TRUCIOLI SAVONESI
spazio
di riflessione per Savona e dintorni
LE PRIME ASSOCIAZIONI OPERAIE A SAVONA
Il Movimento operaio a Savona nacque parallelamente allo sviluppo industriale.
Già nel 1832 si erano registrate le prime agitazioni culminate con lo sciopero dei mugnai, ma i veri movimenti organizzati iniziarono nella seconda metà del secolo.
Nella prima metà dell’800 la popolazione di Savona era formata da agricoltori, piccoli borghesi e operai. Gli agricoltori, anche se più numerosi, furono i meno coinvolti dalla rivoluzione industriale.
Gli operai, invece, presero piano piano coscienza delle lotte sociali e le prime avvisaglie si ebbero nel 1858 dapprima con la protesta dei facchini contro i negozianti che preferivano la mano d’opera dei contadini i quali, per una paga inferiore, facevano il lavoro dei facchini locali e poi la protesta dei carpentieri savonesi che lamentavano di non poter lavorare a Varazze, mentre i varazzini prestavano la loro opera nei cantieri navali savonesi.
Nel 1850 viene fondata la “ Società progressista degli operai e degli artisti “ che 3 anni più tardi , il 9 ottobre 1853, inaugura la sua istituzione nel nuovo teatro savonese, il “ Chiabrera”. Questa società era di ispirazione mazziniana e, in questo periodo, un certo impulso al movimento operaio venne anche dalle logge massoniche.
A Savona si ricorda la prima loggia “ Stella d’ Italia” a cui successe negli anni settanta la loggia “ Sabazia” fondata dal generale Pescetto.
Per poter trovare i primi movimenti operai bisogna attendere l’avvento delle idee socialiste.
Cominciarono a nascere le prime Società di Mutuo Soccorso nelle borgate di Lavagnola(Libertà e lavoro), Legino, Fornaci, Santuario e Zinola. Le Società di Mutuo Soccorso ebbero una parte importante nell’assistenza e previdenza dei lavoratori.
Queste associazioni di operai si proponevano di soccorrere i soci, colpiti da malattia o disoccupati, attraverso un fondo comune costituito con periodici versamenti degli stessi associati.
Nel 1856 si costituì la prima cooperativa di produzione per opera dei vetrai di Altare.
Ma la data storica che segna l’affermazione del movimento operaio in Savona è il 1868; in quell’ anno, infatti, la Società Progressista celebra il diciottesimo anniversario della fondazione e ottiene dal Municipio, in uso gratuito, una sala per le assemblee .
L’ evento fu così importante che il giornale delle arti e delle industrie ne fece una cronaca dettagliata in ben 5 puntate.
La Società progressista degli operai e degli artisti venne sciolta per decreto governativo nel 1873 e il suo posto viene preso dalla Fratellanza Operaia Savonese con sede in via Pertinace ( attuale via Astengo), essa durerà per parecchi decenni.
Tra il 1865 e il 1880,
sotto l’influsso delle ideologie marxiste, sorsero le associazioni di categoria,
quella dei carpentieri( 300 soci), dei muratori, dei fabbri ecc. collegate tra
loro nella Fratellanza operaia.
Nel 1875 fu fondata la prima cooperativa per la vendita di generi alimentari (
Società mutua cooperativa) con più di 250 soci e 4 punti vendita in città.
Verso la fine del secolo un consistente numero di lavoratori sentì il bisogno di staccarsi dalle forze anticlericali e marxiste e nacquero le prime associazioni cattoliche.
Il 26 novembre 1882 viene fondata, nell’ oratorio di N.S di Castello, da un centinaio di savonesi la Società cattolica Nostra Signora Di Misericordia detta anche della Ballona dal soprannome del custode...VEDI SITO...
In pochi anni si raggiungono i 700 iscritti e nel1885 la sede viene trasferita da via Pia a via Quarda Superiore e nel 1914 in via Roma (attuale via Famagosta). Oltre all’attività creativa, si istituirono delle scuole serali per i figli dei soci e un' ottima assistenza medica ( con medici e sconti sulle medicine)
Alla metà del 1890 viene fondata, da alcuni soci della precedente Soc. Generale Giuseppe Garibaldi, la massima associazione di mutuo soccorso non solo per il numero di iscritti, ma anche per il fatto che tra i suoi iscritti ammette anche le donne: è la SOCIETA’ GENERALE DI MUTUO SOCCORSO conosciuta come LA GENERALE, la quale dai 600 iscritti degli ultimi anni dell’800 passerà ai 1200 nei primi anni del ‘900 .
Avviata il 4 aprile del 1894 e tuttora esistente in via San Lorenzo ebbe un primo consistente aiuto economico da un industriale, Antonio Miralta, il quale donò alla società 15.000 lire. Fra i suoi meriti vanno ricordati: l’organizzazione di corsi serali di disegno tecnico e l’istituzione dell’Università Popolare che divenne il più importante fatto culturale savonese.
Fra le varie società operaie cittadine vanno ricordate anche:
La SOCIETA’ FABBRI-FERRAI, MECCANICI ed AFFINI con sede in via Pia, fondata nel 1873 ed ispirata ai principi mazziniani, contava circa 200 soci. La stessa Società, con gli operai dello stabilimento Tardy & Benech, nel 1886 raggruppava 700 soci.
A Lavagnola dal club operaio nacque nel 1894 la SOCIETA’ LIBERTA’ E LAVORO che più tardi prese il nome di PATRIA E LAVORO.
Alle Fornaci nei primi del ‘900 nacquero LA SOCIETA’ ANONIMA COOPERATIVA DI MUTUO SOCCORSO e LA SOCIETA’ OPERAIA CATTOLICA DI MUTUO SOCCORSO, entrambe con sede in via Saredo.
Tra le lotte di fine ‘ 800 degli operai savonesi ricordiamo quelle dei portuali contro il monopolio delle gru idrauliche e quelle contro le apparecchiature meccaniche che avevano tolto loro parecchio lavoro.
Un film di Mario Monicelli del 1963 restaurato da poco, "I Compagni" , mette in evidenza la situazione delle lotte operaie di quel periodo. La storia è ambientata a Torino tra l'Ottocento e il Novecento e narra di una protesta operaia finita nella repressione e nella morte di uno dei manifestanti .
Le conquiste ottenute dalla classe lavoratrice non ci devono far dimenticare le lotte contro le troppe ore di lavoro, l’ambiente malsano e le paghe basse.
Un operaio della Tardy & Benech alla fine dell’ ottocento guadagnava 3 lire al giorno per un turno di 12 ore e, per fare un paragone, un chilo di carne costava 2 lire , un chilo di pane dai 35 ai 50 centesimi e un pranzo nella trattoria Concordia di Via Verzellino da 1,50 a 2,50 lire.
Nonostante nel 1888 le paghe fossero basse, i padroni volevano diminuire il salario; per questo, nell’agosto di quell’ anno, fu organizzato uno sciopero dagli operai della Tardy & Benech anche per contrasti con i capi. Dopo una grande riunione sulla spianata dei Cappuccini in un’ assemblea tenutasi al politeama Garibaldi, dove venne denunciata la misera paga dei manovali e il licenziamento degli operai che si rifiutavano di lavorare straordinariamente senza compenso, venne alla luce l’ impossibilità di resistenza degli operai che piano piano dovettero tornare al lavoro. Ottenendo la promessa che sarebbero stati eliminati gli attriti tra capi e operai.
Risultato più favorevole ebbe lo sciopero degli scaricatori del porto che ottennero 3 centesimi di aumento ogni tonnellata di merce scaricata.
Molti gli scioperi di questi ultimi anni dell’ottocento, ricordiamo quello degli operai della vetreria Viglienzoni e quello dei muratori.
Molti furono anche gli incidenti sul lavoro: nell’ attività trentennale dello stabilimento Tardy & Benech le morti per incidenti furono 8, ma nei primi 5 anni della nuova gestione della società Terni erano già 13 e gli incidenti quasi 3000.
Gravi incidenti molte volte mortali non mancarono neanche al porto e nelle altre industrie minori.
All’inizio del ‘900 gli operai savonesi erano già bene organizzati per difendere i propri diritti, aiutati anche da alcuni organi di stampa .
In Italia dalle Società Mutuo Soccorso cominciavano a sorgere le prime Camere del Lavoro e con la loro nascita si potrà festeggiare il 1° maggio, la festa dei lavoratori, fino a quel momento osteggiata dal Governo che lo considerava un giorno di sciopero.
A Savona La Camera del Lavoro, dopo vari rinvii, si costituisce il 7 aprile del 1901 con l’adesione di un migliaio di iscritti.
Le proteste operaie a Savona si susseguono e quelle degli addetti allo scarico del carbone in porto nel 1905 sono eclatanti, tanto che sono riportate dalla Domenica del Corriere.
Dopo la prima guerra mondiale si assiste allo sviluppo del movimento sindacale che raggiunge in Italia due milioni di iscritti in pochi anni.
Durante il fascismo le Camere del Lavoro verranno chiuse e il movimento sindacale di ispirazione socialista e cattolico verrà sostituito dal sindacato fascista.
Il movimento sindacale si ricostituirà nel 1944.
Tratto da STORIA DI SAVONA di Nello Cerisola ( editrice LIGURIA)