Spaccato di vita savonese. Un caso emblematico
Durante il mio primo mandato da consigliere comunale, spinta da ardente zelo masochistico, redigevo un breve riassunto di ogni seduta di commissione o consiglio.
Poi ho deciso saggiamente di lasciar perdere, ma per una volta ritengo di dover fare una eccezione, per parlare del consiglio comunale del 28 ultimo scorso.
Questo perché la semplice cronaca dei fatti la dice lunga, sullo stato di noi savonesi, sui problemi di cui soffriamo e in generale sulla mentalità cittadina, più di molti dotti saggi sociologici e psicoanalitici.
Giudicate voi.
In apertura si celebrava il processo in contumacia alla consigliera Saccone, rea di aver espresso in modo persino ingenuo, sul suo profilo, aberranti celebrazioni filofasciste.
Proprio per questo suo essere sempre scoperta e quasi naif nelle sue deprecabili idee, la stessa si presta a fare da parafulmine in molte circostanze.
E così è stato anche questa volta. Folto pubblico in sala, di area di sinistra e del PD, dichiarazioni ovviamente di ferma condanna da parte degli esponenti di questi due partiti che avevano sollevato il caso.
Il presidente del consiglio Giusto legge una lettera dell’accusata assente, impaurita per aver ricevuto minacce personali, non mancando di irriderla.
La maggioranza tace. Neanche un difensore d’ufficio, e in effetti, obiettivamente, c’era poco da difendere. La Sindaco si dissocia fermamente, e questo discorso viene accolto con molto compiacimento nelle aree di sinistra di cui sopra.
Noi riteniamo ci sia poco da compiacersi per un atteggiamento che sa molto più di opportunismo che di convinzione. E ci fa piacere che, con obiettività, alcuni blog di sinistra lo ricordino.
Primo, quando si trattò di vincere le elezioni anche i voti di destra e di estrema destra facevano comodo. Non è che allora non si sapessero le idee professate da Saccone e dalle associazioni a cui apparteneva, come Custodes Terrae. Dopo le elezioni, però, la stessa fu debitamente marginalizzata.
Secondo, sia nei discorsi di alcuni altri esponenti di questa maggioranza, sia di altri personaggi politici a loro vicini, sia in alcune decisioni politiche, serpeggia molto più fascismo e molto più pericoloso e occulto dei fasci esposti di Saccone. E non mi risulta che venga segnalato o sconfessato.
Terzo, la posizione della Sindaco era a costo zero, anzi, vantaggiosa, le permetteva di scagliarsi contro una consigliera che, per il suo dissociarsi proprio da molte decisioni antisociali della Giunta, è divenuta una spina nel fianco della maggioranza.
Quarto, i tempi cambiano, le alleanze cambiano, e così ci si adegua.
È tempo di riposizionamenti e mescolanze, basta guardare le coalizioni anomale che si stanno predisponendo in molti comuni per le amministrative, pezzi di partiti anche opposti nascosti sotto liste civiche. Il tutto per perpetuare poteri consolidati e soprattutto interessi “super partes” (e sopra i cittadini) da perseguire.
Terminato il siparietto iniziale, la sala praticamente si svuota e non rimangono che pochi spettatori.
Del resto, l’unica cosa importante del consiglio era già avvenuta, no? Quella che per giorni e giorni ha monopolizzato le cronache locali. Per il resto, noiose pratiche burocratiche, degne al massimo di un trafiletto o neanche quello.
Anche qui, giudicate voi.
Una interpellanza del PD sui migranti con lunghissima risposta di Romagnoli.
L’ennesima interpellanza della Lega su Ata e su che azioni si intendano intraprendere contro chi l’ha ridotta a mal partito, prontamente rimbalzata dall’assessore Montaldo.
Certo, non è che la Lega faccia parte della maggioranza e ne esprima addirittura il vicesindaco (assente in aula). Ha ragione a non saperne niente e a dover platealmente (e inutilmente) chiedere in sede pubblica, no?
Le pratiche, due bazzecole.
Una richiesta di espropri di terreno per parco eolico, la seconda nel giro di poco tempo. Del resto, stanno per scadere gli incentivi, occorre affrettarsi.
Queste enormi pale, che richiedono sbancamenti enormi e ampie strade per il trasporto, non è che le andiamo a piazzare in zone già antropizzate o degradate, no: scientificamente, coscienziosamente, le sistemiamo lungo la più bella ed emozionante dorsale boschiva, quella che vide le battaglie napoleoniche, che ospita l’Alta Via dei monti liguri, scempiando qualsiasi possibilità di sviluppo turistico sostenibile e spalancando autostrade (letteralmente) ai malintenzionati che vogliano dar fuoco ai boschi o depositare rifiuti ingombranti.
Ma non basta: in questo caso il proponente è Fera, già coinvolta in una inchiesta per sospetti legami con la mafia per un parco eolico a Mazara del Vallo, processo conclusosi con alcune condanne dei presunti tramiti, nonché citata in numerose altre inchieste, anche vicine a noi, come nel processo Breakfast che vede coinvolti Scajola e Matacena.
Cosa chiedevamo? Che quanto meno si adottasse un principio di precauzione, attendendo l’esito di indagini e processi prima di concedere nuove autorizzazioni.
La pratica passa lo stesso, con voto favorevole della maggioranza, contrario di Noi per Savona e Rete a Sinistra, mentre noi e il PD non partecipiamo al voto.
Resta un’altra bazzecolina. L’aumento spropositato della Tari, più per far entrare denaro fresco in Ata in vista delle manovre privatizzanti, che per garantire servizi decenti e una raccolta dei rifiuti adeguata. La stessa Ata per cui la Lega ora in maggioranza aveva promesso mari e monti, mentre si limita a flebili pigolii. Ricordiamo che fu la Lega a trascinare questo improbabile centrodestra alla vittoria, e proprio su promesse di cambiamenti su temi cruciali.
Della Tari, è vero, si è parlato, e parecchio, sui giornali. Ma proprio per questo, in altre città, più sensibili e attive, a questo punto ci sarebbero i cittadini ad affollare il consiglio e protestare, o addirittura a stazionare in piazza Sisto battendo su pentole e coperchi, o quanto meno ad ascoltare come evolvono le ragioni della Giunta e le controragioni della minoranza.
Attenzione: sarebbe tutt’altro che inutile, la maggioranza di questi tempi non è certo granitica, e una minima pressione dei cittadini potrebbe far precipitare dubbi e scrupoli di alcuni consiglieri.
Da noi, calma piatta. Sinceramente, nel mio periodo consiliare, ho visto le folle nel pubblico, a parte i casi di lavoratori spediti a far pressioni e intimorire i consiglieri, non per tutelare i loro diritti, ma quelli di chi speculava su di loro, solo per delibere riguardanti i cani, oppure per episodi ideologici, appunto, legati al fascismo.
Importanti, per carità. Mai negato, e non dovrei ribadire ogni volta che sono figlia di partigiano decorato con croce di guerra e non ne rinnego di sicuro la memoria. Ma ininfluenti ai fini di una opposizione seria.
Non crediamo che sarebbe il caso di mobilitarsi anche per questioni che ci riguardano più direttamente, sulle quali mugugniamo sottovoce ma poi accettiamo di tutto?
Finora la Giunta ha recuperato il debito nel modo brutalmente più semplice, con tagli e mutilazioni del tessuto sociale cittadino. Esistevano altre scelte, lo dimostra semplicemente aver optato per un nono assessore, per motivi squisitamente di equilibri politici e con costi conseguenti, anziché salvaguardare servizi essenziali.
Ma noi niente, sentito niente. Calma piatta, appunto.
E ci beviamo ancora che è colpa di quelli di prima, e che i savonesi sono incivili e sporcano, e rivolgiamo il mugugno sterile contro noi stessi, come è tipico dei sudditi e non dei cittadini.
Tanto che spesso personalmente mi chiedo chi rappresento io in questo momento e se davvero rappresento qualcuno.
Alla via così. Ora, mi raccomando, tutti in coda a pagare una delle Tari più alte d’Italia, in una città ipercementificata, sporca, col verde pubblico decimato e in condizioni ignobili, già stremata dalla crisi più di tante altre. E in silenzio, eh? Testa bassa, e camminare.
Milena Debenedetti Consigliera del Movimento 5 stelle