Uno sguardo dal ponte
Due sono oggi gli argomenti che a nostro parere meritano alcune riflessioni sul piano della fede e della necessaria riforma della curia vaticana e così pure delle istanze sociali. Ci riferiamo ai contestatori di Papa Francesco, interni ed esterni al Vaticano, e alla crisi del Partito Democratico. Da una parte c’è chi vuole distruggere il cristianesimo cattolicesimo proposto da Papa Francesco e dall’altra chi vuole distruggere in Italia un partito che dice di essere di sinistra. Diamo un pur veloce “sguardo dal ponte”, perché abbiamo il dovere, donne e uomini in ricerca e confronto umanitario, di prenderci cura della realtà, che ci piaccia o no.
Per quanto riguarda il primo, abbiamo letto e sentito dell’esistenza di singoli intellettuali e movimenti che ogni giorno cercano qualche cavillo e qualche motivo per distruggere ciò che Papa Bergoglio sta seminando e che somiglia sempre più al vero messaggio evangelico.
Ma c’è gente che sbandiera invece amore sconfinato per il conservatorismo di Papa Wojtyla: per loro Papa Francesco non li rappresenterebbe, perché non parla di Dio e di Spirito né tanto meno di teologia, mentre parla di materialismo, della Madre Terra e della Pacha Mama da curare e salvaguardare.
Per onestà intellettuale rimandiamo direttamente il lettore informato ai quattro documenti magisteriali di Papa Francesco: la “Lumen fidei”, la sua prima enciclica del 2013, l’esortazione apostolica “Evangelii gaudium” sempre del 2013, le encicliche “Laudato si’” del 2015 e la “Fratelli tutti” del 2020. Nel paragrafo 53 della Evangelii gaudium (No a un’economia dell’esclusione) leggiamo che oggi dobbiamo dire “no a un’economia dell’esclusione e della inequità” e ancora: “Non si può più tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame”. Sono o
non sono affermazioni derivate dalla lettura vera della realtà in cui viviamo? Ancora: “La crisi finanziaria che attraversiamo ci fa dimenticare che alla sua origine vi è una profonda crisi antropologica: la negazione del primato dell’essere umano! Abbiamo creato nuovi idoli”.
Questo pontefice, a parere dei suoi avversari, è reo, per alcuni di essere un neocapitalista, e per altri un comunista, tutti concordi però nel ritenerlo eretico. Questi gruppi e movimenti sovranisti che avversano Francesco sono diretti da personaggi di una certa cultura di estrema
destra cattolica e protestante. Negli USA queste frange oltranziste, reazionarie e conservatrici esistono dall’epoca di Trump se non prima.
Attraverso il regime di Bolsonaro sono arrivate fino anche in Brasile. Negli USA, e in buona parte dell’America Latina, vi è un pullulare di sette cristiane pseudoreligiose, che hanno fatto la fortuna di esponenti politici di destra per la loro ascesa al potere.
Il sovranismo prende sempre più piede in un contesto materialistico in cui la perdita di coscienza sociale a favore dell’interesse personale e l’aridità creativa stanno portando al collasso la società occidentale. Esso pare non essere compatibile con la democrazia e la creatività.
Il confronto diventa perciò inevitabilmente aggressivo e verbale, e le parole sono usate, non per esprimere concetti, ma come semplici echi nel vento. Il termine sovranismo è una dottrina politica che sostiene la preservazione o la riacquisizione della sovranità nazionale da parte di un popolo o di uno Stato in contrapposizione alle istanze ed alle politiche delle organizzazioni internazionali e sovranazionali.
Ricordiamoci che negli Stati Uniti i bianchi evangelici sono stati tra i più grandi e energici sostenitori di Donald Trump sia nel 2016 che nel 2020. «Secondo l’American Enterprise Institute, inoltre, tre evangelici bianchi su cinque ritengono che il presidente Biden sia stato eletto in maniera illegittima» (fonte: https://ytali.com/2021/03/20/qanon-sette-cristianee- culto-di-trump/).
In Italia i sovranisti che attaccano sempre Papa Francesco ritengono che anche lui sia stato eletto in maniera illegittima, e che quindi non sia il vero e legittimo Papa.
Per quanto riguarda il Partito Democratico, che qualcuno ancora considera un partito di sinistra, non riusciamo a capire che senso abbia questa forma di bombardamento mediatico se non finalizzato alla sua distruzione, forse perché i potentati hanno trovato altri interlocutori. Questo partito è costituito da un insieme di persone che negli anni si sono forse allontanate dai problemi delle persone impoverite della nostra società, e probabilmente fa fatica a rinnovarsi.
Ogni giorno trova ostacoli, difficoltà e purtroppo inquisiti, alla ricerca di un rinnovamento che forse non c’è.
Meglio fare un nuovo partito o movimento sulle ceneri di quello che fu un tempo? Meglio ricominciare rileggendo “Il Capitale” di Marx e simili? È necessario comunque liberarsi oggi dalle zavorre obsolete di vecchi esponenti del partito tutti intenti a fare affari e a costruire potenti lobby con sceicchi ed emiri?
La democrazia vive solamente se è riconosciuta e praticata da una larga fetta di popolazione. L’astensionismo crescente, unito alla scarsa convinzione, presente anche tra di noi, dell’utilità del voto, rischia di rappresentare un sinistro presagio di una politica futura ancor più guidata da tornaconto ed ambizione. Per non “morire” e lasciarci prendere solamente dalla sfiducia e nello smarrimento, occorre forse riscoprire la spiritualità, una spiritualità laica, umana, condivisa, monopolio di nessuna organizzazione o confessione.
Concludiamo questo editoriale riprendendo quanto scritto da Augusto Cavadi nel suo libro “Mosaici di saggezze. Filosofia come nuova antichissima spiritualità”.
Tra gli innumerevoli ingredienti di tale spiritualità basica universale possiamo nominare la capacità del raccoglimento nel silenzio; il desiderio di conoscere veramente e di essere sempre sinceri – dunque di non dire nulla che non si ritenga vero; la propensione al coraggio di non tacere ciò che in ogni circostanza è inevitabile affermare come all’ascolto attento a ciò che altri hanno da dire; il senso critico insofferente del tradizionalismo e del conformismo; il gusto della contemplazione del bello naturale e artistico; la misura nella ricerca delle sicurezze materiali; la sobrietà nei consumi e il piacere di condividere ciò di cui si dispone; la distanza ironica rispetto agli inciampi esistenziali, la compassione con tutti i viventi senzienti, la gentilezza nei modi di rapportarsi a persone e cose circostanti…
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