Saverio Mangiola

              IL SILENZIO  E’ D’ACQUA
A Loano c’era un Mangiola che si è rimangiato il suo attivismo per Assoutenti.
Ora costretto a tacere su ordine e per conto di chi?

IL SILENZIO  E’ D’ACQUA

A Loano c’era un Mangiola che si è rimangiato il suo attivismo per Assoutenti.
Ora costretto a tacere su ordine e per conto di chi?

Saverio Mangiola, consigliere Pdl

A noi loanesi fa venire in mente il ridere sentir parlare di privatizzazione dei servizi di acquedotto. Da moltissimi anni il nostro acquedotto è in mano a società privata. Ma diciamo che, in generale, le nostre amministrazioni, con una continuità che le contraddistingue, partendo dalle maggioranze democristiane a quelle sedicenti di centrosinistra fino a quella odierna, dichiaratamente di  destra dittatorial berleghista, hanno avuto sulle privatizzazioni le idee molto chiare: privatizzare, più che si può, tutto, se si potesse lo farebbero anche per le strade (d’altra parte, con le lottizzazioni non ci si va lontano). In cotale materia sono maestre e da Tremonti a Brambilla, passando per Scajola, i ministri della sconquassata italica Repubblica, non hanno che da venire a Loano per imparare come si fa.  Portino seco loro, magari, anche Biasotti, per  arricchirne il programma  che sventola con parole d’ordine piuttosto generiche, ritrite e confuse.  

Dopo tale doverosa premessa, dobbiamo però ricordare a noi stessi che  tra i Consiglieri  comunali dell’attuale maggioranza siede un personaggio rappresentativo dei “Consumatori” (Assoutenti). Egli si è sempre dato da fare, costituendosi così anche una discreta base elettorale.

Non possiamo dimenticare la passione con la quale, in anni passati, ha difeso i cittadini spesso tormentati dalla gestione dell’acquedotto, come abbia saputo districarsi nelle questioni non semplici delle voci di fatturazione nelle bollette ,come sia più volte riuscito, intervenendo presso il Difensore Civico, a far recedere l’amministrazione della società San Lazzaro da richieste non chiare e ad ottenere la conciliazione di particolari  vertenze tra utenti e acquedotto, con reciproca soddisfazione.

  Ma anche nel campo più generale dei rapporti tra gestione dell’acquedotto e Comune, l’attuale  Consigliere di maggioranza è intervenuto, statistiche alla mano, in posizione dialettica.

   Ora, noi ci chiediamo dove sia andata a finire tutta codesta passione del sig. Saverio Mangiola e, soprattutto, che ne sia stato delle sue posizioni approfondite in tale materia di rilevante pubblico interesse.

   Ma come, in un Consiglio Comunale praticamente convocato per parlare dell’acquedotto, sulla base di una interrogazione della Capogruppo di minoranza avvocato Elisabetta Garassini, il competente Consigliere ha taciuto? Non una parola, non un chiarimento della posizione della maggioranza (e della propria)?

   A questo punto da chi gli è venuto l’ordine di tacere?  Non possiamo credere, infatti, che si sia autoimposto il silenzio . Motivi di alta opportunità politica, trapassati attraverso i dirigenti berleghisti dei quali ha sposato la causa (ma perché?  per fregiarsi del titolo di “Consigliere comunale”? era molto più eminente prima, come libero rappresentante dei consumatori) , hanno certamente determinato tale suo defilato comportamento. I Capi gli  hanno detto, per restare in argomento, “acqua in bocca che siamo sotto elezioni.”

   Questo fatto delle “elezioni”, la cui frequenza corrisponde alle variegate scadenze non coincidenti delle amministrazioni  locali, è un alibi costante, aggravato dalla continuazione, dei berleghisti. C’è un’indagine giudiziaria che, avendo i suoi tempi, può essere pubblicizzata in qualsiasi momento ed ecco: siamo sotto elezioni, è la solita manovra dei magistrati comunisti (li trovano tutti loro, noi non ne abbiamo mai conosciuto uno !) sobillati dalla sinistra.

Non si va più a vedere se è vero o non è vero ciò che viene alla luce; lo scandalo non è costituito dai fatti che, a prescindere dalla responsabilità penale, connotano per se stessi un’attività dei poteri politici contro la libertà, i diritti dei cittadini, la gestione delle pubbliche risorse. No, lo scandalo è costituito dalla messa in luce di tali porcherie. Si fa ma non si dice, come la pedofilia se ci sono di mezzo i preti. Sennonché questo alibi , quando si vogliono distruggere i diritti costituzionali del cittadino, non regge.

   Tornando al nostro caso, chiediamo formalmente al signor Mangiola perché abbia taciuto  ora che siede in Consiglio Comunale, allorquando tanto aveva parlato – e con competenza- prima di ricoprire tale funzione.

   Lo sappiamo, è possibile che egli non abbia cognizione di questo pezzo. Preghiamo quindi i nostri quattro lettori di farglielo avere, poi, se farà spallucce, pazienza!

    Il silenzio, a volte, come è diventato luogo comune dire – e quindi ce ne scusiamo- è assordante.

    In questo caso si potrebbe paragonare al rumore di una cascata, quella del 46% di dispersione del nostro acquedotto.  Potremmo così concludere, parafrasando un noto proverbio che, per il Nostro, sul tema  nel quale tanto ha precedentemente nuotato, il silenzio è d’acqua.

                                                                                        BELLAMIGO


La lettera inviata agli elettori, da Mangiola, alle elezioni comunali del maggio 2006
Utile rileggere cosa scriveva a proposito dell’acquedotto, di bollette e servizio idrico


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