UNA VOLTA ERO COMUNISTA

La canzone di Giorgio Gaber non c’entra niente, parlo ancora di me e del mio passato, in un presente attuale.
Ho già trattato questo argomento in articoli precedenti, ho parlato dei miei zii e nonni, della seconda guerra mondiale e del dopoguerra, del fascismo.

Sono stato comunista, nella mia giovinezza, che strano, c’era una canzone del ventennio fascista che diceva “primavera di bellezza”, si ora di primavere ne son passate 53 ed a Dio piacendo la prossima sarà la cinquantaquattresima.

Ero nella FGCI Savonese quando a farci scuola di partito c’erano due tali, De Cia e Di Tullio, ora fuoriusciti dalla politica cittadina diretta, ma sempre con precisi compiti e nomine mai lasciati al caso.
Ero ancora un quattordicenne immaturo quando sotto l’esempio di mio padre, portuale e militante tesserato del PCI che si dava da fare nella sezione Artioli-Briano in via del Molo a Savona, iniziai anche io a militare nell’orbita del PCI.

Lui praticamente quella sezione l’ha costruita assieme a “u Ragnu” (Ratto), ed i meriti invece li hanno presi gli altri, i borghesi del partito, quelli che contavano (oltre che i soldi) nella città e anche a Roma, ed oggi è diventata sede sindacale della CGIL.
Quelle persone che non ci sono più come mio padre, “davano il sangue” per il partito e il sindacato, la CGIL e durante le feste dell’Unità davano il meglio, montavano gli stand, cucinavano, servivano ai tavoli, lavavano le stoviglie e tenevano pulito.

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Io ero lì con lui, con la sindrome pre-adolescenziale a gestire la mia voglia di andare in giro a cazzeggiare come facevano invece molti altri ragazzi della mia età, ma nel nome del partito, nella fiducia di mio padre e nella fede in un mondo migliore, mi autocensuravo e stavo ad aiutare, a servire ai tavoli e a lavare le stoviglie.
Nel tempo sono cambiate un sacco di cose, come scrissi nell’articolo del Militina, tutto finì per sempre e constatammo che il PCI fu un partito della menzogna come tutti gli altri, un partito che si è servito, nutrito e ha sfruttato i propri militanti e volontari, non solo per gli scopi elettorali ma anche e prettamente per scopi finanziari ed economici.
E con quei soldi, oltre che quelli che ricevevano direttamente dall’URSS hanno costruito cooperative che sfruttano dipendenti, aziende di fornitura di energia, assicurazioni, banche e finanziarie, facendo nascere il Berlusconismo di sinistra.
Del resto, un detto dice, se non puoi sconfiggerli diventa parte di loro, e noi italiani siamo fantasiosi specialisti del trasformismo.
Un accrocchio di farabutti guidavano i partiti italiani, come furono la Democrazia Cristiana ed il Partito Socialista Craxiano, dove chi aveva ruoli dirigenziali ha avuto via libera per posti rilevanti nella ricostruzione, nelle ripartizioni delle aziende statali privatizzate, nelle cooperative ed in società di ogni genere.
Sicuramente Marx, Lenin, Gramsci e molti altri grandi compagni del comunismo non avrebbero neanche immaginato che potessero accadere certe cose, sia a livello mondiale che nazionale e li avrebbero osteggiati, in Italia dopo il papocchio post guerra, con la pace imposta da Togliatti e dal benestare dell’URSS si assiste alla nascita di una nazione che si propone come grande democrazia.
Ma passiamo all’odierna situazione, oggi vedere sventolare bandiere nazionaliste, non è certo il progresso politico che le sinistre europee avrebbero immaginato fino al 1990.
Per me prendere posizione come per la guerra in Ucraina è solo una questione economica, già lo dissi e non me la sento proprio di intromettermi in alcun modo nelle faccende di due popoli, che si nascondono sotto il proprio profilo nazionale o economico per poter speculare, determinare e farsi aiutare per avere un futuro vantaggioso ancora contro di noi.

Per me agevolare ancora la politica USA con le sue interferenze in Europa è danneggiare nuovamente ed ulteriormente il processo di evoluzione della Comunità Europea, unico processo fattibile e obiettivo per il nostro futuro.
E poi oggi vedere nel nome del politically correct prendersela con il passato, comportarsi con censura peggio del fascismo, mi fa accapponare la pelle.
Vedere le donne e i gay che manifestano pro Palestina, con le bandiere sventolate durante gli scioperi per i contratti di lavoro, o nelle manifestazioni contro i femminicidi è quanto di più ignorante e qualunquista possa accadere.
Sono argomenti che non vanno bene assieme perché il rischio è alto, perché questo è figlio di quella politica generalizzata con cui la sinistra è andata avanti per decenni, dove ogni forma di protesta era confusa con comunismo e socialismo, con rivoluzione e progressismo, dove i diritti dei pochi sono diventati più importanti e hanno messo nel dimenticatoio i doveri di ogni individuo che è al mondo.
Questo è accaduto in nome della finta democrazia e per i diritti di popoli che invece ancora oggi negano a loro volta i diritti alle minoranze, religiose, sessuali come alle donne ed ai gay ai quali farebbero solo del male, prendendoli a pietrate.

Questi sono i Palestinesi, e gran parte dei musulmani oggi, toglietevela dalla testa l’intifada e la Palestina libera perché è un’altra delle tante, troppe menzogne che il PCI ha instillato con furbizia e scaltrezza nell’immaginario sociale italiano.
Basta vedere che razza di facce hanno i miliziani di Hamas che parlano, e con quale veemenza lo facciano, niente di diverso dai discorsi di Hitler, Franco, Mussolini, Pinochet, e voi imbracciate bandiere di questa gentaglia che mente persino sul Corano e Maometto!
Ora dico una cosa che dovreste fare, voi donne e gay che andate in piazza con le bandiere Palestinesi, perché non prendete coraggio e non vi presentate a protestare all’expo 2030 di Riad?
Così magari capireste cosa vuol dire essere un paese musulmano ed antidemocratico che finanzia Hamas e la Palestina.
Son finiti purtroppo i tempi della Kefiah e delle bandiere rosse, e bisogna finirla una volta per tutte di sventolare troppo facilmente bandiere altrui, soprattutto di popoli e nazioni che non vorranno mai il bene nostro e della comunità, figuriamoci degli occidentali.
E poi, nonostante su Israele vi possa essere molto da dire e discutere a livello politico, militare ed economico, non posso assolutamente accondiscendere a quegli assalti, a quelle scritte ed al ritorno dell’antisemitismo, soprattutto da persone e movimenti che si definiscono di sinistra, vergognatevi, siete voi i nuovi fascisti!!!
Una volta ero comunista è vero, come tanti, poi ho aperto gli occhi e ho capito…

Paolo Bongiovanni
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