SI’ ALL’AMPLIAMENTO DELLA CENTRALE

SI’ ALL’AMPLIAMENTO DELLA CENTRALE
La sconfitta della ragione

 SI’ ALL’AMPLIAMENTO DELLA CENTRALE

La sconfitta della ragione  
Che cosa potevamo aspettarci da una classe politica abituata alle menzogne, a cambiare opinione spudoratamente davanti ai suoi elettori ai quali ha anche  chiesto una firma, con tanto di manifesti, partecipando a manifestazioni contro l’ampliamento di una centrale a carbone ostacolata da un territorio sempre più vasto di persone?

 Una classe politica abituata a dire tutto e poi il contrario di tutto e di plaudire una vittoria che non c’è, che è invece per tanti, troppi cittadini, un’ulteriore dolorosa sconfitta.

La Regione con il governatore Burlando, l’assessore all’ambiente Briano e quello all’industria e allo “sviluppo” Guccinelli, finge di fare a braccio di ferro con l’azienda che, a sua volta, finge di rifiutare richieste di quest’ultima, troppo onerose per gli impegni di carattere ambientale che vengono richiesti, e tutti omettono di dire che gli impegni sono dispositivi di legge, d’obbligo ottemperarle e che in altre situazioni italiane hanno portato alla immediata chiusura degli impianti.

Tutti dicono di avere vinto, un po’ come nelle tornate elettorali quando non si vuole deludere l’elettorato che si sentirebbe sfiduciato ad avere riposto il suo voto e il suo futuro a degli “sfigati” che si contraddicono anche tra di loro, che fanno , come nel Comune di Savona , ordini del giorno contro l’ampliamento, che firmano ricorsi, che intervengono alle manifestazioni, come ha addirittura fatto il Sindaco Berruti, manifestando la sua presa di coscienza sul danno alla salute che la centrale produce. 

 

Così è stato siglato l’accordo e pochi, a dire il vero, ne sono sorpresi. 

Un accordo che prevede la costruzione di un nuovo gruppo a carbone da 460 MW, proprio come chiedeva Tirreno Power , come ha da sempre messo in conto la Regione Liguria e come si augurava la CGIL savonese, minacciando pure di scioperare.

Tra sei anni, quando questo andrà in funzione, si demolirà uno dei due gruppi da 330 MW che sarà prontamente ricostruito. Intanto per altri sei anni, mentre tutti dichiarano, convinti, che entrambi i gruppi da 330 in funzione siano fortemente inquinanti, obsoleti e responsabili dei danni alla salute e all’ambiente del territorio di un raggio di venticinque chilometri, questi continueranno a funzionare e a bruciare carbone , in assenza di autorizzazioni AIA che i Sindaci di Vado e Quiliano  pretendono inutilmente  da tempo e “inspiegabilmente” assenti nella centrale Tirreno Power , fatto ritenuto non grave, a Vado, dal Ministero, dalla Regione ,dalla Provincia ,dal Sindacato e dai Comuni compresi, che in assenza delle quali, potevano chiederne la chiusura. 

 Invece quei gruppi, in funzione da quarant’anni, per l’azienda devono essere prontamente ristrutturati con improbabili nuove tecnologie e quindi quale occasione per chiedere un nuovo ampliamento? Per la Regione devono essere sostituiti e bisogna fare presto, tanto che  l’assessore Briano  ritiene non sia il caso aspettare necessariamente gli studi epidemiologici prescritti di legge, che sarebbero solo un’ulteriore perdita di tempo.

 Quei gruppi 3 e 4 che anche il Sindacato ritiene inquinanti e logori e per fortuna che Tirreno Power ci mette i danari per aumentare la potenza della centrale e bruciare più carbone, intanto li sistema e ci fa un favore.

Quei gruppi che i Sindaci di 18 Comuni, gli ambientalisti, i  cittadini tutti vorrebbero chiusi  da tempo.  I cittadini del comprensorio savonese che sanno che il carbone pulito non esiste e che questa sarà una nuova fregatura, danno su danno per un territorio che ha pagato già troppo sulla loro pelle.

L’accordo prevede, poi, che tra nove anni si demolisca il secondo gruppo da 330 MW e solo se l’azienda presenterà un progetto di miglioramento ambientale lo potrà ricostruire.

Difficile pensare come a Vado e in Liguria possano cambiare gli atteggiamenti verso un gruppo cui si è permesso, per anni, di autocertificarsi, di dichiarare elementi difficilmente confutabili e di non provvedere a ottemperare i doveri nei confronti del territorio, disposti da delibere apposite come, ad esempio, la copertura dei carbonili che oggi sembrano essere un elemento di vittoria da parte di chi, invece, ha perso tutto.

Ha perso la fiducia della gente, la credibilità politica, la capacità di differenziazione della linea programmatica da chi dovrebbe combattere, l’ultima possibilità di esistere come interlocutore .

 

E’ vero, governatore Burlando, in Liguria di meglio non si poteva sperare.  Lo ha dichiarato anche Lei.

Sarebbe stato troppo sperare di porre fine al dramma silenzioso di morti, di malati di combustione da carbone. Sarebbe stato troppo sperare nella coerenza di un PD che alza le barricate contro le centrali a carbone in alcune Regioni e stende tappeti d’oro in altre.

Sarebbe stato troppo sperare che il Sindacato e la classe politica si facessero carico delle grida d’allarme lanciate da medici, scienziati e oncologi di fama mondiale che si sono succeduti in numerose manifestazioni pubbliche a Savona.

Dodici anni di lavoro!” dichiara con entusiasmo Berruti della CGIL, tradendo la visione corta e miope del sindacato nei confronti dello sviluppo di un territorio. Intanto, in dodici anni, nasceranno bambini che si ammaleranno, moriranno altre innocenti persone, morirà un territorio già segnato da tempo per produrre energia superflua per la Liguria, per altri cinquant’anni.

Di meglio non si poteva ottenere!” è vero, a conclusione di una vicenda dai tanti protagonisti deleteri, inetti e talvolta collusi. Tutti abbiamo perso.

    Gli esseri umani sono solo un piccolo pezzo di quell’immensa tappezzeria che è il loro territorio. La loro unicità proviene dalla loro capacità di riflettere e di fare scelte per influire sul loro futuro e per modificare il loro ambiente per il meglio … Siccome gli esseri umani sono intimamente legati al loro ambiente e da questo ne dipendono, ciò che fanno subire all’ambiente, lo fanno subire anche a loro stessi, consapevoli o no. La bellezza naturale, la solidarietà con le altre creature, la vitalità della vita selvatica primitiva, la purezza dell’acqua e dell’aria,  sono difficili da misurare, ma  devono essere privilegiate nel benessere dell’umanità. Ogni volta che una pianta o un animale scompare dalla terra, la vita umana perde in diversità e in creatività. 

  Abbiamo solo una terra e ogni danno causato si rivolterà contro di noi.                                      

   il Dalai-Lama  

 

    Antonia Briuglia                   17 luglio 2011

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