Contro gli invasori non basta il coraggio serve l’intelligenza.

L’umanità non riesce a liberarsi dalla barbarie della guerra, pur avendo raggiunto inimmaginabili livelli di sapere, avere e potere. E continua ad usare la pace per prepararsi e scatenare la guerra.
Crea, da millenni, tali e tante giustificazioni filosofiche, teologiche, finanziarie e politiche, da far apparire patologica la pace e fisiologica la guerra.
Bertolt Brecht diceva: “sventurata la terra che ha bisogno d’eroi”. Oggi direbbe, sventurata l’umanità, che in 380 anni di scienza galileiana non ha ancora capito che solo la saggezza può contrastare la forza animalesca dei guerrafondai.
La storia biblica del coraggioso Davide che sconfisse il mostruoso Golia fidandosi della protezione Divina è nata ed è morta 3000 anni fa.
Oggi le pietre in mano ai “davide” ucraini che confidano nella protezione “dell’occidente spara blabla”, finiscono per giustificare la crescente e mostruosa brutalità del “golia” Putin armato di testate nucleari.
In Ucraina, Putin ha bisogno di un nemico “armato”, fosse pure con pietre giocattolo in polistirolo, per giustificare la guerra. E mettere armi vere in mano agli ucraini, è come garantire a Putin una fornitura quotidiana di nemici freschi, per passare dall’arrogante esposizione della sua forza militare parcheggiata per diecine di chilometri, all’uso criminale contro i civili inermi.
La forza ottusa, brutale, preponderante degli invasori con armi sempre più sofisticate, non può essere contrastata dal coraggio dei perdenti armati di bottiglie di salsa riciclate Molotov, ma dalla saggezza vincente della diplomazia: se, dove e quando esiste.
Il coraggio non è forza, è un pessimo surrogato, è “forzadelladisperazione” che induce gli invasi a tentare di scacciare gli invasori. Ma per vincere la guerra non basta vincere qualche battaglia.
Dove la diplomazia non riesce ad ammansire i guerrafondai, l’eroismo di pochi fornisce agli invasori assassini l’alibi per continuare ad aggiungere altra devastazione e altre vittime innocenti.

Franco Luceri da il rebus della cultura

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