Europeismo: la nuova fase del trasformismo meloniano

Giorgia Meloni, da leader sovranista a paladina dell’europeismo. È questa la trasformazione che la presidente del Consiglio italiano sta compiendo in questi mesi, con un’accelerazione negli ultimi mesi.

Giorgia Meloni da La Repubblica

Le ragioni di questo cambio di rotta sono molteplici. In primo luogo, Meloni ha dovuto fare i conti con la realtà: l’Italia è un paese profondamente integrato nell’Unione Europea, e non è possibile governarlo contro l’Europa. In secondo luogo, la crisi ucraina ha reso evidente l’importanza di un’Europa unita e forte, in grado di affrontare le sfide del mondo contemporaneo.

I risultati di questo cambio di rotta sono già evidenti. Meloni ha sostenuto l’invio di armi all’Ucraina, ha aderito al gruppo di Paesi che chiede di superare l’unanimità in Consiglio europeo sulla politica estera, e ha annunciato la volontà di presentare un programma europeista alle elezioni europee del 2024.

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Questa svolta europeista ha suscitato però anche delle critiche, soprattutto da parte della base elettorale di Fratelli d’Italia, che non ha gradito il cambio di posizione sul tema dell’euro e dell’Unione Europea.

Meloni tra pragmatismo e contraddizioni
La posizione di Meloni sull’Europa è ancora in via di definizione, e non è escluso che possa subire ulteriori cambiamenti in futuro. In particolare, la questione dell’euro è ancora un punto di forte divisione all’interno del governo e del partito.
Da un lato, Meloni ha dichiarato di non ricordare di aver mai sostenuto l’uscita dell’euro, e intende anzi proporre riforme per rendere la moneta unica più sostenibile.
Questa contraddizione è emblematica della fase di transizione che Meloni sta attraversando. Da un lato, è consapevole della necessità di un’Europa più forte e unita, dall’altro lato deve tenere conto delle pressioni della sua base elettorale, che è ancora legata a posizioni sovraniste.
Il futuro dell’europeismo di Meloni
La capacità di Meloni di conciliare pragmatismo e contraddizioni sarà determinante per il futuro dell’europeismo italiano. Se riuscirà a superare le divisioni interne al suo partito e a presentarsi alle elezioni europee con un programma europeista credibile, allora avrà la possibilità di giocare un ruolo importante nella definizione del futuro dell’Unione Europea.
In caso contrario, l’europeismo italiano rischia di rimanere diviso e indebolito, con conseguenze negative per il futuro dell’Italia e dell’Europa.

Antonio Rossello

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