Dove sta il vento quando non soffia?

Dove sta il vento quando non soffia?

Dove sta il vento quando non soffia?
 
 
E Dio disse: “La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: animali domestici, rettili e fiere della terra, secondo la loro specie”. Genesi 1, 24.

Dio comanda che la terra produca animali domestici. Non è ben chiaro come potessero essere domestici visto che l’uomo non era ancora stato creato; ma al di là di ciò, noi sappiamo che ogni animale domestico è diventato domestico con un lungo processo di domesticazione, ed ogni specie di animale domestico ha avuto i suoi tempi più o meno lunghi.

Una specie animale, e quindi ogni singolo animale di essa, che a mano a mano diventa domestico, ha subìto e/o agìto un processo mentale di una affettività, di una relazionalità con l’uomo, che lo rende pensante, e perciò, di nuovo, prova di contraddizione verso chi ritiene gli animali non abbiano un’anima (un pensiero). Come si fa ad immaginare, di più, a concepire, un gatto che si attacca ( non vogliamo dire “affettivamente”?, bene, non diciamolo ) alla casa, ovvero all’ambiente costituito da cose e persone in cui conduce la sua vita, se non si ammette che non è una macchina? Allo stesso modo come si fa a concepire un cane che si attacca al padrone se di nuovo non si ammette che non è una macchina? Come può un insieme di leve, pulegge, vasi comunicanti, tubi, contrappesi, tiranti, carrucole, cioè ciò che costituirebbe l’hardware di un corpo sostituendo i muscoli, i nervi, le vene ecc., attaccarsi anche non affettivamente a qualcosa? Se non lo fa col sentimento lo dovrà fare con qualcos’altro. E cosa mai può essere questo qualcos’altro se non il pensiero? E allora come possiamo accettare che una entità la quale pensa e si attacca a qualcosa o a qualcuno, e dunque soffre se di forza si interrompe il suo attaccamento portandola via dal suo spazio vitale o dall’individuo di riferimento, sia violentata con l’inserzione di elettrodi nel cervello, o con il versamento di liquidi bollenti nello stomaco? Era attaccata alla casa e/o a un individuo, e ai suoi cuccioli, e la Bibbia stessa parla di animali domestici. Perché non dovrebbe essere attaccata alla propria vita?  Le diecine di migliaia di anni, a volte le centinaia di migliaia di anni, della domesticazione, dimostrano che vi è stata una progressiva acquisizione da parte degli animali divenuti domestici, di un certo modo di rapportarsi all’uomo, di un certo modo di intenderlo. Dovuto a che cosa? La risposta ci pare: “all’intelligenza”. Tuttavia se la risposta fosse:”a dei meccanismi mentali che hanno spinto l’animale ad acquisire, appunto, meccanicamente, un altro stile di vita ed un altro habitat”, per cui quello dell’animale sarebbe un cervello che è privo di spirito, allora si dovrebbe dimostrare che nell’uomo le cose stanno diversamente, perché non è affatto scontato. Infatti anche per l’uomo può valere l’idea che egli sia meccanicamente spinto da automatismi mentali, e che il suo modo di lavorare, cercare la femmina, procurarsi il cibo, da quelli dipenda.

Ma come si vede, perchè entrambi provvisti di anima, o perché entrambi sprovvisti, animali e uomo sono di nuovo vicendevolmente legati. E che l’uno abbia l’anima, e gli altri no, ebbene è questo che non si riesce a dimostrare. Forse perché non è vero. Forse perchè il tentare di dimostrare questa differenza qualitativa, si rivelerebbe una questione assurda. Una questione che richiama alla mente i filosofi pragmatisti, i quali per esemplificare cosa si debba intendere per falso problema, provocavano l’interlocutore chiedendogli: “Dove sta il vento quando non soffia?”
Fulvio Baldoino

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