Affondamento del Transylvania

A Noli presentata la ristampa del libro di Renzo Aiolfi,editore Sabatelli
I miei ricordi di nolese sull’affondamento del Transylvania
A Finalborgo tornano 3 consoli per ricordare la gloriosa storia
Cronache e testimonianze in una sala gremita. Elogio al prof. Paggi

A Noli presentata la ristampa del libro di Renzo Aiolfi,editore Sabatelli
I miei ricordi di nolese sull’affondamento del Transylvania
A Finalborgo tornano 3 consoli per ricordare la gloriosa storia
Cronache e testimonianze in una sala gremita. Elogio al prof. Paggi

Noli – Giovedi 29/12/2011 è stata presentata la ristampa anastatica del volume/ricerca di Renzo Aiolfi: “L’affondamento del Transylvania“, edito dalla Marco Sabatelli Editore. La novità: la descrizione del ritrovamento del relitto da parte del nucleo Carabinieri sommozzatori di Genova con l’aiuto determinante  degli strumenti della Gay Marine e del titolare della  Ditta, ing. Guido Gay.  

Il relativo interessantissimo documentario ha reso la serata emozionante per le decine di persone presenti, gremite ed attente nella sala della  Fondazione ” S. Antonio” di Noli. Dobbiamo essere grati al suo Presidente, il prof. Mario Lorenzo Paggi ed alla Famiglia Sabatelli  nella persona del figlio Dario se tutto ciò è stato possibile.  Ho avuto l’opportunità di portare un mio personalissimo contributo alla verità storica, e che oggi, attraverso Trucioli Savonesi, ho la possibilità di estendere.

 

Credo sia utile ricordare cosa accadde , a questo proposito, nel lontano inverno 1976. 

All’inizio di una seduta di Giunta, il mio Vice Sindaco P.F.Scipioni informa che nel magazzino sotto la Loggia, ha scovato, sporca e coperta di polvere, ma sopratutto rotta, la lapide di marmo che immortalava le gesta con i ringraziamenti per i nostri concittadini pescatori di allora in occasione dell’affondamento del Transylvania. 

Ci si attiva per restaurare il marmo che riporta la lettera scritta al sindaco Ronco da parte del Com.te dei superstiti  J. Geary, Major R.A.  e tutt’oggi  murata sulla facciata del Comune, sotto la torre dell’orologio (una rinfrescata sarebbe necessaria).  La lapide era stata spaccata e rimossa nel 1935 dai “camerati” durante il periodo delle sanzioni.  Si decide di riposizionarla il prossimo anno, proponendo in Consiglio Comunale di ricordare, con appropriata manifestazione, i 60 anni dell’avvenimento.

Il Sindaco di Savona viene a conoscenza di questa nostra iniziativa e si attiva, a sua volta, per organizzare a nome della Città di Savona la manifestazione, affidando la regia a Renzo Aiolfi. Aiolfi, allora Direttore del Teatro G. Chiabrera, nella sua ricerca, capisce che non può fare a meno di coinvolgere Noli.

Il risultato finale, culminato nella pubblicazione del libro, è degno di tutto rispetto e riconoscenza.

Ho sempre considerato significativa la scelta operata dal Console del Regno Unito a Genova,  Mr. Raymond E. Jones, in occasione delle celebrazioni del sessantesimo anniversario: la sua presenza ufficiale con orazione  pubblica a Savona ed a Noli.  A mio avviso, il perchè di questa significativa presenza proviene dal fatto che a livello governativo, il Regno Unito ha riconosciuto le Città di Savona e Noli degne dei vari riconoscimenti nell’ambito dell’operazione di salvataggio in mare.

Savona: perchè ha saputo coordinare la marineria militare, i rimorchiatori, l’ospitalità. Noli: con lo slancio in mare della sua gente soffrendo, talvolta, come ha sofferto “Baciccia“.

Giovanni Battista Garzoglio, conosciuto come “Baciccia du Pitturou” mi raccontava, lui che era salito sulla barca più piccola della quattro varate dalla spiaggia di Noli,  l’odissea passata per arrivare sulla spiaggia di Finale Ligure.  Mi raccontò che  al varo delle barche, a “Baciciun“,  un pescatore nolese dalla bassa statura, nella fase concitata dell’imbarco degli uomini sulle quattro imbarcazioni,  veniva impedito di salire dai presenti a causa della sua limitata costituzione: non avrebbe potuto essere di aiuto al remo.

Alla voga era necessaria parecchia forza, specie in quella giornata caratterizzata dal fortissimo vento di grecale che alza schiuma e ti sferza il viso. Ma Baciciun voleva salire a tutti i costi, di prepotenza ci riuscì, mettendosi al timone, gridando e ripetendo “vegnu anche  mi!!!”.

Baciccia continua il suo sereno ricordo, descrivendo con emozione le fasi concitate del recupero dei naufraghi.  ” La barca  girava come le altre alla ricerca dei naufraghi vivi tra i tanti cadaveri e relitti sparsi che affioravano tra le onde schiumose.  Si recuperavano solo i vivi . Successe che uno di loro (non ricordo il nome che mi fece) prendesse per la schiena un naufrago e credendolo vivo, tentò di issarlo a bordo.  Gli altri suoi compagni  gli dissero di lasciarlo stare, ormai era senza vita; lui non voleva  sentire ragione e lo teneva stretto fuoribordo.  Con maniere brusche gli strapparono il corpo dalle mani, e lui, poverino, rimase per qualche tempo come inebetito sulla barca, piangendo.”

Le reali difficoltà per Baciccia ed i suoi compagni di barca stavano per trasformarsi in pericolo durante la fase del rientro con tutto il suo  (stra)carico umano.  Infatti, essendo la sua imbarcazione la più piccola delle quattro ed al limite della sua capacità di galleggiamento, con il vento e le onde che non permettevano di seguire con sicurezza la rotta di rientro a Noli, con precauzione dovettero ‘poggiare’ verso ponente guadagnando poco per volta,la spiaggia di Finale: fu un travagliato rientro a terra. 

Baciccia mi ricordava che le sue sofferenze non furono dovute tanto dalla fatica e dallo stress per mantenere, assieme agli altri membri dell’equipaggio, la regolarità della navigazione di rientro, ma dal fatto che, ad un certo punto, i palmi delle sue mani, seppure callose, cominciarono a sanguinare per effetto dello sfregamento sul legno del remo bagnato dai continui spruzzi della salsedine.  Il sale a contatto con la carne brucia; è un vero supplizio sopportarlo. Onore a questa gente!. 

Giunti sulla spiaggia finalese, i naufraghi inzuppati, infreddoliti, furono subito trasferiti al sicuro, mentre Baciccia e gli altri suoi compagni si incamminarono a piedi verso Noli e solo il giorno dopo ritornarono a Finale per riprendersi la barca.

Tra i naufraghi c’era il Sig. Kenneth Littleton.  E qui l’altra inedita storia raccontatami dall’interessato, invitato ed ospitato per l’occasione dalla Citta di Savona.    Mr. Littleton, sul palco di Noli, poco prima dell’inizio della manifestazione, mi confidò di aver sempre creduto di essere stato salvato da pescatori di Finale, chiedendomi se tra i tre anziani pescatori presenti c’era ancora qualcuno di quella barca. Si!!! C’era Baciccia!!!.

L’abbraccio forte di Mr. Littleton a Baciccia (incredulo, sorridente), le sue lacrime, sono emozioni  che solo il sottoscritto ha avuto la fortuna di portarsi dietro come bagaglio di riconoscimento eterno dovuto a questa gente coraggiosa, altruista, semplice. 

Altri esempi di altruismo sono poco ricordati: aviatori  recuperati in mare durante la seconda guerra mondiale, salvataggi di persone in difficoltà a Capo Noli. Sempre con la forza dei remi, sempre da parte di pescatori.

Al termine della cerimonia Mr. Littleton mi lasciò il suo indirizzo invitandomi ad andarlo a trovare nelle vicinanze di Liverpool, visto che in allora, per motivi di lavoro, sovente mi trasferivo in quella zona. E così, un pomeriggio di alcuni mesi dopo, giunto in Inghilterra, mi recai  al suo indirizzo.  Mi aprì la moglie e come mi presentai mi fece accomodare con tanta cortesia.  Mi disse subito che il marito era morto all’ospedale la settimana prima. Poi, seduti a sorseggiare un ottimo te, mi raccontò la contentezza del marito nell’ultimo periodo dal rientro dall’Italia.  Ricordare le paure del passato, lenite dalla conoscenza della verità dei fatti, abbracciare il suo salvatore, il tutto è stato per lui un breve quanto prezioso periodo che lo ha accompagnato sino al momento di chiudere serenamente gli occhi volendo trattenere tra le mani, sul petto, il libro di Renzo AiolfiL’affondamento del Transylvania”. 

Il 6 Giugno 1987 anche “Baciccia du Pitturou” ci lasciò: l’ultimo protagonista/ testimone di gente per la quale ne vado fiero e che meritano, se non altro per eredità morale, RISPETTO. 

P.s. ” Baciciun” è facilmente riconoscibile nella foto ricordo della premiazione: è quello posizionato al centro del gruppo, con il cappello a tuba mentre regge il medagliere.

Venerdi 10 Febbraio, ore 16.30 presso il Chiostro di S. Caterina di Finalborgo, alla presenza di tre Consoli: Giapponese, Inglese e Tedesco, ulteriore manifestazione/occasione per conoscere tutto sull'”Affondamento del Transylvania“.

Carlo Gambetta        

8 gennaio 2012

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