Piero Bovero
Il consigliere Bovero parla dopo l’esposto di luglio alla Procura della Repubblica
Vado, stop del Via regionale all’ampliamento della discarica
Inatteso intoppo al “Boscaccio” in piena emergenza imperiese
Archiviata la querela dei volantini, erano chiamati in causa anche Caviglia, Guelfi, Illarcio
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Il consigliere Bovero parla dopo l’esposto di luglio alla Procura della Repubblica
Vado, stop del Via regionale all’ampliamento della discarica
Inatteso intoppo al “Boscaccio” in piena emergenza imperiese
Archiviata la querela dei volantini, erano chiamati in causa anche Caviglia, Guelfi, Illarcio
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Piero Bovero |
Vado Ligure – E’ stato bloccato dal Via (Valutazione di impatto ambientale della Regione Liguria) il progetto di ampliamento della discarica “il Boscaccio”. Lo stop, in attesa di ulteriori approfondimenti, pare sia dovuto al fatto che i lavori interessano una estesa zona carsica. L’intoppo accresce preoccupazioni e interrogativi sui tempi di saturazione della discarica stessa, rimasta praticamente la sola ancora di salvezza in provincia (e ora anche dell’imperiese) per lo smaltilmento dei rifiuti solidi urbani. |
Colpa degli spaventosi ritardi della politica nell’affrontare uno dei problemi vitali e prioritari. Come documentano ogni giorno anche i “fatti da triste spettacolo-scandalo di Napoli”. L’incapacità di decidere, l’abitudine di allungare i tempi all’infinito, tra polemiche, estremismi, soprattutto carenza di informazione popolare. Fino a ritrovarsi con l’acqua alla gola (in questo caso si direbbe invasi dalla sporcizia). Vado, ricordava con orgoglio il compianto sindaco Peluffo, con la discarica di San Genesio aveva un’autonomia per 20 anni. Gli eventi che si sono susseguiti hanno prodotto un tempo di saturazione valutato, secondo alcune stime, in 18 mesi. Ovvero non c’è proprio tempo da perdere. Siamo in pre-emergenza. Cosa significa per Vado, ma soprattutto nel contesto provinciale, la determinazione del Via, i probabili tempi lunghi? Pietro Bovero, longevo e battagliero esponente politico socialdemocratico, pubblico amministratore, nello scorso luglio, aveva presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Savona. Ieri in giunta a sinistra, oggi consigliere di opposizione, il geometra-imprenditore Bovero aveva spiegato ai giornali (15 luglio 2010): “ Il Boscaccio ha un’autonomia di un anno e mezzo, se non partirà il progetto di ampliamento, e sottolineo senza gassificatori o inceneritori, la situazione savonese diventerà tragica. Inoltre bisogna tenere conto che i rifiuti di Imperia adesso compensano la riduzione estiva dei carichi delle aziende private, dopo l’estate non potremmo rischiare…il rischio è l’accorciamento della vita della discarica>. Ha quindi precisato: “Alla Procura della Repubblica ho inviato la mia interrogazione in consiglio comunale e gli aggiornamenti dopo la decisione di ridurre i conferimenti da Imperia dalle 140 mila tonnellate previste inizialmente alle 45 mila attuali”. E’ successo qualcosa di nuovo, nel frattempo? Bovero: “Ho appreso la notizia del blocco del Via e le mie preoccupazioni, perplessità, ricevono conferma. Tra l’altro, ci troviamo a far fronte ad una vergognosa lacuna dell’imperiese, tamponata grazie agli accordi non scritti del duo Burlando-Scajola, e la nostra Vado deve supplire. Paghiamo la cosiddetta trasversalità. In consiglio comunale ho annunciato battaglia e mantengo l’impegno”. |
Discarica dele Boscaccio |
Nel mirino di Bovero c’è, in prima linea, la Provincia, il cui assessore Paolo Marson ha dichiarato di voler condizionare il via libera al progetto di ampliamento del Boscaccio alla realizzazione nel sito di quattro o cinque gassificatori (vedi dichiarazioni al Il Secolo XIX). A Vado conferiscono quasi tutti i 69 comuni della provincia e resta l’unica salvezza (e di buoni affari per Ecosavona) dopo la mai chiarita, oscura chiusura di Cima Montà, a Savona e di Magliolo che si è rivelato un ottimo investimento dei privati. Si aggiunga che lo stesso Comune di Vado dal biogas della discarica incassa un milione e 200 mila euro l’anno. |
“Non ho più avuto notizie dirette dopo l’esposto – aggiunge Bovero – , mi è stato riferito che sono in corso altri accertamenti, non agisco certo per colpire, ma per tutelare i legittimi interessi dei vadesi, scongiurare emergenze e danni”. Altra notizia sempre sul fronte penale e di cui non si era più saputo nulla. Pietro Bovero aveva annunciato di aver querelato il Comitato ambientale cittadino (in pratica il gruppo uscito vittorioso alle comunali) per essere stato al centro di frasi diffamatorie contenute in 15 volantini critici per le sue posizioni pubbliche e il suo operato quando ricopriva la carica di assessore. “Ho saputo dal mio avvocato, Emilio Vignolo – risponde Bovero – che la procura della Repubblica ha chiesto l’archiviazione; il fascicolo era stato assegnato al sostituto Bogliolo che è poi andato a Genova e ora a Imperia. Aveva ravvisato gli estremi di reato per tre dei quindici ciclostilati in cui venivo pure “deriso” per la designazione di un mio “seguace” alla vice presidenza della EcoSavona; abbiamo visto chi è stato il successore…Alla fine è prevalsa la decisione del Pm di archiviare anche nelle more del fatto che il difensore del Comitato cittadino, l’avvocato Gianpaolo Ferrari di Albenga, era nel frattempo deceduto (punto di riferimento nel ponente ligure per l’Opus Dei ndr). Il mio legale ha presentato opposizione, vedremo le decisioni del giudice. Certamente non demordo, non transigo quando sono chiamato in causa nel ruolo pubblico/privato. Ho presentato un’ altra querela per diffamazione contro l’autore di un articolo che mi ha descritto cointeressato e coinvolto nella Tirreno Power, in quanto avrei fornito i cessi chimici in occasione della giornata delle “porte aperte” agli impianti, oltre ad essere indicato come titolare della ditta che si occupa normalmente della pulizia industriale della stessa centrale. Nulla di più falso, essendo stato citato in particolare come consigliere comunale. I cessi chimici avevano la mia targhetta, ma non sono stato io ad avere rapporti con la Tirreno Power, bensì un’altra ditta che utilizza, non da oggi, attrezzature con il mio marchio. E’ quasi 20 anni che ho cessato i rapporti di lavoro con la Tirreno Power e nella centrale”. R.T. |