SOSTITUZIONE ETNICA

Questo binomio è entrato d’imperio nella lista delle parole che la sinistra ha decretato come blasfeme. È una lista che si allunga ogni giorno e che si affianca al linguaggio politically correct di matrice americana. Le due liste marciano in parallelo, ma ogni tanto diventano, per percorsi più o meno lunghi, tangenti. Del resto, la vicinanza tra sinistra e neoliberismo, dove l’unica libertà a 360° è quella finanziaria, è ormai arcinota, sin da quando, nel 1989, i comunisti italiani persero i loro lumi di riferimento, in quel di Mosca.

Elly Schlein, oltre a ricollocare a sinistra l’ultimo erede del PCI, interpreta alla perfezione il metodo di rivisitazione del linguaggio, non solo politico, della rilettura storica e artistica, secondo una rinnovata messa all’ indice verbale ed espressiva di ispirazione inquisitoria

Non avendo ormai più nulla da proporre, vivendo soltanto di “contro”, la loro è una capillare e sistematica distruzione di tutta la nostra eredità culturale, considerata come una zavorra da estirpare. Non potrei fare un elenco, tanto sarebbe lungo, di tutto quanto è considerato obsoleto o, peggio, esecrabile, e quindi da distruggere, verbalmente e fisicamente. La sinistra è diventata una variante, in chiave nostrana, dei talebani, con tutti i propri tabù e la rabbia iconoclastica che li porta, oltre che a cancellare dal vocabolario, dalla storia e dalla tradizione tutto quanto cozza contro i loro sommi principi, ad infierire contro monumenti e opere d’arte del passato, senza dimenticare le opere letterarie e ogni altra produzione del talento umano.
Tra gli esempi più grotteschi cito, nel mucchio, l’imbrattatura di statue, come quella a Vittorio Emanuele II in piazza del Duomo a Milano, ultima di una lunga serie, anche oltreatlantico, o la revisione di romanzi del passato, ultimi “rivisitati” quelli di Woodhouse.

Va sottolineato come questo nuovo revisionismo tracimi dalle piazze agli ovattati studi editoriali, i quali, per non perdere vendite, si adeguano a quello che suppongono sia ormai la diffusa richiesta del mercato. Non sia mai che nel ristampare un libro vecchio di un secolo, rimangano nel testo parole “irrispettose”, come lo sconveniente “negro” o “razza”, per citare i più noti.

Per stemperare un po’ la gravità dell’argomento, mostro la canzone Bongo Bongo, cantata nel 1948 dalle sorelle Andrews & Danny Kaye, e la sua riedizione italiana del 2012 ad opera di Renzo Arbore. Oggi sarebbe bandita (nel giro di soli 10 anni!), sia in Italia che negli USA, in quanto offensiva degli africani, dipinti con sveglia al collo e anello al naso [VEDI e VEDI]

Non sto ad espandermi in altri ambiti, quale quello sessuale, dove nuovi “diritti”, sempre più stravaganti, si aggiungono al glossario, a ritmo ormai quotidiano.

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Si esalta tutta una serie di diritti che non hanno sinora sfiorato l’orizzonte mentale delle persone, in una incalzante forma di sobillamento alla ribellione per farli valere, anche se la stragrande maggioranza non ne aveva sinora avvertito l’esigenza, assorbita in ben altri problemi per sbarcare il lunario.
Per non parlare del termine “fascismo”, con tutti i suoi corollari. Oggi, il termine risulta un po’ logoro e abusato? Si salta allora di un grado e si usa, senza tema di strafare, la sua forma più estrema: “nazismo”. Quale parola più adatta, trattando di immigrazione selvaggia? Non già, beninteso, riferendosi ai nuovi negrieri, che fanno marketing di carne umana, con l’esca di un “viaggio in Mediterraneo come una crociera”; bensì a chi cerca di gettar luce su questo turpe traffico e progetta di arginarlo, sotto l’assillante lente accusatoria delle sinistre.
Il ministro Lollobrigida ha esposto una semplice deriva demografica: se non freniamo l’assalto quotidiano di migliaia di clandestini afro-asiatici, perlopiù islamici, alle nostre coste, mentre il saldo tra nascite e morti degli italiani è anno dopo anno in negativo, è giocoforza che si avrà in una data non certo remota una crescente sproporzione a favore degli immigrati. Una semplice considerazione statistica è stata sommersa da gratuite e infamanti reazioni da parte di una sinistra che non si rassegna a non rappresentare il Paese, dando fuori di matto per qualunque cosa faccia la destra al governo (tranne opporsi, come invece dovrebbe, al nostro affiancamento acritico all’Ucraina di Zelensky, con tutti i danni che provoca alla nostra economia). Sarebbe persino comico, se non fosse tragico, il vedere la sinistra opporsi laddove dovrebbe assecondare il governo, e viceversa.

No, non è una nave fantasma, bensì il natante nel mare in tempesta stipato di ben 1200 migranti clandestini, tratti in salvo dalla Guardia Costiera, ormai ridotta a competere con le ONG nell’esercizio di taxi marittimo. [VEDI] Un esempio tra mille. L’epilogo? All’ultima immagine

La malafede è eclatante se solo si pensa che Lollobrigida NON vuole la sostituzione etnica e anzi concorre ad evitare che si verifichi. La logica non è evidentemente di casa a sinistra. Se dichiaro di attivarmi, che so, per evitare un disastro ferroviario, prendendo le necessarie misure di sicurezza, che senso ha accusarmi di volere quel disastro che cerco invece di evitare? La triste verità è che le sinistre considerano un traguardo, e non una sconfitta, la progressiva perdita di italianità (mi si perdoni il termine “offensivo” della sensibilità esotica) che si verificherebbe con l’accrescimento, fino al superamento numerico, dei nuovi arrivati. Inciso: si è arrivati a discutere la “correttezza” di affiggere il crocifisso dietro ogni cattedra, per non urtare la suscettibilità degli “ospiti islamici”. A casa nostra!

                                                   SENZA          PAROLE

Eppure, è stata una generale levata di scudi contro un ministro “suprematista” e “hitleriano”. Vorrei evidenziare che, se l’attuale governo fosse, anche solo minimamente hitleriano, attuerebbe un ben diverso comportamento nei confronti degli sbarchi di clandestini: li accoglierebbe a cannonate; e il fenomeno si sarebbe risolto sul nascere. Semmai, questo governo è rimasto in gran parte succube di tutte le accuse che la sinistra gli muove, se solo pensiamo all’accoglimento (che le sinistre ignorano) di tutti i profughi ucraini, o all’attivismo della nostra Guardia Costiera nel fare concorrenza alle navi ONG, spingendosi fino in acque SAR maltesi e libiche (!) per soccorrere persone che al 90% non rientreranno tra quelle in possesso dei requisiti di profughi di guerra o di fuggiaschi da condizioni di pericolo, rivelandosi ipso facto persone da rispedire da dove sono venute. Non sia tuttavia così scontato che chiunque non si trovi bene in patria possa liberamente emigrare in Italia, per poi pesare sui nostri bilanci e comportarsi come nemico dichiarato della nostra tradizione, cultura, religione.

Una delle innumerevoli foto di tendopoli –qui lungo le Mura Aureliane, a Roma- che stanno ammorbando le nostre città. Circa il grado di civiltà di chi ci tiriamo in casa l’immagine parla da sola. Per giunta, sono carichi di odio verso di noi, col proposito di sfruttarci e poi soggiogarci

Non deve valere il principio che in Italia entra chi vuole, peggio ancora se con artifizi, quali l’imbarcarsi su natanti pericolanti o in condizioni di mare burrascoso, pretendendo di potersi poi appuntare sul petto la qualifica di naufrago, godendo delle tanto invocate “Regole del mare”. Sono tutti escamotages, che poi le sinistre finiscono col legalizzare: vedi la protezione speciale, che il governo sta tentando di ridimensionare, naturalmente sotto un nugolo di strali delle sinistre, mai sazie di assalti pluri-quotidiani alle nostre coste.

Nel 2020 i beneficiari della “vecchia” protezione speciale erano stati 757.
Nel 2021 quelli della “nuova” protezione speciale, a maglie molto
allargate dal decreto Lamorgese del 2020, erano diventati 7.092.
Un aumento di oltre il 736%  [VEDI]

Un proverbio dice che “il medico pietoso fa la piaga cancrenosa”. Oggi siamo già in fase di cancrena; e senza interventi drastici su vari fronti non saremo più in grado di fermare l’afflusso sul nostro suolo di gente non solo non necessaria, ma in gran parte dannosa: solo il 5% trova un lavoro degno del nome; il resto girovaga per la penisola, accampandosi in auto-proclamati ghetti, gravitanti intorno alle grandi stazioni e qua e là nelle grandi città, dei quali chiunque non chiuda gli occhi può prendere visione.
E si lasci stare ogni accostamento a Hitler e al nazismo. I comunisti pensino invece a cosa fece Stalin al suo stesso popolo, con deportazioni e sterminio di massa. Quando è un’ideologia a guidare la politica, la storia insegna di quali mostruosità possa rendersi artefice.

Post Scriptum:
Vedi anche, per analogia dei temi, il mio commento all’articolo odierno di Rino Genovese “L’inganno della natalità”

Marco Giacinto Pellifroni   23 aprile 2023

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