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Gianni Letta dal FattoQuotidiano
Le critiche di Gianni Letta hanno creato unaa certa confusione. Fra i dirigenti di Forza Italia. Sminuire le parole o ascoltarlo e mettere in discussione la riforma del premierato scritta dal ministro Casellati? La quale, adelante, è pronta a gettare benzina sul fuoco, con una nota arrivata nel pieno delle polemiche: “Nessuno dei rilevanti poteri del Capo dello Stato, previsti in nove articoli della Costituzione, è stato toccato. Per questo le parole di Gianni Letta sono state travisate, perché l’ipotesi da lui prospettata riguarda un rapporto generico tra due poteri, ma non quello specifico del premierato all’italiana da noi proposto, che si distingue dagli altri e soprattutto dal cancellierato alla tedesca, tanto sbandierato dal Pd, che svuota la figura del Capo dello Stato relegandola al ruolo di un mero notaio – ha dichiarato la ministra delle Riforme in una nota –Molti autorevoli costituzionalisti uditi in commissione al Senato hanno condiviso l’obiettivo di dare voce ai cittadini per scegliere un indirizzo politico attraverso l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Hanno proposto correttivi che rafforzano e non intaccano la ratio del nostro progetto di riforma.
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Ma la risposta del Pd è stata un controcanto falso e strumentale che evidenzia un vuoto di idee e di proposte”.
Trattasi di revisione costituzionale, dunque di importanza rilevantissima. Che ha bisogno di approfondimenti equilibrati e razionali.
Colui che è stato il grande interprete dietro le quinte, il consigliere senza macchia e senza paura, Di Berlusconi, ha avanzato dei dubbi sul progetto, vera priorità del governo. Secondo il suo parere ” La riforma ridurrebbe “fatalmente” i poteri del Presidente della Repubblica, perché “la forza che ti deriva dalla investitura popolare è certamente maggiore di quella che deriva dal Parlamento. Non sta scritto, ma è ovvio che poi nella dialettica chi è investito ha più forza”.
la figura del Capo dello Stato sta bene “com’è disegnata”, così come “l’interpretazione data dai singoli presidenti nel rispetto della Costituzione, come tutti i costituzionalisti oggi riconoscono”. “Non l’attenuerei, non la ridisegnerei, non toglierei nessuna delle prerogative così come attualmente sono state esercitate”. Poi ha anche lodato Mattarella: “Oggi abbiamo un Presidente felicemente regnante nel suo secondo mandato, esercitato in maniera splendida, perché ha fatto tanto bene a questo Paese”.
Francamente tutto questo “bene” non è proprio di grande evidenza. Ma forse si pretende troppo.
In cintemporanea con Casellati interviene chi non poteva non farlo , da ministro e vicepresidente del Consiglio. Antonio Tajani Non poteva non difendere l’operato del suo governo, tantomeno su una riforma centrale nell’idea di Paese dell’esecutivo, scritta peraltro da una esponente di spicco di Forza Italia.
Ha subito precisato che il suo partito sostiene convintamente la riforma sul premierato e non vanno interpretate in direzione contraria alcune frasi di Gianni Letta dal quale, in un confronto diretto , avrebbe avuto la conferma che le sue parole si riferivano a valutazioni teoriche e non a giudizi sulla riforma.
Questa giustificazione di due esponenti di spicco del Governo, crea non poche perplessità. Probabilmente , in emergenza, hanno preso tempo in attesa di costruire una strategia ad hoc e far comprendere con chiarezza, che per ora non c’è, all’opinione pubblica, il senso reale di quelle esternazioni.
Giorgio Mulè
Arrivano poi i nostri, fra i quali il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè: “Le parole di Letta vanno lette con il rispetto che si deve a una figura con la sua esperienza e il suo vissuto È un uomo delle istituzioni, non di parte. Ha una sensibilità tale che guai a mettergli delle etichette. Le sue riflessioni vanno valutate e approfondite come è giusto che sia e come deve fare il Parlamento davanti a una riforma costituzionale per cui non possono esistere delle bandiere da piazzare. C’è solo un interesse superiore, che è il funzionamento corretto delle istituzioni”.
E, noi semplici cittadini, rimaniamo in resilienza, in attesa degli sviluppi sulla vicenda.
Con l’auspicio che il centro destra arrivi coeso alle Europee di giugno, nonché alle amministrative che hanno comunque un grande rilievo politico, sia regionale che nazionale
Carla Ceretelli