolo tutto vintage. Mentre il M5S succhia i voti con una scelta meridionalista assistenzialista e una prassi moralista e giustizialista. Per gli altri.
Ma una parte del PD lavora per una alleanza coi grillini. Ignorando che l’elettore sceglie l’originale e non la brutta copia. Con qualche vecchio marpione baffuto che ci lavora. Oltretutto gli ultimi sondaggi indicano nell’elettore medio alto il piddino convinto. Ad oggi in Italia non esiste una sinistra liberale moderna e neppure un leader in grado di guidarla. Adesso è il tempo della destra.
Anzi della Meloni.

Roberto Caputo  da PENSALIBERO

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