Anche l’economia ha un problema di “lievito madre”


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Chi si immagina il banchiere come un super imprenditore, un miracoloso “padreterno” moltiplicatore di pani e pesci, sarà pure un arco di scienza ma di imprenditoria non ne capisce una mazza.
L’unico fornaio del libero mercato capace di sfamare un popolo, di lavoro, salario, beni e servizi, tassi e tasse è l’imprenditore onesto da non confondere con il “prenditore mordi e fuggi” di cui l’Italia è stata ricchissima durante il boom economico, ma poi “i prenditori” hanno delocalizzato in massa verso i paradisi fiscali e ci hanno lasciato le macerie finanziarie da spalare.
Chi per sfruttare l’imprenditore onesto, si arroga il potere di condizionarlo, ostacolarlo, rincretinirlo e paralizzarlo a colpi di leggi decreti regolamenti e balzelli finanziari e tributari che lo costringono a chiudere o fallire, se non si rassegna a corrompere i suoi carnefici, attenta alla vita di milioni di lavoratori e relative famiglie.
Non sta lì a contare ad uno ad uno quante teste d’uovo ci sono nella scuola, quanti laureati e masterizzati realmente capaci sono finiti nelle singole professioni, redazioni, istituzioni, imprese, banche, sindacati, partiti, o in fuga verso altri popoli meno stupidi di quello italiano.
Non la intriga per niente stilare l’elenco dei buoni e cattivi, geni e idioti, galantuomini e farabutti. La storia è orgogliosamente qualunquista e non ci pensa manco alla lontana ad assolvere le immancabili eccellenze di ogni classe sociale.
Ora è sul punto di sparare la sentenza riguardo al popolo italiano democratico, con milioni di intellettuali geni, ma con un sistema Stato che ama i “Mugnai” e odia il “Fornai Onesti” e i loro lavoratori che al meglio finiscono sfruttati o licenziati.
