La democrazia occidentale da esportare

Abbiamo appena appreso i risultati delle elezioni comunali e dei referendum, dove l’affluenza media ai ballottaggi non è arrivata al 50%, mentre per un argomento così importante per la vita dei cittadini e cioè la Giustizia, l’affluenza non è arrivata al 20%, per cui, come peraltro è avvenuto anche in passato per i tanti referendum intentati per cambiare leggi considerate ingiuste, i referendum sono decaduti per la mancanza del quorum.
L’Italia fa parte del democratico Occidente, dove vige la libertà, dove ogni cittadino può esprimersi e dove il potere dovrebbe appartenere al Popolo; tuttavia il popolo, specialmente quello che non ha interessi diretti derivati dalla politica, non si esprime oppure, quelle poche volte che lo fa, non ottiene il risultato sperato, per cui in seguito spesso desiste.

Il fatto in questi ultimi 11 anni il Partito Democratico in Italia abbia governato per ben 10 anni senza avere avuto il consenso del “Popolo Sovrano”, non fa che confermare che Paesi del mondo occidentale come l’Italia, non possono dare più di tanto lezioni di democrazia a quei Paesi non inclusi nella zona così detta “democratica ”.
D’altronde nel Paese capofila dei cosiddetti Paesi dell’anelato occidente, considerato nel mondo l’esempio di democrazia, quella democrazia che si vuole esportare a tutti i costi anche attraverso le guerre, e cioè gli Stati Uniti d’America , la percentuale di votanti alle elezioni presidenziali non ha mai superato la metà degli aventi diritto, salvo le ultime elezioni nelle quali sono state mobilitate tutte le energie mediatiche contro il “pericolo Trump” e dove, oltretutto, sono state segnalate situazioni poco chiare per le schede inviate via posta e per i voti di migliaia di cittadini, per lo più in California, che pare abbiano votato senza esibire documenti.

Lo scrittore americano Mark Twain diceva” se le elezioni servissero a qualcosa non ce le lascerebbero fare”, da cui finché non vi è pericolo per le lobbies e per l’establishment, gli elettori possono esprimersi, ma quando poi ” un pericolo” si fa sentire allora tutto cambia e , attraverso i media che addomesticano le coscienze o addirittura attraverso i brogli, la situazione viene spesso ribaltata d’ufficio, spesso attraverso forzature delle regole o addirittura delle Costituzioni.
A questo punto ci viene da pensare: Siamo sicuri che quando si vuole esportare questo tipo di democrazia, spesso anche spargendo sangue innocente, si fa il bene dei sopravvissuti?

Analizzando attentamente gli avvenimenti di questi ultimi decenni, nei quali sono sbocciate (o fatte sbocciare) le varie rivoluzioni colorate,

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che hanno rovesciato Milosevic in Serbia, Severnaze in Georgia, Yanukovich in Ucraina, per non parlare delle primavere arabe
con il rovesciamento di Ben Ali in Tunisia, Kedaffi in Libia, Saddam Ussein in Irak e tutte le guerre indotte del Medio Oriente, per portare la democrazia occidentale a tutti i costi in Paesi che, secondo i nostri canoni, non la godevano, c’è da dire che alla fine più che portare democrazia si è portato fame e disperazione.
Altresì si è anche assistito al fatto che, quando non era più conveniente “ stabilizzare” la democrazia portata con la guerra, gli ideali sono stati buttati alle ortiche, vedi il caso Afghanistan, dove gli americani, dopo vent’anni, hanno lasciato le donne afghane nelle mani dei loro carnefici, oppure il caso Iran dove oggi vengono instaurati nuovi rapporti economici e amichevoli con “ l’ impero del male” degli Ayatollah , o con il tiranno Maduro in Venezuela e, proprio in questi giorni, con l’abbandono del popolo curdo nelle mani del dittatore/carnefice Herdogan, per evitare il veto della Turchia all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato.

Dai sondaggi, malgrado la quasi totalità della stampa e dei media siano favorevoli all’ escalation della guerra contro “ il mostro Putin”, la maggior parte degli italiani non la pensa così e i cittadini non sono affatto contenti di pagare le conseguenze di una guerra che non porta certo bene alla povera gente, anche del mondo occidentale , ma il Presidente del Consiglio Draghi continua imperterrito ad essere il più oltranzista degli europei, tenendo una posizione neppure completamente condivisa da Francia e Germania.

Tuttavia, in questo momento, tutti i partiti che supportano il Governo (che dovrebbero rappresentare il “popolo sovrano”) non danno l’indirizzo al Presidente del Consiglio, ma al contrario votano ciò che il Presidente del Consiglio dispone, Presidente del Consiglio che pare rispondere più agli interessi mondialisti e ai tecnocrati di Bruxelles, che al proprio datore di lavoro e cioè il “popolo sovrano”.
A margine, v’è da dire che, con uno spread rispetto ai Bund tedeschi arrivato a 240 dal 90 ereditato dal Governo precedente, il tecnocrate Draghi non può neanche vantare di aver migliorato la situazione finanziaria del Paese, anzi….

Di fronte a questa situazione ci si chiede perchè e ci si lamenta che la gente non va a votare:
Ma a cosa serve votare se poi il voto non conta niente, come sta succedendo e come succederà, visto che in previsione di future elezioni, quando il centro destra, secondo i sondaggi dovrebbe vincere, si sta già lavorando per limitare la sovranità del popolo attraverso l’incarico al solito tecnocrate piovuto dall’alto, con il pieno supporto, se non sotto l’egida del Capo dello Stato……. un Capo dello Stato non votato dal popolo?

Silvio Rossi  (FEDERALISMO Sì)

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