Una poesia di Carmen Barusso: L’arma latente
Una poesia di Carmen Barusso
L’ARMA LATENTE
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Una poesia di Carmen Barusso
L’ARMA LATENTE
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L’arma latente ai posteri ben presente, fu la peggio sulla pelle non furono fiabe belle….
perchè conobbi un saggio uomo, che parlava di perdono, lo faceva col volto scolpito di rughe e di ferite, il suo invito:
“Scrivi che queste son Ferite di guerra”insomma, nessun articolo, nessun comma, perchè in guerra vince il più forte e non bussa alla sua corte….
”Scesero da nord mascherati da soldati non erano amici e non furono amati, imprigionati e presi a botte pelle livida e ossa rotte…..”
per lasciarli orizzontali agonizzanti ma uomini reali, perchè pur di non tradire si lasciavano morire….
“Ma tu sai cos’è il nervo di bue?”mi disse lelio Speranza, e non solo …mi descrisse l’arma latente, che dalla fine della guerra lo accompagnava vivo, in terra…..
”La porto sempre con me per non dimenticare quest’arma che ci ha fatto sanguinare, fino a spaccarci non solo la pelle ma le ossa e le budelle!!!!
mi chiese se volevo vederlo, il nervo di bue, e per farmi capire la potenza… una o due frustate alla scrivania e il racconto diviene asfissia!!!!
mi vengono le lacrime agli occhi comprendo il dolore e i rintocchi, di quel malmenare feroce che lascia me senza voce….
”Ecco cos’era la guerra, doloranti e rotti a terra, fu così che liberammo la città, e fu ancora libertà…..”
giovani e forti, cinque amici, quello a me più vicino liberata Savona, fu ucciso da un cecchino! non ancora consapevoli che la guerra era finita un nostro amico perdeva la vita!
l’arma latente resti alla mente, perchè il Dott Lelio Speranza non sia ricordato in quella stanza…..
non solo come Presidente del C.O.N.I ma che il nervo di bue risuoni, con la campana, che il ricordo non geli… ogni giorno in Piazza Mameli.
scomparso un grande uomo mio Cicerone con affetto al Dott Lelio Speranza.
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