Savona 18 marzo 24 aprile LA CATTEDRALE SCOMPARSA
In Curia l’eccezionale mostra “La Cattedrale scomparsa”
Savona. Dal 18 marzo al 24 aprile dalle ore 10 a mezzogiorno e dalle 16 alle 19 lo spazio espositivo della Curia Vescovile ospiterà la mostra “La Cattedrale scomparsa”, che illustra la ricostruzione ipotetica della Cattedrale Nostra Signora del Priamar sulla base di documenti del XVI secolo e diverse ricerche storiche e archeologiche. L’inaugurazione è in programma venerdì 17 marzo alle ore 17 alla presenza del vescovo Calogero Marino e delle autorità cittadine.
L’antica cattedrale fu eretta dopo l’editto dell’imperatore romano Costantino del 313 sulle rovine di templi pagani, sull’estremità rocciosa del promontorio, e distrutta nel 1595 dai genovesi. Quest’ultimi ne giustificarono la demolizione con la necessità di migliorare le difese militari della città ma probabilmente era volta a sottomettere i savonesi togliendo loro gran parte dell’identità storico culturale. Fu così sconsacrata e spogliata degli arredi sacri e delle opere d’arte, in parte portate a Genova od offerte in dono a nobili in visita a Savona. I savonesi non potevano avvicinarsi all’ormai fatiscente struttura, pena la morte. Infine fu rasa al suolo e al suo posto vennero costruiti edifici militari.
L’allestimento è promosso dalla Diocesi di Savona-Noli e da Comune, Rotary Club e Fondazione Agostino De Mari ed è stata realizzata da un gruppo di appassionati con la collaborazione di enti e ricercatori. Si citano la Cattedrale di Albì, l’Archivio di Stato, la Società Savonese di Storia Patria, le biblioteche Universitaria di Genova e “Anton Giulio Barrili”, l’Istituto Internazionale di Studi Liguri. “Le date scelte per l’esposizione sono molto significative per la città, da sempre legata al culto della Madonna – affermano gli organizzatori – Il 18 marzo 1536 la Vergine di Misericordia apparve al beato Antonio Botta e il 24 aprile 1595 fu l’ultimo giorno in cui i savonesi poterono vedere ciò che restava della loro cattedrale”.
La mostra segue un filo conduttore storico e informativo con lo scopo di far conoscere la bellezza architettonica e artistica perdutasi nell’oblio dei tempi e delle generazioni. Ciò grazie a centoventi tra pannelli e tele per una lunghezza espositiva superiore ai 100 m lineari. La parte iniziale accenna ai secolari difficili rapporti politico economici tra Savona e Genova, per passare al periodo d’oro delle cattedrali, descrivendo i loro stili costruttivi dal romanico al gotico. Segue una parte contenente l’estratto di antiche carte con informazioni valide: di questi sono riportate integralmente o parzialmente sia copie degli originali sia gli scritti e le traduzioni delle parti interessanti la cattedrale. Tali reperti confermano quanto ingentemente abbiano speso i due papi Sisto IV e Giulio II per l’abbellimento della cattedrale.
Viene mostrato anche lo schizzo della cattedrale rinvenuto a margine di un documento conservato nell’Archivio di Stato di Genova, unico disegno ad oggi esistente e confermato dagli scavi archeologici sull’attuale fortezza. Su di esso è basata la ricostruzione teorica della cattedrale, via via evolutasi nel tempo. Studi decennali supportati dalle risultanze degli scavi, integrati dalle descrizioni riportate nei documenti, hanno permesso di giungere ad una configurazione esterna e interna della chiesa da parte dell’architetto Venturino, che, seppure con dubbi che resteranno per sempre irrisolti, stante la mancanza di disegni architettonici e non pretendendo di essere totalmente rispondente al vero, ha raggiunto un elevato livello di accettabilità.
Un pannello dà lo spunto a parlare delle pale d’altare. Nel Tre-Quattrocento la cattedrale aveva una pala di un pittore di probabile origine savonese o dei dintorni, tanto da essere identificato come “il maestro dei Piani d’Invrea”. Si tratta di una pala a dieci scomparti attualmente conservata nella Cattedrale di Albì. In mostra vi è una riproduzione al vero. Altri oggetti di pregevole fattura sono state salvate: citiamo un prezioso bassorilievo in marmo, il crocifisso marmoreo bifacciale, oggi nella Cattedrale Nostra Signora Assunta e in passato probabilmente installato sopra la trave dell’iconostasi, molti manufatti ora suddivisi tra Museo del Tesoro, Pinacoteca Civica e altri siti. L’esposizione si conclude con alcune piantine comparative dell’estensione di Savona nel ‘500 e ai giorni nostri.