SPIGOLATURE: LA NOTIZIA SOTTO L’ALBERO

LADRI. Fare di ogni erba un fascio sarebbe scorretto. Tuttavia, non giriamoci attorno: la presenza di esponenti della sinistra nello scandalo delle eurobustarelle ora noto come Qatargate non era la notizia che ci aspettavamo di trovare sotto l’albero. Fa male a tutti, fa male all’Ue, fa male alle persone oneste. E non fa star bene la sinistra finita nella bufera. No, proprio non ci voleva. Che ora sull’altro versante si stiano spellando le mani per l’insperata rivincita, non attenua l’enorme imbarazzo per la scomodissima posizione in cui sono venuti a trovarsi gli indagati. Siamo di fronte a un brutto, bruttissimo episodio di malaffare che obbliga a chiedersi che cosa ci facessero quei miserevoli personaggi nel peggior caso di corruzione che si ricordi nella storia del Parlamento europeo. E con quale scellerata spudoratezza abbiano potuto calpestare un patrimonio storico che per tradizione e cultura si fonda sulla trasparenza, l’incorruttibilità e la consapevolezza di avere le mani pulite. Ora lo sappiamo: hanno agito come squallidi, avidi ladri di polli per fare soldi, borse piene di soldi, per darsi alla bella vita senza il minimo scrupolo. Che mazzata all’etica e alla morale!

FIDUCIA. Nella vicenda del Qatargate a esserne scossa è anche la Comunità europea. Vi si possono infatti intravedere elementi destabilizzanti che portano acqua al mulino degli euro-fobici. Parlamento e democrazia Ue sono stati sotto attacco e forse lo sono ancora a sentire le Presidenti, Roberta Metsola e Ursula von der Leyen. Un po’ ovunque hanno ripreso slancio i fautori di un exit generalizzato per mandare a monte le istituzioni di Bruxelles e Strasburgo. La crisi di fine anno è grave e forse senza precedenti. A maggior ragione lo è se si considera lo stato di emergenza in cui è venuta a trovarsi l’Europa con una guerra alle porte, l’implacabilità di Mosca, l’orrore delle esecuzioni captali in Iran, e il peso dell’urgenza energetica. Un combinato disposto drammatico che sommato alle volgari combine truffaldine venute alla luce nelle ultime ore pone problemi di coscienza elevati alla massima potenza. A Palazzo Charlemagne è in gioco una questione di fiducia nella casa comune di 27 Paesi che richiede i più alti standard di indipendenza e integrità per uscirne senza danni permanenti.

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COMPLOTTO. All’inizio di dicembre, senza tanti clamori, ma con assoluta determinazione, la Germania si è trovata a fronteggiare e sventare la minaccia dell’estrema destra eversiva decisa a imporre con la violenza un nuovo Stato. Ai vertici dell’organizzazione complottista faceva mostra di sé un principe della Turingia che nel modo d’agire ricordava un italico principe di parecchi anni fa. Parliamo di quel Valerio Borghese che in Italia nei primi anni settanta fu a sua volta alla testa di un tentativo di colpo di Stato di matrice fascista poi abortito. L’assalto all’edificio che ospita il Parlamento di Berlino, seppur fallito, evidenzia quali insidie si celino in formazioni come i Reichsbürger tedeschi, un gruppo dal nome più che esplicito. La loro è una formazione fondata negli anni Ottanta, che rifiuta le leggi democratiche e teorizza la rinascita dell’impero. E poiché non sono i i soliti quattro gatti nostalgici, bensì un nucleo robusto, ne sottolinea la pericolosità e fa capire quanto sia necessario mai abbassare la guardia.

CHIMERE. Se dovessimo fare la conta in base agli eroi della tastiera che imperversano sui social vicini alla destra, il politico americano che gode ancora di non poche simpatie rimane Trump. Quanto a Biden, sempre secondo quelle fonti, il meglio che gli possa capitare è di essere definito una mezza calzetta. Però, come nel famoso film, sul viale del tramonto rischia di proprio di finire il Tycoon, prigioniero delle sue assurde chimere. Nelle ultime sfide elettorali, nessuno dei candidati imposti dall’ex presidente al partito repubblicano è stato eletto. Nel contempo i democratici hanno conservato la maggioranza al Senato, sovvertendo la regola che le elezioni di metà mandato puniscono il partito del Presidente. Il ricordo del traumatico assalto a Capitol Hill ormai infiamma soltanto i soliti estremisti ed è fonte di evidente imbarazzo nei ranghi del Grand Old Party. Come annota Angelo Panebianco sul Corriere della Sera, si può dire, alla Mark Twain, ” che la notizia della imminente morte della democrazia americana era grossolanamente esagerata”.

Renzo Balmelli da L’avvenire dei lavoratori

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One thought on “SPIGOLATURE: LA NOTIZIA SOTTO L’ALBERO”

  1. Un grazie sincero a Renzo Balmelli per queste sue parole chiare e condivisibili al cento per cento. Un saluto fraterno da Fulvio Sguerso

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