The Times They are a Changin’

Chissà come mai  mi è venuto in mente questo pezzo di Bob Dylan mentre guardavo malinconico gli scaffali del supermarket (il più “infimo” in un senso non facile da definire ma che si intuisce) dove sono solito comprare l’essenziale. Riflettevo, appunto, che termini come “ricerca di mercato”,  o “marketing” dovranno presto fare i conti con un processo di rapidi mutamenti sociali. Il consumatore attento noterà che in due diversi ma omologhi supermercati, uno ubicato a quattro chilometri dall’altro, trova gli stessi identici articoli (stesso grande magazzino fornitore) ma prezzi diversi. A volte differenze centesimali, ma solo sugli articoli di largo consumo, a volte differenze centesimali più sostanziose su frutta e verdura, spesso la “ricerca di mercato” fa collocare in posizioni strategiche alimenti che fino a due o tre anni fa si compravano con disinvoltura e che ora sono prossimi a scadenza (cibarie da microonde e simili). I tempi stanno cambiando ma la mentalità corrente sull’Economia sembra statica: non tiene conto dei meccanismi di difesa di chi consuma. Ma la domanda è: chi decide il prezzo al consumo?

Supermercato di Casarza

Supermercato di Sestri

Chi per ciascuno dei due supermercati omologhi?  Quale la “Logica di Marketing” per 1 Euro di differenza per 30 grammi scarsi di un prodotto inutile o quanto meno futile? E’ una ricerca di mercato o una ricerca sociologica? O semplicemente sono i prezzi che si adeguano alla differenziazione sociale che è percepita?

Ho posto un “problema mal posto”? O i responsabili di questo supermarket che sicuramente riconosceranno il loro “sale blu di Persia” sapranno dare uno spunto di riflessione  a chi si appresta a iscriversi a una Facoltà economica? Saranno, i corsi, aggiornati alle nuove realtà sociali? Posso ipotizzare “Survival Marketing” come nome di un possibile corso per una Economia in un momento storico di tale “dinamismo” sociale? Al momento, le due immagini qui postate possono aiutare nella riflessione malinconica.