SAR autolinee

Pensionati, ex dipendenti Sar, niente tessera Tpl
“Viaggio senza biglietto, ma non mi vergogno”

 

 

Pensionati, ex dipendenti Sar, niente tessera Tpl

“Viaggio senza biglietto, ma non mi vergogno”

Trucioli Savonesi ha ricevuto alcune telefonate e segnalazioni da parte di ex dipendenti e pensionati della Sar (un tempo Sati) di questo tenore e con queste notizie.

Siamo rimasti poche decine e non sono moltissimi a servirsi dei pullman di linea lungo la nostra Riviera e nell’entroterra. Abbiamo sempre avuto, anche con la gestione pubblica Sar, la tessera personale ed un numero di biglietti omaggio per i famigliari. Non crediamo fosse un grandioso privilegio, se si tiene conto dei tanti e sostanziosi privilegi che godono da decenni i nostri parlamentari. Tessera che veniva data pure ai componenti del consiglio di amministrazione, ai dirigenti.

Potrebbe essere una scelta di buon governo eliminare i privilegi. Ma dando un’occhiata alle prebende da 200 mila euro in giù, all’anno, per direttore, presidenti, vice presidenti, gettoni dei consiglieri, è corretto, fa giustizia sociale, colpire proprio coloro che hanno lavorato una vita sulle corriere? C’era stato un accordo persino sindacale grazie al quale avevamo ottenuto di mantenere con l’avvento della Sar, tessera e biglietti.

Proprio quella Sar che è riuscita con le sue forze a risanare i bilanci, a non farli pesare nelle tasche dei cittadini, alle casse esauste dei Comuni.

Forse sarebbe il caso di ricordare che l’ultimo presidente della Sar, il signor Marco Lengueglia, da imprenditore del settore, aveva risanato e rilanciato l’azienda. Magari non tutti ricordano che i pullman da 18 metri sono stati acquistati a Lugano pagandoli 25 mila euro cadauno, a fronte di un prezzo di c.a. 400 mila euro, da nuovi. Non era materiale da rottamare, ma in buono stato che nella opulenta ed avanzata (socialmente) Svizzera, vengono tolti dalla circolazione perché superano un certo chilometraggio. Qualcuno aveva obiettato che la loro eccessiva lunghezza avrebbe creato problemi, invece crediamo si siano dimostrati utili.

Insomma con l’avvento e la rivoluzione della Tpl linea, torniamo a chiedere, quale vantaggi concreti hanno avuto gli abitanti che erano serviti dalla Sar? Ogni giorno sui giornali, cittadini, politici anche del centro destra, rappresentanti di ogni settore ( e il già emarginato entroterra), fioriscono proteste, disagi, ingiustizie, disservizi, raccolta di firme.

Con la Sar indipendente non avremmo avuto tutte queste problematiche. La politica di sinistra e di destra ha voluto sacrificare un’azienda sana per soccorrere l’Acts, indebitata e in eterno passivo, nonostante la cura ed i risparmi della presidenza Marson.

La Sar ci ha rimesso e prepariamoci alla futura fusione con Rt di Imperia, a sua volta ricca di debiti e di bilanci in rosso. Affollata da politicanti.

Insomma, a noi pensionati tolgono un piccolo privilegio, come la tessera; si creano disagi a cittadini non certo benestanti per gli aumenti delle tariffe, e tutto questo viene presentato all’opinione pubblica alla stregua di un processo di razionalizzazione delle spese. Ma per favore! Si riducano subito le loro prebende e eliminino la pletora di 3 presidenti, oltre ai tre presidenti del collegio dei sindaci; ai due vice presidenti, agli otto consiglieri. Diamo il buon esempio senza indugiare, mentre si chiedono sacrifici agli utenti, al personale. Si parla di esuberi, addirittura decurtazioni di stipendio. Più che salvatori, diremmo tagliatori di teste, con una malcontento più diffuso. Con troppi sindaci da “signor sì”; intanto loro dei pullman possono fare a meno. Quanti pubblici amministratori hanno detto no alla fusione Acts-Sar? Quanti avevano previsto ciò che oggi tanti cittadini lamentano?

Hanno mai sentito parlare di giustizia sociale? C’è modo e modo di risparmiare.  

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