Antonio Maria Vassallo (Genova 1620 – 1670)

Antonio Maria Vassallo (Genova 1620 –  1670)
Ratto di Proserpina – Giunone e Argo (olio su tela)

Voglio presentare due quadri particolarmente interessanti perché rappresentano due episodi mitologici importanti:

IL RATTO DI PROSERPINA che si commenta da solo e GIUNONE E ARGO. Argo aveva 100 occhi che Giunone applicò sulle ali dei pavoni

Sulla roccia in basso a destra nel dipinto che gli con il Ratto di Proserpina e sulla pietra in basso a destra in quello raffigurante Giunone e Argo si scorge il monogramma ben visibile con le lettere “A” e “M” accavallate seguite dalla V tutte maiuscole, riconducibili anche al pittore genovese Antonio Maria Vassallo
Anche il suo maestro, il fiammingo Vincenzo Malò, a sua volta allievo di Rubens, usava un monogramma simile, ma, una volta riscontrati in più di un esemplare, le sigle risultano ben distinguibili uno dall’altra.
Certamente, la maniera che Vassallo adotta in questi due squisite tele a soggetto mitologico che per tema e formato sono evidentemente realizzate per la committenza privata, mostra la sua piena adesione alla tendenza pittorica che con Rubens e Malò aveva portato a Genova un ben preciso gusto per la pittura a piena pasta, esuberante nel colore e nelle composizioni animate è già pienamente barocche.
Le sue tele confermano un gusto per iconografie raffinate come quelle che attingono dal testo ovidiano della Metamorfosi, scelte dal pittore di certa levatura culturale, da non relegarsi cioè nella posizione subalterna di pittore “di genere”, o da un solo colto committente.
Furono realizzate in coppia, per conferire anche una valenza decorativa nell’abbinamento di due dipinti “gemelli”, ma potrebbero anche essere parte di una serie con altri episodi con altre favole degli Dei.

Orfeo incanta gli animali con la musica di Anton Maria Vassallo

Vassallo nacque intorno al 1620 a Genova, fu a bottega presso il fiammingo Vincent Malò, tramite cui potè imparare l’arte di Pieter Paul Rubens e David Teniers il Vecchio.  Il suo stile risentì inoltre dell’influenza dei pittori contemporanei specializzati in nature morte e negli animali tra cui il Sinibaldo Scorza e Giovanni Benedetto Castiglione; con quest’ultimo intrecciò una più approfondita conoscenza basata sui comuni interessi filosofici e antiquari.  Al pari dei suoi ispiratori, il Vassallo divenne un noto ed apprezzato realizzatore di nature morte e scene di genere. Tuttavia fu capace di lasciare traccia di una sua personale idea di pittura, mossa dagli insegnamenti di Vincent Malò ma in costante dialogo con i modelli fiamminghi che a Genova trovarono la porta d’ingresso in Italia è una committenza laica e raffinata. Morì a Milano dove si era trasferito su consiglio dei suoi medici che reputavano il clima meneghino più favorevole alla sua inferma salute, tra il 1664 del 1672. Non ebbe ne figli ne allievi ma il suo stile influenzò l’arte del compatriota Giovanni Agostino Cassana.
Nel dipinto si descrive la bella storia mitologica di Orfeo.
L’opera che presento e particolarmente caratteristica dell’attività pittorica del Vassallo. E’ apprezzabile per i colori e l’ambiente che identificano gli animali.  Secondo le più antiche fonti Orfeo è nativo della città di Lebetra in Tracia, situata sotto la Pieria, terra nella quale fino ai tempi di Erodoto era testimoniata l’esistenza di sciamani che fungevano da tramite fra il mondo dei vivi e dei morti, dotati di poteri magici operanti sul mondo della natura, capaci di provocare uno stato di trance tramite la musica. Figlio della musa Calliope e del sovrano Tracio Eagro (o secondo altre versioni meno accreditate del Dio Apollo), appartiene alla generazione precedente degli eroi che parteciparono alla guerra di Troia, tra i quali ci sarebbe stato il cugino Reso. Secondo un’altra versione Orfeo fu il sesto discendente di Atlante e nacque undici generazioni prima della guerra di Troia. Egli, con la potenza incantatrice della sua lira del suo canto, placava le bestie feroci e animava le rocce gli elementi della natura. Orfeo fonde in sé gli elementi apollineo e dionisiaco: come figura apollinea è il figlio o il pupillo del Dio Apollo, che ne protegge le spoglie, è un eroe culturale, benefattore del genere umano, promotore delle arti umane e maestoso religioso; in quanto figura dionisiaca egli gode di un rapporto simpatetico con il mondo naturale di intima comprensione del ciclo di decadimento di rigenerazione della natura, è dotato di una conoscenza intuitiva e nella vicenda stessa vi sono evidenti analogie con la figura di Dionisio per il riscatto degli inferi della Kore.


Come dice il Soprani nelle “Vite dei pittori scultori architetti genovesi dal 1768, la brevità de’ giorni d’un virtuoso può bensì fargli essere scarso il numero dell’Opere, ma non già di queste il pregio ed il vanto. Assai giovani morirono alcuni de’ nostri Pittori addietro rammentati: che, se quindi poco parti de’ loro impegni poteron lasciarci; nel compensaron però la scarsezza coll’eccellenza. Fra costoro debbo anche noverar Antonio Maria Vassallo, che presto della morte ci fu rapito: e il poco da lui dipinto superò in merito il molto di tanti altri, che lunga vita sortirono …..  Mentre questo Soggetto s’andava così impiegando, fu assalito da malinconici umori, che solamente l’afflissero.  Dipoi cadde gravemente infermo. Fattosi da’ Medici consulto intorno alla sua malattia, venne giudicata, quale in effetti non era; e perciò malamente curata. Indi a non molto gli si scoperse un grosso Scirro nel ventre. I medici, disperando di più guarirlo, gli consigliarono la mutazione dell’aria. Eseguìlla il Vassallo con l’andar tosto Milano. Ma indarno: perocchè pochi mesi dopo tal viaggio fece quello dell’eternità, morendo nel verde degli anni, e con estremo dolore del suo buon Padre, che poco poi sopravvisse.Renato Giusto

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