ULTIMA GENERAZIONE [1]

Non è scandaloso che alcuni
 banchieri siano finiti in prigione;
scandaloso è che tutti
gli altri siano in libertà
(Honoré de Balzac)

 Con questo nome si presenta al pubblico l’ultimo tentativo ecologista di svegliare le coscienze della gente e, in particolare, della classe politica, attraverso dimostrazioni eclatanti ma non violente. Ma prima di parlare di questa nuova moral suasion, mi sia concessa una retrospettiva attraverso tentativi analoghi, verificandone gli esiti. [Un inciso: quanto all’invettiva di Balzac, se vivesse oggi, sarebbe inorridito al constatare che in prigione di banchieri non ce n’è neanche l’ombra. Anzi: tutti in cattedra, coi politici in classe].

Il cartello a destra chiede “regulation”, in antinomia alla perdurante e devastante “deregulation” di stampo Reagan-Thatcher-Clinton. Quello a sinistra chiede che il governo si sganci dal giogo delle corporation

Sull’onda del ’68, le proteste di strada hanno un carattere anche folkloristico, con chitarre e sacchi a pelo

Il piano di denuncia e di risveglio della consapevolezza ha un suo iconico precedente: il movimento spagnolo degli indignados del maggio 2011, poi allargatosi a livello internazionale, e in particolare a New York, in Zuccotti Park, con Occupy Wall Street (OWS) nel settembre dello stesso anno. Il 2011 non fu un anno qualsiasi, risentendo dell’onda lunga della crisi finanziaria del 2007-2008, che vide il crollo di Lehman Bros, uno dei colossi di Wall Street, cui però non seguirono le misure per evitare che la grande finanza continuasse a fare danni a tutta l’umanità.

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Nel nostro piccolo, in Italia, ricordiamo la repentina caduta del governo Berlusconi, ultimo eletto dal voto popolare, per poi far seguito con un lungo susseguirsi di governi tecnici o comunque non eletti democraticamente. La caduta di Berlusconi fu un esempio eclatante della sudditanza della politica al volere della finanza, in questo caso una lettera di diktat del governatore uscente della BCE, J. C. Trichet e del suo successore Mario Draghi, nella quale si imponevano varie misure, in contrasto con gli interessi dell’Italia, che Berlusconi, tramite il valido Ministro del Tesoro, Giulio Tremonti, aveva cercato di far valere, suscitando le ire di Trichet.

Piazza del Quirinale, 12 novembre 2011. Folla urlante contro Berlusconi che si reca dal presidente della Repubblica per presentare le dimissioni del governo. La folla becera non sapeva che stava acclamando la propria successiva sudditanza ai poteri apolidi della finanza transnazionale, sbraitando contro chi cercava di impedirlo, nonostante l’esasperante mobbing per le sue debolezze sessuali: aveva prevalso il Bunga Bunga.

A livello internazionale, i politici americani non ebbero nemmeno l’ardire di ripristinare il Glass-Steagall Act, abrogato da Bill Clinton nel 1999 con la promulgazione del Gramm-Leach-Bliley Act, dietro le spinte dei banchieri. Il Glass-Steagall Act fu varato nel 1933 per scongiurare il ripetersi della devastazione economico-sociale prodotta dalla grande crisi del 1929; e a tal fine separava le banche di investimento da quelle commerciali, oltre ad altre misure efficaci nel prevenire il ripetersi di disastri analoghi. L’abrogazione di una legge di genuina tutela popolare dopo oltre mezzo secolo, dimostrò la pazienza e la tenacia della grande finanza nel pervenire ai suoi scopi.

Margaret Thatcher e Ronald Reagan, i due principali artefici della deregulation finanziaria che, a partire dagli anni ’80, ha reso gli iper-ricchi ancora più ricchi e più numerosi, a spese di tutti gli altri

L’altra grande crisi, verificatasi a soli pochi anni di distanza, nel 2007-2008, non fu sufficiente per arrivare al ripristino della Glass-Steagall; tant’è che le inique regole, o peggio la loro totale assenza (deregulation), iniziata dal duo neoliberista Reagan-Thatcher negli anni ’80, vige tuttora nel mondo finanziario, divenuto ormai un cavallo imbizzarrito e senza redini, pur essendosi eretto, di fatto, alla guida del mondo politico, anziché venirne guidato. Col risultato che il mondo politico si è trasformato nello zelante esecutore dei suoi voleri. Ora, non è credibile che i politici abbiano abdicato al potere loro conferito dal popolo con le elezioni, senza adeguati compensi. Compensi che, più che esser dovuti, almeno a quanto è dato sapere, ad emolumenti da parte di chi stampa i soldi senza fatica (le banche), vengono prelevati dai politici stessi a spese del popolo che li ha eletti, tramite quelle leggi ad personam che sono i loro scandalosi stipendi, pari allo stipendio/salario medio di un impiegato/operaio moltiplicato per 10 e oltre.

Bill Clinton è rimasto celebre per le sue sregolatezze nella Sala Ovale della Casa Bianca, ben più che per quelle da lui concesse al mondo finanziario con l’abrogazione del Glass-Steagall Act, portando così a pieno compimento la deregulation neoliberista inaugurata dal suo predecessore Reagan, in tandem con la Thatcher

Le rivendicazioni di OWS, tuttavia, miravano ben più in alto, e cioè, oltre al ripristino del Glass-Steagall Act, ad una tassazione decisamente più incisiva sulle grandi ricchezze, soprattutto per gli effetti proporzionalmente più apprezzabili sulla vita dei cittadini medi e incapienti che non la mera riduzione degli emolumenti di poche centinaia di “onorevoli” asserviti alla finanza che ne condiziona le iniziative. Noi tutti oggi stiamo vivendo le conseguenze di decisioni di seconda mano prese decenni addietro dietro “suggerimenti” di prima mano da parte di chi ha usurpato agli Stati il potere di creare moneta.

[continua]

Marco Giacinto Pellifroni     21 aprile 2024

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2 thoughts on “ULTIMA GENERAZIONE [1]”

  1. Tutto vero ma, purtroppo, servono a nulla manifestazioni, scioperi o cortei. L’unica strada è la rivoluzione!

  2. Non basta nemmeno quella, che si limiterebbe a sostituire un regime con un altro. Bisogna tagliare la testa, anzi le teste, all’idra finanziaria: impresa assai più difficile, perché il mostro sta abilmente nascosto, a differenza dei politici, suoi emissari

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