CIN CIN CON IL NEMICO.
I vocali, registrati di nascosto e poi fatti circolare per minare la già tramontante immagine di Berlusconi, sono l’ennesimo esempio di sciacallaggio politico. Nel senso che non si possono avere, e tanto meno palesare, le proprie opinioni, ogniqualvolta non si adeguano al pensiero dominante.
Peraltro, se c’è un pensiero trasversale a tutti i partiti, questo è quello che anatemizza Putin e glorifica Zelensky. Non è permesso fare obbiezioni sulle ricadute economiche che stanno travolgendo la nostra economia: inaspettatamente, il cinismo dei politici, proporzionale allo scalino raggiunto nella scalata al potere, cede il passo alla morale, qualunque sia la ricaduta sulla vita dei cittadini.
Ebbene, il solito Berlusconi se ne infischia di regole e censure ed esprime la sue opinioni, coralmente condannate da tutta la classe politica, da Roma a Parigi, da Berlino a Bruxelles, con bordate del genere “vecchio rincoglionito”, “demenza senile” e via dicendo.
Eppure, la nostra passa per essere una democrazia compiuta, dove ciascuno è libero di esprimere le proprie idee. Certo, siamo assai lontani dal totalitarismo, che incarcera, tortura e uccide i dissenzienti, ma la reazione ad idee etichettate come “bislacche” varia a seconda del grado di popolarità di chi le esterna e alla loro diffusione mediatica. Se lo scrivente professasse posizioni vicine a quelle berlusconiane nei confronti del “mostro di Mosca”, probabilmente le lascerebbero morire per la scarsa diffusione e visibilità di chi le scrive. Ma a Berlusconi, popolarissimo e addirittura tycoon televisivo, uscite simili non si perdonano; tanto da imporgli il silenzio in ogni uscita pubblica, in primis quella al cospetto di Mattarella al Quirinale, dove è stata imposta scena muta anche a Salvini, forse per coerenza.
L’atteggiamento censorio verso il Cavaliere mi ricorda quello analogo riservato a chi osa affermare che gli aerei che volano spudoratamente sulle nostre teste non lasciano scie di condensazione, ma scie chimiche. Su questo fronte non s’è levata nessuna voce di rilevante peso politico, per cui dall’alto non arrivano censure, solo silenzi, non solo sulla composizione chimica dei chemtrails, ma anche sugli obiettivi, a giustificazione se non altro dell’occupazione permanente dei nostri cieli e agli investimenti considerevoli per mantenere attivo un programma così capillare.
Tornando a Berlusconi, egli ha espresso sue personali opinioni in una riunione di propri accoliti, che non dovevano trapelare e che immagino persino lui si sarebbe ben guardato dal dire pubblicamente: un brindisi a distanza con quello che viene indicato come il nemico n°. 1 dell’Europa dovrebbe essere passibile di conseguenze penali, quasi un “alto tradimento”. Per sfuggire ad un esito così pesante, che lo farebbe probabilmente uscire dal Senato a pochi giorni dal suo ingresso, non restava che ridicolizzare la vicenda, dandogli del rimbambito, fuori di senno. Eppure, fuori dei luoghi del potere, quanti italiani pendono dalla parte di Putin, contro l’Ucraina? Quanti ritengono che sia un gioco estremamente rischioso armare fino ai denti gli ucraini, e protrarre così la guerra all’infinito, con tutte le privazioni che questo reiterato atlantismo ed europeismo comporta per la vita dei cittadini comuni, mentre lo Stato continua a parlare di aiuti, che però nessuno ai livelli più bassi ha ancora visti?
Quanto alle azioni che la Meloni intraprenderà, anche a livello internazionale, vorrei ricordare a quanti temevano che permanesse in lei un’impronta nostalgica del fascismo e del MSI, notoriamente anti-americani, che si possono rilassare, dopo le sue reiterate dichiarazioni pro-USA e pro-NATO; e quindi pro-Ucraina. FdI è perfettamente allineata alle posizioni di Draghi e dell’UE. Le uniche parole pro-Russia sono solo “voci dal sen fuggite” all’attempato ribelle di Arcore, per il quale l’amicizia prevale sulla (s)ragion di Stato. Un signore che mi stupisce ogniqualvolta si definisce “moderato”. Tanto moderato che le scosse da lui impartite alla sua creatura partitica, hanno incoraggiato l’esodo di tanti veri moderati verso porti più stabili. L’idillio Berlusconi-Putin, a base di vodka e lambrusco, sta alleggerendo Forza Italia di tanti suoi esponenti, che pure avevano dato prova di ottima digestione nel far quadrato attorno al loro patron in precedenti episodi, pur “indigeribili”, raggruppati sotto il termine di leggi ad personam.
Posso concludere affermando che Berlusconi ha un debole per la trasgressione, in tutti i campi, da quelli galanti a quelli giudiziari, rispecchiando un po’ l’insofferenza degli italiani per i lacci e lacciuoli che lo Stato dissemina sulla loro strada. Il fondo anarchico di Berlusconi alberga, con vari gradi di intensità, in tutti noi. E ciò spiega la sua passata popolarità, che oggi cerca di rinverdire con uscite fuori dal coro. Ma se il periodo che più può definirsi berlusconiano risale agli anni ’80, in questi anni tetri, nei quali abbiamo perso non solo redditi e diritti, ma anche la gioia di vivere, riservata alle classi alte, la sirena del Berlusca trova orecchie ormai sorde, con le serate televisive occupate da noiosi talk show, invece dei vari Drive-in e Colpo Grosso; e le spiagge orfane dell’incredibile varietà di topless, cassati dal montante atteggiamento misandrico. Il moralismo imperante ricorda quello del cattolicesimo anni ’50. Basta vedere la selezione dei film sulle principali piattaforme, da Netflix a Youtube, dove impera una nuova forma di indice, al passo coi tempi.
La stella di Berlusconi è stata data per cadente anche troppe volte; ma penso che ormai abbia perso la capacità di incidere sul costume. E le sue ultime uscite non faranno che accelerarne la fine. Con mio rimpianto; e credo non soltanto mio.
Marco Giacinto Pellifroni 23 ottobre 2022
Articolo molto interessante, fuori dal coro. L’immagine anarcoide di Berlusconi che spiega i motivi della sua popolarità è inedita, non l’avevo mai letta e mi trova d’accordo