Chi l’ha vista, aiuti i “potenti”, cercano la “normalità”, disperatamente.

Se la classe politica è costretta a mettere riparo all’impoverimento della classe operaia, può sempre imputare il fallimento della sua politica ai negrieri del mercato, agli odiatissimi padroni: sfruttatori, truffatori, evasori, avvelenatori, corruttori e insaziabili rapaci. Vedi Italia.
Ma se decenni di malgoverno hanno già messo in crisi l’intero sistema socio-economico, e oltre agli operai vanno aiutate le imprese per evitare Il tracollo totale, un capro espiatorio credibile a cui addossare la responsabilità delle imprese che licenziano e falliscono a grappoli, la classe politica dove accidenti va a pescarlo?
Non potendo addossare la responsabilità della politica finanziaria e tributaria ammazza padroni ai lavoratori privati, a memoria d’uomo vittime dei padroni, diventa evidente anche allo scemo del paese, che il vero problema è lo Stato elefantiaco: burocraticamente parassita e inadempiente, politicamente ladro e finanziariamente strozzino, che toglie, sperpera e ruba, più di quanto consenta ai cittadini di produrre. Sui danni ambientali meglio stendere un velo pietoso.
E visto che è la politica che ha messo in ginocchio l’Italia molto prima del covid, azzardo una ipotesi: i libri contabili in tribunale per farsi dichiarare falliti, devono continuare a portarli per altri tre quarti di secolo i piccoli imprenditori vittime, oppure la totale responsabilità dovrebbero addossarsela i carnefici pubblici, da sempre esenti come fossero interdetti o inabilitati? Ma questa, è domanda da miliardi di dollari condannata a restare senza risposta da qui all’estinzione dell’umanità.
I soggetti condannati a norma di legge alla rapina finanziaria e tributaria, al fallimento per colpa altrui e alla inevitabile morte sociale sono i piccoli e medi imprenditori.
Le galline del finto libero mercato che in Italia vengono selezionate e allevate per garantire guadagni, privilegi e potere a professionisti, burocrati, politici e banchieri che non buttano via niente.
Quando le galline, spolpate vive dai parassiti statali e parastatali, smettono di fare uova, di pagare tassi e tasse, le dichiarano fallite e se le ripuliscono come una lisca di pesce da onestissimi compagni di merende.
Ecco perché i nostri politici si agitano per tornare presto alla “normalità”.
Dopo due anni di pandemia il pollaio dei piccoli imprenditori si va svuotando pericolosamente e l’esercito dei disoccupati lievita altrettanto.
Bisogna conservare l’economia e il sistema sociale produttivi pompando aiuti ed esenzioni alle imprese, cassa integrazione ai disoccupati e per ultimo reddito di cittadinanza agli inoccupati.
Ma tutto questo, col buongoverno e la “normalità” ci azzecca quanto i cavoli a merenda. Perché nei sistemi liberali devono essere i contribuenti a finanziare lo Stato.
Se hanno bisogno di essere tenuti in vita artificialmente manco fossero malati terminali; dal giudice per consegnare i libri contabili e farsi dichiarare falliti dovrebbero correre i politici, i burocrati, e i banchieri, mai gli imprenditori, che dei popoli liberi sono il motore culturale, sociale, economico.
Franco Luceri da il rebus della cultura

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