Molti gli scioperi negli ultimi anni dell’ottocento LE PRIME ASSOCIAZIONI OPERAIE A SAVONA
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Nonostante nel 1888 le paghe fossero basse, i padroni volevano diminuire il salario; per questo, nell’agosto di quell’ anno, fu organizzato uno sciopero dagli operai della Tardy & Benech anche per contrasti con i capi. Dopo una grande riunione sulla spianata dei Cappuccini in un’ assemblea tenutasi al politeama Garibaldi, dove venne denunciata la misera paga dei manovali e il licenziamento degli operai che si rifiutavano di lavorare straordinariamente senza compenso, venne alla luce l’ impossibilità di resistenza degli operai che piano piano dovettero tornare al lavoro. Ottenendo la promessa che sarebbero stati eliminati gli attriti tra capi e operai.
Risultato più favorevole ebbe lo sciopero degli scaricatori del porto che ottennero 3 centesimi di aumento ogni tonnellata di merce scaricata.
Molti gli scioperi di questi ultimi anni dell’ottocento, ricordiamo quello degli operai della vetreria Viglienzoni e quello dei muratori.
Molti furono anche gli incidenti sul lavoro: nell’ attività trentennale dello stabilimento Tardy & Benech le morti per incidenti furono 8, ma nei primi 5 anni della nuova gestione della società Terni erano già 13 e gli incidenti quasi 3000.
Gravi incidenti molte volte mortali non mancarono neanche al porto e nelle altre industrie minori.
All’inizio del ‘900 gli operai savonesi erano già bene organizzati per difendere i propri diritti, aiutati anche da alcuni organi di stampa .
In Italia dalle Società Mutuo Soccorso cominciavano a sorgere le prime Camere del Lavoro e con la loro nascita si potrà festeggiare il 1° maggio, la festa dei lavoratori, fino a quel momento osteggiata dal Governo che lo considerava un giorno di sciopero.
A Savona La Camera del Lavoro, dopo vari rinvii, si costituisce il 7 aprile del 1901 con l’adesione di un migliaio di iscritti.
Le proteste operaie a Savona si susseguono e quelle degli addetti allo scarico del carbone in porto nel 1905 sono eclatanti, tanto che sono riportate dalla Domenica del Corriere.
Dopo la prima guerra mondiale si assiste allo sviluppo del movimento sindacale che raggiunge in Italia due milioni di iscritti in pochi anni.
Durante il fascismo le Camere del Lavoro verranno chiuse e il movimento sindacale di ispirazione socialista e cattolico verrà sostituito dal sindacato fascista.
Il movimento sindacale si ricostituirà nel 1944.
Tratto da STORIA DI SAVONA di Nello Cerisola ( editrice LIGURIA)