Cinema: Jesus Christ Superstar
Jesus Christ Superstar
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d’America
Anno: 1973
Durata: 106 min
Genere: drammatico, musicale
Regia: Norman Jewison
Interpreti e personaggi:
Ted Neeley: Gesù
Carl Anderson: Giuda Iscariota
Yvonne Elliman: Maria Maddalena
Barry Dennen: Ponzio Pilato
Bob Bingham: Caifa
Jesus Christ Superstar è un film musicale del 1973 diretto da Norman Jewison. Consiste in una interpretazione artistica in chiave cinematografica del musical di successo che porta lo stesso titolo e il cui autore è Tim Rice.
Il film. Un gruppo di attori arriva in pullman in una zona del medio oriente che è praticamente deserta, ma in cui spiccano solitari alcuni resti architettonici di civiltà antiche. L’obiettivo è di mettere in scena con uno sfondo molto suggestivo l’opera musicale Jesus Christ Superstar.
Gli attori scaricano il materiale teatrale dal pulmino e cominciano a prepararsi, accompagnati da temi musicali rock molto coinvolgenti che ritroveremo sovente lungo il film.
La pellicola si sofferma sugli ultimi giorni della vita di Cristo, traendo ispirazione dal Vangelo di Giovanni. In particolare viene messo a fuoco il rapporto intercorso tra Giuda e Gesù, che nel film assume toni drammatici e significanti di portata mondana più generale.
Per la loro interpretazione, rispettivamente di Gesù e Giuda, Ted Neeley e Carl Anderson sono stati candidati al Golden Globe nel 1974 (California, premi equiparabili agli Oscar).
Il film è un’opera prevalentemente poetica-artistica, aperta a tutti, ma purtroppo è stata travisata dalle maggiori istituzioni religiose italiane, forse perché preoccupate che il film Jesus Christ superstar, nei suoi significati scenici, potesse rilasciare messaggi lontani dalle culture religiose nostrane colpendo soprattutto le masse, quest’ultime intese come soggetti deboli, facilmente influenzabili dai media televisivi ed editoriali.
Il timore di una strumentalizzazione politica, ha fatto si che la stampa di influenza ecclesiastica non abbia mai riconosciuto il film per quello che è, ossia un’opera d’arte più o meno riuscita, criticabile, ma portatrice anche di piaceri di portata civile e strettamente culturale. Ha sempre prevalso una sorta di schieramento pregiudiziale sul film, un timore altro, quello che il film potesse giungere, a causa di potenti giudizi mediatici esterni, a una errata comunicazione con le masse, penalizzando appunto la corretta comprensione del messaggio di salvezza presente nei vangeli.
Viceversa la critica cinematografica, quella più indipendente e libera di esprimersi in termini di teoria, storia, e cultura cinematografica, ha in buona parte promosso il film, giudicandolo per quello che è e non per quello che i diversi poteri mediatici volevano che diventasse.
Biagio Giordano (fotografo coordinatore della sezione fotografia dell’Associazione culturale no profit Renzo Aiolfi di Savona)