I MORTI ASPETTANO DA 40 ANNI

I MORTI ASPETTANO DA 40 ANNI
E IL GOVERNO FINANZIA L’HERPES
Vado ligure, no del Ministero allo studio epidemiologico sui decessi
Nei quartieri vicino alla centrale a carbone partecipata da De Benedetti

I MORTI ASPETTANO DA 40 ANNI
E IL GOVERNO FINANZIA L’HERPES
VADO LIGURE, NO DEL MINISTERO ALLO STUDIO EPIDEMIOLOGICO SUI DECESSI
NEI QUARTIERI VICINO ALLA CENTRALE A CARBONE
PARTECIPATA DA DE BENEDETTI

Bocciata. Niente ricerca epidemiologica. A Vado, Quiliano e a Savona, decine di migliaia di persone continueranno a vivere con le finestre affacciate sulla centrale a carbone, ma non potranno sapere se la loro vita è minacciata. La commissione incaricata dal ministero della Salute ha detto no: il progetto per compiere – dopo quarant’anni di attesa – uno studio epidemiologico è stato bocciato.

Eppure nell’ambito dello stesso concorso, il ministero ha trovato i soldi per compiere – sempre in Liguria – una ricerca sull’“Herpes Zoster: valutazione dell’impatto socio-sanitario e implementazione di un programma di vaccinazione nella popolazione adulta in Italia”. Insomma, il fuoco di Sant’Antonio, malattia estremamente fastidiosa, ma meno minacciosa del tumore e dell’infarto.

INTANTO a Vado, Quiliano e alle porte di Savona si sta diffondendo il panico. Migliaia di persone vivono letteralmente all’ombra della centrale Tirreno Power, partecipata dal gruppo Sorgenia che fa capo alla famiglia De Benedetti. Migliaia di persone costrette a vivere senza sapere se ogni giorno rischiano la morte. Di sicuro, la Procura di Savona sta per chiudere un’inchiesta che ha richiesto anni.

Ogni giorno si attende che sia reso pubblico l’esito della perizia degli esperti. Nel frattempo sui giornali, come il Secolo XIX, vengono pubblicate indiscrezioni che parlano di mille morti dovute alla centrale (ipotesi respinte da Tirreno Power).

Fabrizio Bianchi, epidemiologo consulente del comune di Vado, commenta così il dato: “Sarebbe il più alto che io abbia mai visto in Italia e nel resto del mondo. A Taranto, per capirci, l’incidenza dei tumori è maggiore del 10-20% rispetto alla media. Qui, stando alle indiscrezioni, l’incremento dei tumori sarebbe del 100%. I malati sarebbero il doppio della norma”, spiega Bianchi. Aggiunge: “A Taranto, almeno, hanno dei dati sulle cause di morte. A Vado, invece, la centrale lavora da decenni e nessuno ha mai compiuto un’indagine epidemiologica”.

Finora ci si è dovuti accontentare di ricerche senza rigore scientifico: “I dati annuali sulla mortalità maschile per tumore ai polmoni su 100.000 abitanti parlano di 54 decessi in Italia, 97 a Savona e 112 a Vado”. A dirlo non pericolosi estremisti, ma l’Ordine dei Medici.


INTANTO, nel dubbio la Regione Liguria e il governo negli anni scorsi hanno concesso il via libera all’ampliamento della centrale.

E l’Aia, autorizzazione integrata ambientale. Le ciminiere  continueranno a fumare: già oggi si bruciano 5.000 tonnellate di carbone al giorno, ma saranno costruiti nuovi gruppi. “Meno inquinanti”, giura Tirreno Power e nega ogni connessione tra i morti e la centrale.

Dalla politica solo una promessa: faremo una ricerca epidemiologica, si era detto. Invece niente. La Regione Liguria ha presentato domanda per per accedere ai fondi previsti ogni anno nel bando del Centro Controllo Malattie (Ccm) del ministero della Salute. Risposta: picche. Su 292 progetti presentati da tutte le regioni ne sono passati 52. Tra cui quello sull’herpes e altri, per dire, “sull’applicazione di uno strumento di business intelligence  alle banche dati sanitarie”. Oppure su soggetti piuttosto ostici come una “smart clinical pathway  per una sanità giusta”.

Ma non tutti se ne sono stati, come Simona Simonetti (Verdi), assessore all’Ambiente di Vado: “La gente deve potersi difendere dall’inquinamento. Ma deve anche essere informata. Non può essere tenuta all’oscuro. È un’ulteriore ingiustizia”.

Alla fine saranno i dati forniti dai periti della Procura a dire che cosa respira la gente di Vado e Quiliano. L’indagine – ancora a carico di ignoti – per omicidio colposo e disastro ambientale è arrivata al termine.

Dalla politica ancora niente, o quasi (vedi due interrogazioni parlamentari del Movimento Cinque Stelle): “Mi sembra impossibile che lo Stato o la Regione Liguria che hanno bilanci di miliardi non possano trovare mezzo milione per finanziare un’indagine epidemiologica seria”, sibilano Luca e Lucia, che vivono accanto alle ciminiere.

500 mila euro, questa era la spesa prevista. Ma la centrale di Vado è un nodo scomodo: per il  Comune di Savona che vedeva le sue iniziative sponsorizzate dalla Tirreno Power, per gli industriali che l’hanno sostenuta.

Per Pdl e Pd che hanno taciuto, ma hanno deciso in Regione l’ampliamento. E i maligni sussurrano che a suggerire cautela, più dei posti di lavoro a rischio, sia stata l’attenzione verso i potenti soci della centrale.

Mario Molinari  e Ferruccio Sansa da il Fatto Quotidiano

 

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